
Centri sociali e anarchici scatenati: tricolori strappati e scritte sui muri a pochi giorni dall'adunata nazionale. Le penne nere definite «ubriaconi, maneschi e stupratori». L'associazione che li rappresenta prepara denunce: «Offesi noi e i cittadini».Tutto pare pronto, a Trento, per l'adunata degli alpini che si svolgerà da venerdì a domenica: la città è suddivisa in tre zone - blu, arancio e rossa, con quest'ultima, quella del centro storico, chiusa al traffico pure ai residenti -, con tende, casette e gazebi e, soprattutto, bandiere tricolore ovunque. La rilevanza dell'evento, giunto all'edizione numero 91, è dovuta anzitutto alla ricorrenza in cui cade, il centenario della fine della Grande guerra, ma anche all'impressionante numero di arrivi previsti. Si parla di 600.000 persone in una città di 118.000 abitanti: un'invasione vera e propria. 1.000 pullman sono attesi solo per la sfilata di domenica, cui parteciperà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e durante la quale il cielo sarà solcato dalle Frecce Tricolori. E' la quinta volta, dopo le edizioni del 1922, 1938, 1958 e 1987, che gli alpini per la loro adunata giungono in quella che per i Romani era la Tridentum ma mai con numeri come quelli di quest'anno. I primi alpini, provenienti dalla provincia di Bergamo, hanno fatto il loro arrivo in camper già sabato scorso e gli organizzatori tutt'ora ricevono più di 250 chiamate al giorno da parte di penne nere desiderose di aggregarsi all'ultimo momento e trovare una sistemazione, anche se ormai è praticamente impossibile aggiudicarsi posti letto, se non in aperta periferia o nelle valli.Un «tutto esaurito» che, come era prevedibile, ha alimentato un mercato nero dai prezzi stellari: a un alpino, su Internet, per due sole notti sono stati chiesti 1.500 euro. E neppure per un piccolo appartamento o una suite, ma per un locale adibito ad ufficio. Un problema che fortunatamente non riguarda la stragrande maggioranza di quanti si sono iscritti per tempo e che saranno ospitati in alloggi e nelle tende che, come funghi, sono sorte in vari angoli della città insieme a casette di legno, ospedali da campo, spine di birra e bagni chimici. Per tutto il corso dell'adunata saranno in vigore alcune restrizioni tipo il divieto di utilizzo di piastre, bracieri e simili sistemi di cottura e quello di utilizzare bicchieri in vetro, anche se non sarà semplice vigilare sull'osservanza di queste restrizioni, una volta che la marea umana inonderà le strette vie cittadine. Al punto che per rendere più fluide marce e sfilate, nelle scorse ore la polizia municipale ha provveduto alla rimozione anche delle biciclette lasciate in strada con il lucchetto: solo in piazza Dante, quella antistante la stazione dei treni, ne sono state rimosse 100. Nella zona centrale, poi, il problema è stato risolto alla radice togliendo direttamente le rastrelliere. Tutto è insomma stato preparato affinché la manifestazione possa svolgersi al meglio anche se, per risparmiarsi noie, dei residenti del centro storico pare abbiano optato per una gita fuori porta. Tuttavia a poche ore dall'evento il clima cittadino è assai accogliente e festoso. Come per ogni grande appuntamento, non potevano però mancare, ovviamente, polemiche e provocazioni. Qualche giorno fa, per esempio, alcuni tirolesi hanno chiesto di rimandare l'incontro così da evitare la coincidenza, ritenuta sconveniente (una «sofferenza»), col passaggio del Tirolo al Regno d'Italia. Ma a generare più tensione sono state delle scritte sui muri contro gli alpini. Gesti accompagnati dallo strappo di alcuni tricolore e dalla comparsa, sul blog Romperelerighe, di un post in cui l'adunata è definita come un lugubre ritrovo di «uomini ubriachi, maneschi e sessisti se ne vanno per le strade della città che subisce la loro calata». A rincarare ulteriormente la dose ci hanno pensato gli studenti vicini all'area anarchica rappresentata dal gruppo Saperi Banditi, i quali hanno occupato la facoltà di sociologia, imbrattando i gazebi antistanti con slogan come «alpini assassini» e «alpini: una faccia da fiumi di vino, un cappello da lago di sangue». Solo stupide provocazioni, secondo alcuni. Ma i rappresentanti delle penne nere non sono affatto d'accordo. «Per noi è una grande delusione», ha commentato Maurizio Pinamonti presidente dell'Ana di Trento, «stiamo cancellando dai muri le frasi ma provvederemo anche a fare le opportune denunce e speriamo che prendano questi personaggi che imbrattano non soltanto il nome degli alpini ma la società, e questo è demoralizzante e deludente per noi ma anche per tutti i cittadini». Delusione comprensibile, pensando all'affetto popolare di cui godono gli alpini, anche se c'è da augurarsi che, da qui a domenica, la grande adunata possa essere attraversata da ben altri sentimenti.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





