2025-09-19
Indagato lo sponsor occulto di Sala
L’immobiliarista Mirko Paletti nei guai per il cantiere di via Fontana a Milano: due torri fatte passare per ristrutturazione. Finanziò Mr. Expo ma il suo nome venne «oscurato».In Liguria l’intreccio tra politica e affari è costato la poltrona al presidente Giovanni Toti. A Milano, invece, no: il sindaco Giuseppe Sala resiste, ma la novità delle ultime ore è che uno dei suoi finanziatori in campagna elettorale, l’immobiliarista Mirko Paletti, è indagato in uno dei tanti filoni urbanistici della Procura di Milano, questa volta per il cantiere di via Fontana 20/22. È accusato di aver aggirato, tra la primavera e l’estate del 2020, le regole edilizie con l’aiuto di alcuni dirigenti comunali.Un caso che mescola cantieri, campagne elettorali, ex assessori consulenti e immobili pubblici venduti ai privati e che riporta la città al centro del dibattito su come il potere politico gestisce i rapporti con chi costruisce. Del resto, Paletti è quello che, nel 2021, aveva versato 10.000 euro alla campagna elettorale del sindaco. Ora la Procura lo accusa, insieme ad altri dirigenti comunali, (tra cui Carla Barone e l’ex presidente della commissione Paesaggio, Marco Stanislao Prusicki), di aver portato avanti un’operazione edilizia che sarebbe stata mascherata da ristrutturazione ma, in realtà, era una demolizione con nuova costruzione. Il progetto, ribattezzato «The Nest», ha cambiato il volto di un cortile storico trasformandolo in due palazzi di otto piani e 39 appartamenti, con spazi commerciali e un impatto urbanistico ben superiore a quello dichiarato. Secondo l’accusa, questo stratagemma avrebbe permesso di superare i limiti di volumetria fissati dal Pgt, godere di incentivi non spettanti e sottrarre all’amministrazione la possibilità di imporre una convenzione urbanistica completa, sostituita da un atto unilaterale ritenuto inidoneo. A Paletti, in qualità di rappresentante della società Fil Casa che ha chiesto il permesso, viene contestata la responsabilità di abuso edilizio e lottizzazione abusiva, accuse che portano con sé anche l’ombra di rapporti troppo stretti tra privati e uffici pubblici.La storia di Paletti non si ferma qui. Come aveva anticipato La Verità nei mesi scorsi, sempre nel 2020, attraverso la società Chris Real, la sua galassia aveva acquistato dal Comune per oltre dieci milioni di euro l’immobile di corso Vercelli 22, già sede della scuola professionale Cova, un’eccellenza cittadina che è stata poi costretta a spostarsi in periferia. Un’operazione regolare, passata da un’asta pubblica, ma che ha lasciato dietro di sé uno strascico simbolico: un bene educativo ceduto per fare spazio a una valorizzazione immobiliare. L’avvocato Ada Lucia De Cesaris, ex assessore all’Urbanistica (anche lei sotto indagine in altri filoni urbanistici) spunta come consulente legale di Paletti, a riprova di un intreccio che lega affari privati e reti politico-amministrative. A rendere ancora più delicata la posizione di Paletti è il fatto che, mentre conduceva queste operazioni, finanziava la campagna elettorale del sindaco. Il suo nome è emerso dalle carte oscurate dei rendiconti elettorali pubblicate in primavera dalla Verità che aveva rivelato come tra i sostenitori economici di Sala ci fosse proprio l’imprenditore oggi indagato. Va ricordato che la legge prevede che i rendiconti elettorali siano atti pubblici, accessibili e consultabili da chiunque. Quel contributo da 10.000 euro aveva già sollevato più di un interrogativo: è compatibile che chi ottiene permessi e compra immobili comunali sia anche sponsor del primo cittadino? E non c’è solo Milano. Nel 2024 Mirko e il fratello Raffaele Paletti sono finiti ai domiciliari in Liguria, accusati di aver offerto benefit e contributi politici per favori sul Grand Hotel di Portovenere.Nel frattempo, il gip Mattia Fiorentini ha tolto all’ex membro della commissione Paesaggio, Giovanni Oggioni, il divieto di dimora e imposto un anno di interdizione da incarichi e professione. Una decisione presa perché vincolato delle ultime motivazioni del Riesame sulla scarcerazione di Alessandro Scandurra e Andrea Bezziccheri, pur ritenendo Oggioni ancora pericoloso; ora si attende il ricorso in Cassazione dei pm. Intanto la Lega chiede le dimissioni di Elena Grandi, che ha votato no alla cessione di San Siro: a Milano anche lo stadio resta un campo di battaglia.
Regina Corradini (Imagoeconomica)
Alessandra Todde (Imagoeconomica)
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