
Domenico Crisarà, segretario dei medici di base di Padova, avrebbe speso 100.000 euro per Netflix, pasticcini e altri acquisti non giustificati.Le sue «sentenze» di condanna tolsero lavoro e sopravvivenza a tanti medici non vaccinati contro il Covid, definiti «pericolosi per la società», adesso rischia di andare a processo per appropriazione indebita. Domenico Crisarà, 62 anni, ex segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) di Padova, attuale vicepresidente del sindacato nazionale e presidente dell’Ordine dei medici della città patavina, è indagato per oltre 100.000 euro di spese non giustificate. «Iscritti danneggiati», punta il dito l’attuale segretario della Fimmg, Antonio Broggio, che assieme al nuovo direttivo entrato in carica lo scorso dicembre ha trovato «anomalie» nel rendiconto 2022. La Procura indaga anche per il 2023 e probabilmente passerà al vaglio l’intera gestione Crisarà, alla guida del sindacato dal 2009 al 27 novembre scorso. Broggio ha presentato esposto denuncia perché «in tutto dalle casse della nostra sezione mancano oltre 110.000 euro: 90.000 dal conto in cui vengono versate le quote dai medici dell’assistenza primaria, 15.000 dal conto in cui versano i medici della continuità assistenziale (ex guardia medica, ndr). Sono il frutto di spese non giustificate dal dottor Crisarà», ha riferito ai soci. Per il 2022, unico anno finora controllato, sono emersi prelievi di contanti da parte dell’ex segretario «fino a 2.500 euro, bonifici indirizzati al suo conto corrente privato e l’utilizzo della carta di credito della Fimmg», per spese non correlate all’attività sindacale quali «acquisti di abbigliamento, in pasticceria, in gioielleria, su Amazon Prime e Netflix», sostiene Antonio Broggio, che non ha ottenuto documentazione da Crisarà. Invitato a fornire chiarimenti su alcune spese, scrive il comunicato di Fimmg, «avrebbe ammesso che molte di esse non avevano idoneo giustificativo». Non solo. Tra il 2022 e il 2023, «a fronte delle entrate, cioè le quote di adesione degli associati versate dall’Usl Euganea dopo averle prelevate dai loro statini, figuravano uscite riconducibili a bonifici indirizzati sul conto personale di Crisarà e del valore di 700/1.200 euro al mese. Giustificati come “rimborsi spese”», scrive il Corriere del Veneto. Adesso si attendono i risultati delle indagini. Certo, per un vice presidente nazionale Fimmg che mentre era in carica a livello provinciale avversava i medici non vaccinati in nome della rettitudine, dell’adesione al codice deontologico, questa denuncia per spese non giustificate risulta una brutta faccenda. Crisarà, originario di Gioiosa Ionica, provincia di Reggio Calabria, venne eletto presidente dell’Ordine che conta oltre 8.500 iscritti, il più grande del Veneto, in piena pandemia. A fine dicembre 2020 annunciava «misure disciplinari» per chi si opponeva al vaccino perché «posizioni di questo tipo diventano pericolose per la società». Ai microfoni della Rai regionale, sosteneva: «Non te lo sei fatto (il vaccino, ndr) e rimani ai margini della società».Ogni occasione era un pretesto buono per applicare la linea dura, in sintonia con l’allora ministro della Salute, Roberto Speranza, e il Cts. Nel gennaio 2021 dichiarava che «il diritto del singolo non può prescindere da quello della collettività e non si può mettere in pericolo il benessere del luogo in cui si lavora». Pochi mesi dopo l’entrata in vigore del decreto sull’obbligo di vaccinazione contro il Covid per il personale sanitario e sociosanitario, l’allora segretario provinciale Fimmg e presidente dell’Ordine incalzava l’Ulss Euganea per avere gli elenchi dei non vaccinati. Nel luglio del 2021, al Gazzettino dichiarò: «Vogliamo pubblicare tutti i nomi dei medici che hanno rifiutato il vaccino. È giusto renderli pubblici, è una garanzia per i cittadini». Precisava: «Io devo sapere se il medico che mi sta visitando o che sta prendendo in cura mio padre è un medico che ha scelto di immunizzarsi o meno», confermando che erano «già partite le prime convocazioni» per i provvedimenti disciplinari. Un mese dopo, ad agosto, criticò la volontà dell’allora dg Sanità della Regione Veneto, Luciano Flor, di reintrodurre medici no vax nei reparti, per sopperire alle carenze di organico, definendo la proposta «in contrasto con la linea deontologica che abbiamo sostenuto in tutti questi mesi di pandemia». Chissà cosa staranno pensando quei medici sospesi e messi all’indice, ai quali non venne nemmeno permesso di prolungare la validità del tampone per il green pass perché «facilitare il percorso a chi non desidera vaccinarsi», secondo Crisarà «non si concilia con la deontologia medica». Nel novembre del 2021, il presidente vietò l’ingresso a un medico che era stato convocato per un’audizione legata a un esposto che aveva ricevuto. Non aveva il green pass, e nemmeno i suoi due avvocati. Crisarà intervenne personalmente per bloccare il loro accesso. «Mi sa tanto di provocazione voluta», dichiarò. Di fatto, impedì il diritto di difesa del medico. «La nostra professione deve senz’altro essere votata alla scienza, ma non deve mai dimenticare la sua parte umanistica, il suo umanesimo», scrive nell’ultimo bollettino dell’Ordine. È fortunato, oggi nessuno gli vieterà di chiarire la sua posizione.
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Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.
Jose Mourinho (Getty Images)
Con l’esonero dal Fenerbahce, si è chiusa la sua parentesi da «Special One». Ma come in ogni suo divorzio calcistico, ha incassato una ricca buonuscita. In campo era un fiasco, in panchina un asso. Amava avere molti nemici. Anche se uno tentò di accoltellarlo.