
Le reazioni isteriche della sinistra lasciano il campo alle mosse istituzionali: ieri la notizia della probabile vendita da parte degli Elkann all’armatore ed editore greco Theodore Kyriakou di tutte le attività del gruppo Gedi, ovvero i quotidiani La Repubblica (ieri in sciopero) e La Stampa, il sito HuffPost.it e le radio, Deejay e Capital, è stata oggetto di incontri tra governo, editori e rappresentanze dei lavoratori. Lo sciopero di Repubblica è stato accompagnato da un comunicato apocalittico del Cdr, in cui si chiamava alla «difesa delle garanzie democratiche fondamentali per l’intero Paese», dato che «in ballo non c’è un semplice marchio, ma la sopravvivenza stessa di un pensiero critico».
Quanto al presunto ruolo di mediatore di Matteo Renzi nell’affare, ieri, a Otto e mezzo, l’ex premier ha commentato; «È evidente che non sono il mediatore dell’affare Gedi o altro. Conosco molti dei personaggi in questione. Credo di aver capito come tutti che Elkann intende uscire dal mondo dell’editoria. Se accadrà, spero che a prendere in mano il gruppo sia qualcuno di capace».
Giornata piena, quella di ieri, per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, che ha incontrato sia i vertici di Gedi che i Cdr di Repubblica e Stampa. «Barachini», si legge in una nota, «ha ascoltato tutte le preoccupazioni espresse dal Cdr di Repubblica e Stampa, condividendo con loro le garanzie chieste questa mattina (ieri, ndr) ai vertici del gruppo. Sto seguendo con la massima attenzione l’intera vicenda», prosegue il comunicato di Barachini.
Soddisfatta quindi la richiesta delle opposizioni di un impegno del governo, va registrato il commento positivo del Comitato di redazione di Repubblica che, «ricevuto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, accoglie con fiducia l’impegno del governo a seguire passo passo l’evolversi della trattativa per la cessione del gruppo Gedi e in particolare la condivisione, da parte del governo, della richiesta a Gedi di mettere sul tavolo delle trattative le dovute garanzie a tutela dei livelli occupazionali e dell’indipendenza. Il governo ha anche assicurato che eserciterà i suoi poteri di vigilanza sulla presenza di eventuali quote extraeuropee nella compagine societaria del gruppo Kyriakou individuato come acquirente da Gedi. Impegno e rassicurazioni, quelle fornite dal sottosegretario Barachini», aggiunge il Comitato di redazione, «che rafforzano e sostengono la battaglia delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica a salvaguardia del loro lavoro e di una testata che da 50 anni costituisce una delle voci più importanti nel panorama di un’informazione libera e indipendente nel nostro Paese». Barachini, come dicevamo, ha ricevuto anche i vertici di Gedi: «La proprietà», si legge in una nota del presidente Paolo Ceretti e dell’ad Gabriele Comuzzo, »ha deciso di approfondire le trattative con il gruppo Antenna, un gruppo media con significativa presenza internazionale, che opera in 22 Paesi, con portafoglio prodotti multisettoriale (Tv, Digital, Radio, Cinema, Eventi, Formazione, Musica, Editoria) e con 35 anni di esperienza nel settore. Sono aspetti concreti che dimostrano le dimensioni e l’ambizione di una realtà, che mira a dare ulteriore impulso allo sviluppo di Gedi, nella convinzione che la sostenibilità economica sia fondamentale per garantire piena indipendenza editoriale. L’incontro con il sottosegretario Barachini si è svolto in un clima di ampia e piena condivisione e collaborazione istituzionale. Tra i temi oggetto di particolare attenzione, sono stati sottolineati la necessità di preservare il pluralismo informativo, l’indipendenza editoriale delle redazioni e le garanzie occupazionali. Questi temi», conclude la nota, «sono sempre stati prioritari per Gedi e per il suo azionista e il dialogo con Antenna Group è la migliore soluzione per raggiungere questi obiettivi».






