L’Ue si impicca: sì al blocco degli asset. L’Italia: «Ma siamo contrari a usarli»

La marcia di Bruxelles per utilizzare gli asset russi congelati prosegue imperterrita, nonostante le ripercussioni siano dietro l’angolo. E il primo step in tale direzione è stato raggiunto con il via libera ufficiale sul blocco a tempo indeterminato degli asset russi.
Ad approvare l’uso dell’articolo 122 del Tfue che consente di congelare i beni russi senza scadenza, quindi senza la necessità del rinnovo semestrale e del voto all’unanimità, sono stati 25 Paesi, tra cui il Belgio, la Bulgaria, l’Italia e Malta. Dall’altra parte, a votare contro sono state Ungheria e Slovacchia.
Il sì italiano non è una sorpresa, visto che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, poco prima aveva comunicato il parere favorevole sul congelamento degli asset sine die. La perplessità italiana riguarda però il passo successivo, ovvero il loro utilizzo: «Noi abbiamo sempre detto che avevamo qualche riserva non tanto sulla scelta politica, quanto sulla base giuridica per l’utilizzo di frozen asset. Ci può essere anche un altro strumento per finanziare l’Ucraina con garanzie che poi devono essere fuori naturalmente del debito pubblico. Quindi è un dibattito in corso».
E queste riserve sono condivise dal Belgio, dalla Bulgaria e da Malta, che insieme all’Italia hanno specificato in una dichiarazione: «Tale voto non pregiudica in alcun caso la decisione sull’eventuale utilizzo dei beni russi immobilizzati che deve essere presa a livello dei leader». I quattro Paesi, riferisce Politico, hanno scritto che «invitano la Commissione e il Consiglio a continuare a esplorare e discutere opzioni alternative in linea con il diritto dell’Ue e internazionale, con parametri prevedibili, che presentino rischi significativamente inferiori, per far fronte alle esigenze finanziarie dell’Ucraina, sulla base di un meccanismo di prestito dell’Ue o di soluzioni ponte». Questa posizione non è detto che metta concretamente i bastoni tra le ruote alla Commissione, ma mina la speranza di Bruxelles di arrivare all’accordo la prossima settimana. Il premier belga, Bart De Wever, però, dopo un bilaterale con l’omologo britannico, Keir Starmer, non ha del tutto escluso l’ipotesi di utilizzare i beni russi per finanziare Kiev. Pur sostenendo che sarà «un’impresa ardua», la ritiene possibile qualora i leader europei cooperino.
Intanto a tirare un sospiro di sollievo è stato il presidente della Commissione Ue, Ursula von de der Leyen, che ha scritto su X: «Stiamo inviando un forte segnale alla Russia: finché questa brutale guerra di aggressione continuerà, i costi per la Russia continueranno ad aumentare. Si tratta di un messaggio potente per l’Ucraina: vogliamo assicurarci che il nostro coraggioso vicino diventi ancora più forte sul campo di battaglia e al tavolo dei negoziati». Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha aggiunto: «Il prossimo passo è garantire i bisogni finanziari dell’Ucraina per il 2026-27».
Il dossier dei beni russi congelati è stato tra i temi affrontanti ieri durante il Consiglio di economia e finanza dell’Ue (Ecofin). Incalzato dalle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa, il commissario Ue all’Economia, Valdis Dombrovskis, non ha mostrato la minima incertezza: «Le proposte» della Commissione Ue sul prestito a Kiev sono «giuridicamente solide, in linea con il diritto dell’Ue e internazionale e sostenute dal fatto che l’Ucraina soddisfi i prerequisiti essenziali». E ha voluto specificare che il lavoro continua «per affrontare le preoccupazioni residue di alcuni Stati membri», soprattutto «il Belgio». Ma il tempo stringe per l’Ue, con la priorità sugli asset russi che sembra scavalcare quella sulle trattative di pace. E quindi Dombrovskis ha ribadito: «È cruciale che troviamo una soluzione, che finalizziamo questo lavoro la settimana prossima. L’Ucraina ha un fabbisogno urgente di finanziamenti». Presente al suo fianco durante le dichiarazioni alla stampa, il ministro dell’Economia danese, Stephanie Lose, ha dichiarato che l’utilizzo degli asset russi «è la soluzione migliore» anche se «non è perfetta».
Dall’altra parte, il presidente russo, Vladimir Putin, ha affrontato il dossier con l’omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, definendo le manovre europee come una «truffa colossale». Ma Mosca alle parole ha dato seguito coi fatti: la Banca centrale russa ha presentato ricorso contro Euroclear per «azioni illegali» che «hanno provocato danni alla Banca di Russia». E ha dichiarato che contesterà i tentativi di bloccare i suoi asset «in tutte le sedi competenti». A prendere la questione sottogamba è stato Dombrovskis, che ha commentato: «L’Ue ritiene che questi depositari centrali di titoli possano compensare qualsiasi sequestro in Russia con beni congelati o immobilizzati detenuti qui. Possiamo aspettarci che la Russia continui ad avviare procedimenti legali speculativi per impedire all’Ue di rispettare il diritto internazionale e per far valere l’obbligo legale della Russia di risarcire l’Ucraina per i danni causati loro».






