2024-10-09
In trent’anni mai così freddo. Il «riscaldamento globale» fa accendere le caldaie a Sala
L’autunno «più caldo di sempre non c’è», la pioggia spazza il Nord: così l’ecofanatico sindaco di Milano s’arrende e dice di usare i caloriferi. Che inquinano più delle auto...Fa freddo ma c’è il riscaldamento globale e allora forse basta quello. No, ci vuole anche quello condominiale. Il Nord-Italia è sotto un acquazzone continuo. Esondazioni in tutta la Lombardia, annullata la corsa delle Tre valli varesine, il fiume Lambro sorvegliato speciale, così il Seveso e sulla Regione c’è l’allerta rossa, in Liguria sono esondati diversi corsi d’acqua a La Spezia e a Sarzana, a Genova chiudono le scuole, c’è allerta in Toscana e in Romagna. Lorenzo Tredici di ilmeteo.it avverte sul sito della Rai: «Al Centro-Nord cadranno fino a 200 litri per metro quadrato in questi giorni, fino a giovedì tempo molto perturbato. Perciò massima allerta per due violente perturbazioni: la prima, già sull’Italia, risulta collegata a un profondo ciclone Nord atlantico centrato sul Galles, la seconda sarà, invece, associata all’uragano in transito tra Francia e Germania». E si scopre, così, che il mese di settembre e l’inizio di ottobre a Milano e in tutto il Centro-Nord non erano così freddi da trent’anni. È la «classica» Italia spaccata in due. Pensa la novità! Però ci dicono i meteorologi da sciagura, i geologi del piccolo schermo, i climatologi col papillon, che il settembre 2024 a livello globale è stato il secondo più caldo di sempre anche se in Italia la variazione rispetto alle medie è minima: appena 0,3 gradi. Certo, poi c’è la siccità in Sicilia e nel Sud e si scopre che il tempo, altra clamorosa novità, in autunno è matto. A Milano i travet del Comune che battono al computer gli alti discorsi del sindaco Giuseppe Sala sentono i polpastrelli congelarsi: bisogna correre ai ripari. Si accendano i termosifoni. Milano assurge così a capitale della bufala ambientale, rende palese che la sinistra di verde e d’immigrato blatera luogocomunismo, non fa i conti con la realtà e si mette addosso un cappotto di ridicolo. Andiamo per gradi, è il caso di dirlo. Il Corriere della Sera ieri in cronaca dava conto dell’ottobre più rigido da sei lustri, ma un paio di giorni fa sul suo sito aveva questo titolo: «Antartide sempre più verde per il riscaldamento globale». Pare che a Palazzo Marino Sala abbia pensato a un’ordinanza per vietare il Martini ghiacciato, con tanto di oliva, perché i cubetti vanno spediti al Polo Sud come «mattoni» sostenibili e resilienti per ripristinare la calotta. L’articolo illustra che in alcune isole che stanno davanti alla Terra del Fuoco, nell’arco di 35 anni, i chilometri quadrati coperti da vegetazione (che peraltro produce ossigeno) sono passati da 0,863 a 11,947. Un aumento di 3 ettari all’anno. Ma, dicono gli scienziati, l’accelerazione degli ultimi 60 mesi è impressionante. La superficie coperta dai ghiacci in Antartide è pari a quasi 14 milioni di chilometri quadrati. La diminuzione che fa lanciare sì alti lai - vengono citati i pensosi studi di Thomas Roland dell’Università di Exeter, che non ha dubbi sulla causa: il riscaldamento globale - è pari allo 0,000086 % approssimato per eccesso del ghiaccio che c’è in Antartide. Beppe Sala deve aver pensato: se è così, un po’ di calorifero, in attesa del cappotto termico sulle case che costa 50.000 euro a cittadino ed è imposto dall’Ue, lo possiamo concedere. Quindi, dal 15 ottobre termosifoni a manetta per 14 ore. Lo stesso faranno i veneti, i friulani e giuliani e gli emiliano-romagnoli che ora sono tutti a mollo. Se invece si va, nel weekend, nella villetta di Portofino o nell’attico di Santa Margherita Ligure o di Alassio, dependence degli elettori di Beppe Sala in Riviera ora mezze alluvionate, bisognerà aspettare tutti i Santi prima di scaldarsi. C’è una legge, è il decreto del presidente della Repubblica del 16 aprile 2013, che divide l’Italia in tante fasce e stabilisce quando ci si può scaldare. Ma una domanda è lecita: se l’allarme sul clima procede in progressione geometrica al punto che si scioglie persino l’Antartide, perché la legge è ferma a 11 anni fa e non si allungano i tempi a caldaia spenta? E perché il sindaco radical-green di Milano non legge le statistiche? Le ha pubblicate sempre sul Corriere Milena Gabanelli. Lo studio è dell’Ispra - mica pizza cotta a legna e fichi - e certifica che i termosifoni sono responsabili del 38% delle emissioni. Il traffico incide per appena il 9%. L’house organ della sinistra al caviale, Repubblica, ha raccontato: «Gli impianti termici per il riscaldamento hanno un’incidenza sulle emissioni di CO2 in ambito urbano fino a sei volte superiore rispetto al traffico. Lo studio è del Politecnico di Milano». Tutta roba fatta in casa di Beppe Sala che, però, insiste con le zone B e le zone C e ne va fiero. Sostiene il primo cittadino meneghino: «L’area C è attiva dal 2012 e ha portato a una diminuzione di accessi: nel primo anno da 131.000 a 90.000 auto. C’è una continua discesa: siamo a 74.000 ingressi nella Cerchia dei bastioni. Abbiamo ridotto di circa il 45% il traffico privato in quell’area». Sala ha costretto tutti a pagare gabella per entrare a Milano. Pare di stare con Roberto Benigni e Massimo Troisi: «Quanti siete? Guidate un Fiorino? Pagate». Appunto: Non ci resta che piangere (titolo del film e della condizione dei milanesi che lavorano anche quando piove). Il sindaco, però, è felice perché dalla Ztl di Area B - corrisponde a quasi tutta la città - è sparito il 3% dei veicoli. «Noi», dice Sala, «non abbiamo pensato all’Area B per non fare entrare i pendolari, ma per far circolare auto più pulite. Nel 2022 erano il 40% i diesel che entravano, nel 2023 sono stati il 32%: le auto ibride ed elettriche - che nessuno compra - sono passate dal 10 al 16%». T’è capì? Insomma, copia Ursula von der Leyen che riduce l’Europa alla fame per impattare sul 9% delle emissioni mondiali, ma lascia che la Germania faccia affari con la Cina che inquina per il 38%. È la stessa proporzione che c’è tra emissioni delle macchine e inquinamento da termosifoni. Allora viene il sospetto che l’allarme green, almeno a Milano, sia solo chiacchiere e distintivo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.