2018-05-14
Lega e 5 stelle trovano l'accordo sui bandi del Pirellone
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Se a Roma Matteo Salvini e Luigi Di Maio ancora non raggiungono la quadra per il governo, a Milano l'asse gialloverde si compatta sui tagli alla pubblica amministrazione. La giunta lombarda ha deciso di rivedere gli avvisi per la comunicazione della Regione dopo un'interrogazione del grillino Dario Violi.Mentre a livello nazionale la Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio stanno ancora cercando la quadra sulla formazione del governo, in Regione Lombardia il laboratorio giallo-verde sta già funzionando a pieno regime. E non da oggi. Se già durante il referendum sull'autonomia lombarda ci furono ammiccamenti tra le parti - i 5 stelle votarono a favore del voto elettronico - ora è sui tagli alla pubblica amministrazione che i due partiti si sono trovati di comune accordo. Il punto è previsto nel nuovo programma di governo, ma è già realtà in Lombardia. Del resto non è casuale che lo scenario scelto da Salvini e Di Maio per la trattativa sull'esecutivo sia stato proprio il grattacielo Pirelli, sede del consiglio regionale lombardo. Qui ha iniziato la sua carriera politica Stefano Buffagni, ora tra i consiglieri più ascoltati proprio da Di Maio, esponente che ha in mano tutto il dossier sulle partecipate statali e sulle nomine. Buffagni conta ancora molto in Regione, anche perché fu proprio lui a venire incontro alle richieste della Lega sul voto elettronico. Ma soprattutto ha sviluppato in questi anni un dialogo molto forte con la Lega. Insomma, se a livello nazionale la trattativa è ancora in corso, il laboratorio lombardo continua, con pesi e misure differenti dal piano nazionale. Perché la Lega qui fa la parte del leone, con percentuali di voto che toccano più del 30% dei consensi.L'ultima sintonia politica lombarda, invece, nasce dal bando per le consulenze che la precedente giunta di Roberto Maroni aveva aperto a fine dicembre, in totale segretezza e pochi giorni prima che l'ex governatore annunciasse che non si sarebbe ricandidato. La Verità ne ha scritto il mese scorso, spiegando che quell'assegnazione di 20 milioni di euro (ad aziende che avevano già lavorato nella precedente legislatura) aveva fatto storcere il naso al nuovo presidente, Attilio Fontana. E che soprattutto dalle parti di Palazzo Lombardia c'era stato particolare malumore, anche tra le leve della Lega, sulle decisioni che aveva preso Patrizia Carrarini, direttore della comunicazione. È stata lei infatti a decidere l'apertura dei bandi. Secondo La Stampa la giunta avrebbe deciso di metterla alla porta, ma in realtà, avendo vinto un concorso, Carrarini potrà essere al massimo spostata. Invece sul bando potrebbero esserci presto novità, anche perché proprio la tenaglia di Lega e M5s ha fatto sì che Arca, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, una sorta di Consip lombarda, potrebbe annullare il bando nelle prossime settimane, riaprendolo a nuovi pretendenti. Leghisti e pentastellati hanno lavorato di comune accordo. Il 2 maggio ha iniziato Dario Violi, ex candidato governatore dei grillini, ora consigliere al Pirellone, presentando un'interrogazione al presidente del Consiglio regionale (qui il testo). Nel testo si fa appunto riferimento al bando del 29 dicembre, spiegando della suddivisione in due lotti per un valore dell'appalto pari a 20 milioni di euro. E domanda. «Se l'amministrazione regionale ancora condivide l'indizione di una procedura di gara per l'affidamento di un servizio di comunicazione in favore degli enti e delle amministrazioni aventi sede nel territorio della Regione Lombardia». Ma soprattutto specifica nell'interrogazione, «di valutare se la suddivisione in lotti di cui alla determina risulta funzionale e se è stato preso adeguatamente in considerazione l'articolo 51 relativamente alla suddivisione in lotti soprattutto al fine di favorire e garantire l'effettiva possibilità di partecipazione da parte delle microimprese, piccole e medie imprese». Insomma i 5 stelle chiedono un intervento politico contro il bando aperto in fretta e furia, che rischia di favorire gli amici degli amici. Detto fatto. Due giorni dopo a muoversi è Giacomo Ciriello, direttore delle relazioni esterne della presidenza. Si legge nella lettera. «La nuova giunta regionale, insediatasi a seguito delle elezioni del 4 marzo e al lavoro da più di un mese, intende avviare un approfondimento sulle politiche, le attività e gli strumenti della comunicazione istituzionale, nonché sulle risorse ad essa destinate nel bilancio annuale e pluriennale». Per Ciriello «l'obiettivo è duplice: definire un approccio coerente e coordinato di quanto è comunque riconducibile alla Regione e predisporre un aggiornato quadro dei fabbisogni, anche finanziari, che - ti anticipo - saranno sensibilmente ridotti allo scopo di integrare la disponibilità a favore delle politiche sociali». Per questo motivo, «sarà rivisto il Piano di programmazione annuale delle attività di Arca». E quindi «ti chiederei di sospendere le procedure di gara in corso afferenti alla comunicazione - bandite e gestite dalla tua società - e di segnalare a questa presidenza eventuali controindicazioni, di ordine giuridico ed economico, rispetto a tale sospensione».
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