2019-05-30
In Inghilterra boicottano il prosecco sponsor del Congresso delle famiglie
L'azienda trevigiana di Moretti Polegato produce bottiglie apprezzate in tutto il mondo. Ma dalla fiera vinicola di Londra inizia la censura progressista: «Sostiene gli omofobi di destra, bisogna cacciarla».Pensavate che si fosse esaurito il fuoco d'artiglieria contro il Congresso mondiale delle famiglie dello scorso marzo a Verona? Niente affatto, la macchina da guerra è ancora ben oliata, carica di piombo e di odio da lanciare seppur dopo mesi verso organizzatori e ospiti di una convention che era in difesa della vita, della donna, del bambino. L'ultima bordata parte dal Regno Unito e prende di mira uno degli sponsor della manifestazione, l'azienda vinicola Villa Sandi che a Crocetta del Montello, provincia di Treviso, produce un prosecco molto apprezzato anche all'estero. Il titolare, Giancarlo Moretti Polegato, aveva posto il suo logo sulla brochure della manifestazione e pochi giorni fa, partecipando all'evento enologico London wine fair, si è visto accusare di sostenere iniziative di destra. I suoi vini, dunque, vanno boicottati. A sparare i primi colpi bassi è stato il critico gastronomico Jay Rainer, nota firma del quotidiano The Guardian, che il 22 maggio ha lanciato un tweet ai consumatori inglesi con una domanda provocatoria: «Le vostre scelte di prosecco stanno finanziando coalizioni di ultranazionalisti, intolleranti e omofobi? Villa Sandi è stata tra gli sponsor principali del Congresso mondiale delle famiglie, un evento che ha riunito l'estrema destra a Verona». Rainer invitava a leggere l'articolo di Adam Ramsay, coeditore nel Regno Unito della piattaforma multimediale Opendemocracy.net, il quale ha definito l'azienda di Valdobbiadene «sponsor di razzisti, bigotti e ultranazionalisti». Per questo motivo «i critici gastronomici e gli attivisti Lgbt chiedono di boicottare il vino Villa Sandi». Il pezzo, una vergognosa accozzaglia di falsità e accuse, guarda caso è uscito sul sito Web finanziato da George Soros, il magnate pro aborto, pro gender e contro la famiglia naturale, che versa più di 100.000 sterline l'anno a Opendemocracy. Sulla piattaforma (che riceve parecchi soldi anche da altre fondazioni, compreso quel tormentone di Avaaz che pretende sostegni pro elefanti in estinzione o per eliminare Donald Trump dalla scena politica), già durante il congresso mondiale era partito un attacco contro il movimento Citizengo, impegnato in battaglie pro vita. Da Verona, il presidente della fondazione, Ignacio Arsuaga, aveva tuonato: «L'articolo del giornalista pagato da George Soros non ha altro scopo se non quello di danneggiare il movimento pro famiglia e pro life internazionale». Ma Opendemocracy.net procede imperterrito e nella sezione scoop «Chi c'è dietro i soldi oscuri che finanziano la nostra politica», ha infilato nel tritacarne del pensiero unico anche le bollicine di un produttore di prosecco. Con altri tweet, Jay Rainer ha poi insistito sull'opportunità di chiedere gli orientamenti politici dei produttori di vino presenti alla fiera londinese, ed elencato tutti i vini con marchio Villa Sandi perché fossero boicottati. La risposta dell'azienda trevigiana era arrivata sempre via Twitter: «Ciao Jay Rayner, il modo in cui si fa riferimento a Villa Sandi non riflette i valori e la filosofia della nostra azienda. Le istituzioni locali ci chiedono spesso di partecipare a eventi locali. Le implicazioni del congresso sono state inaspettate e ci hanno lasciato completamente sconcertati». Per il critico inglese, Villa Sandi avrebbe dunque chiesto scusa per essere stata sponsor di una conferenza di «partiti di estrema destra ed omofobi». Mentre sui social si moltiplicavano gli attacchi al produttore di prosecco, secondo La Tribuna di Treviso anche la Regione Veneto avrebbe preso le distanze dall'azienda di Crocetta del Montello, puntualizzando che il governatore Luca Zaia «apprende con stupore che la Regione Veneto avrebbe sollecitato gruppi imprenditoriali privati a sponsorizzare il convegno sulla famiglia». Insomma, se Giancarlo Moretti Polegato ha pensato di contribuire alle spese della convention sarebbe stato solo per sua iniziativa. Della quale non dovrebbe pentirsi, aggiungiamo noi, visto che era in sostegno della famiglia. D'accordo le ragioni aziendali (non dimentichiamo il «percorso di redenzione» scelto da Barilla per rimediare alle dichiarazioni del suo presidente nel 2013: «Non faremo pubblicità con omosessuali perché a noi piace la famiglia tradizionale» e il conseguente boicottaggio dei suoi prodotti), ma Villa Sandi avrebbe dovuto reagire con fermezza ai beceri cinguettii del Web. Così come ha fatto Roberto Brazzale, l'altro produttore veneto finito nel mirino sulla piattaforma foraggiata da Soros. Sponsor pure lui del congresso, nel quale aveva parlo dell'iniziativa a sostegno della famiglia che non programma figli per problemi economici (un baby bonus di 1.500 euro a ogni dipendente che abbia un pargolo), il titolare della più antica azienda casearia italiana si sarebbe reso colpevole, per Opendemocracy, di «adottare politiche per incoraggiare i suoi dipendenti a riprodursi». Davvero una vergognosa pensata, della quale per fortuna Brazzale non ha chiesto scusa.