2023-01-24
Immigrati schiavizzati nei cantieri. Per i Giochi la Francia copia il Qatar
Cantiere del villaggio olimpico a Parigi (Ansa)
Le Olimpiadi del 2024 sono un caso: la narrazione buonista di Emmanuel Macron sbatte contro gli irregolari al lavoro, spesso in nero, a Parigi. Dove si segue un modello simile a quello utilizzato a Doha per i Mondiali di calcio.Nel 2024 la fiaccola olimpica arderà a Parigi, ma a poco più di dodici mesi dalla cerimonia di apertura, la Francia già scopre il rovescio della medaglia delle Olimpiadi di Parigi 2024. Un’ombra con un nome e un cognome: lavoro nero.Peggio, tra i lavoratori irregolari ci sono moltissimi sans-papier, che tradotto in italiano significa immigrati clandestini. Le condizioni di lavoro di molti carpentieri delle Olimpiadi parigine ricordano quelle dei manovali che hanno costruito (talvolta rimettendoci la vita) gli stadi dei Mondiali del Qatar. La questione è in aperto contrasto con la narrazione buonista e inclusiva che Emmanuel Macron, il governo di Elisabeth Borne e il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, alimentano in previsioni delle Olimpiadi.Inoltre, la presenza di irregolari nei cantieri olimpici cozza con l’abitudine propria di macronisti e della sinistra al caviale d’Oltralpe di voler dare lezioni di «diritti» al mondo intero, soprattutto quando devono criticare leader di destra. Spesso queste considerazioni della «buonosfera» francese hanno avuto come destinatari, ministri o politici italiani. Giusto per ricordare alcune esternazioni rivolte a Roma da certi pezzi da novanta macronisti, basta citare quella di Gabriel Attal, attuale ministro dei Conti pubblici. Nel 2018, quando l’Italia si era rifiutata di accogliere la nave Aquarius, Attal era portavoce di Lrem, il partito fondato da Macron e non aveva esitato a dire che: «La linea del governo italiano è vomitevole».Come dimenticare, poi, l’uscita del premier di Parigi, all’indomani della vittoria di Giorgia Meloni alle politiche. Il 26 settembre scorso, Elisabeth Borne aveva dichiarato su Bfm Tv di essere «attenta» al rispetto da parte dei futuro governo italiano dei «diritti umani» e «in particolare del rispetto del diritto all’aborto». Alla luce di queste e di altre sparate, è evidente che sia difficile ammettere che, anche nella patria dell’égalité, gli immigrati clandestini siano sfruttati da impresari senza scrupoli, impegnati con le loro imprese a costruire lo scintillante palcoscenico sul quale si svolgeranno le prossime Olimpiadi.Eppure la questione è reale. L’agenzia France Presse ha pubblicato in questi giorni un reportage che illustra una situazione talmente grave da indurre l’ispettorato del lavoro a istituire un’unità dedicata alle strutture olimpiche. Da due anni, gli agenti di questa sezione speciale controllano un cantiere al giorno. E dire che uno dei co-presidenti del comitato di controllo della Carta sociale di Parigi 2024 è Bernard Thibault, ex segretario del sindacato Cgt e già membro del Bit, l’Ufficio internazionale del lavoro. Anche l’ex sindacalista ha definito «evidente» il fatto che il numero di lavoratori clandestini superi quello delle scoperte compiute finora dagli ispettori.Va detto che solo alcune delle grandi imprese che hanno vinto le gare d’appalto olimpiche hanno preso sul serio la questione dei lavoratori in nero. Il problema, però, sussiste con le piccole imprese edili alle quali i giganti hanno subappaltato i lavori. Tra i leader del settore che hanno reagito c’è il gruppo Gcc che, interrogato da Le Monde ha confermato di aver «immediatamente messo fine al contratto» di subappalto con un’altra impresa. Secondo France Presse, anche Solideo, società incaricata di consegnare le opere olimpiche, ha «immediatamente preso le disposizioni necessarie».Il problema, però, rimane e anche la giustizia francese ha iniziato a occuparsene. Già alla fine della scorsa primavera, la Procura di Bobigny ha aperto un’inchiesta per «lavoro dissimulato» e «impiego organizzato di stranieri senza titoli di soggiorno», nonché «riciclaggio aggravato». In molti casi, i lavoratori clandestini utilizzano i documenti di conoscenti che, in cambio, ricevono dei soldi. Come riportato da varie testate francesi, il «prestito» di documenti non rappresenta un problema per le imprese. A loro basta solo che il lavoro sia fatto.C’è poi un altro aspetto inquietante: la presenza di imprese subappaltatrici straniere legate a Paesi dai quali sono già arrivate azioni di disturbo nella società francese. L’informazione è stata confermata al quotidiano transalpino dal sindacalista Cgt Jean-Albert Guidou ,che ha parlato di una «nebulosa di società, tutte dirette da cittadini turchi o francesi di origine turca provenienti dalla stessa regione». Non bisogna dimenticare che nel 2018, dei militanti del partito di Recep Tayyip Erdogan, avevano strappato il manifesto della copertina del settimanale Le Point, che definiva il leader turco come un «dittatore».Sempre in tema di diritti dei lavoratori, va ricordato anche che, già lo scorso novembre, il governo francese si era trovato in imbarazzo dopo la scoperta dell’origine dei peluche raffiguranti la mascotte dei Giochi olimpici. I pupazzetti a forma di berretto frigio sono fabbricati in Cina, un Paese dove i lavoratori sono spesso sfruttati e sottopagati. Anche in quel caso, la Francia di Macron ha dato prova di saper predicare bene ma razzolare male.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)