2021-10-18
Il Viminale pubblica l’esito dei ballottaggi prima del voto: «Era solo un test»
Le schermate di prova del sito sono state diffuse da giornalisti o tecnici accreditati. Il ministero: «Cerchiamo i responsabili».I risultati dei ballottaggi nel Lazio hanno fatto il giro dei social con 24 ore d'anticipo rispetto all'apertura delle urne. Con tanto di sindaci eletti, percentuali, seggi attribuiti e confronto con il primo turno. Era una prova, ma è finita in rete. L'ultimo pasticcio del Viminale guidato dalla ex prefetto Luciana Lamorgese si è consumato sul portale delle elezioni Eligendo, sito web della Direzione centrale dei servizi elettorali che ha l'obiettivo di fornire in tempo reale gli aggiornamenti sui dati di affluenze e sui risultati degli scrutini e che ha anche un'app collegata. Utenti di Facebook hanno cominciato a diffondere degli screenshot del sito del Viminale che a Latina indicavano quale vincitore della competizione elettorale, e quindi come sindaco eletto, Vincenzo Zaccheo, precisando anche che al secondo turno avrebbe ottenuto 34.861, quindi il 51 per cento, contro il primo cittadino uscente Damiano Coletta, che invece non sarebbe andato oltre i 33.494 voti. Stessa storia per Frascati: il Viminale ha indicato come vincitore l'ex sindaco Roberto Mastrosanti, al quale è stato attribuito il 71,4 per cento delle preferenze, che quindi ha staccato non di poco la candidata Francesca Sbardella. Un errore c'è stato. E, a quanto pare, anche una manina furbetta. Dal Viminale hanno spiegato che si trattava di una prova, che non è stata pubblicata. Gli utenti che si sono collegati al sito in quelle ore, infatti, non hanno trovato dati inseriti né seggi attribuiti. Le schermate diffuse sui social erano nel back office del sito web del Viminale, al quale possono accedere solo coloro i quali hanno una password: «I tecnici, i collaboratori, ma anche i giornalisti accreditati», spiegano fonti del Viminale. Tra chi si è collegato in quel momento, e che di certo ha lasciato una traccia informatica dei suoi spostamenti digitali sul sito, si sono concentrate le ricerche degli informatici del ministero dell'Interno: «Stiamo cercando di capire chi si è divertito a far uscire quegli screenshot». Che dopo essere finiti sui social sono stati ripresi anche da la Repubblica. «Un errore», secondo il quotidiano, «tanto incredibile quanto inspiegabile, che è stato subito corretto. Prima che tornassero vuote le schede sulle città delle province di Roma, Latina, Frosinone e Viterbo che torneranno al voto, qualcuno è però riuscito a scattare qualche foto». Ovviamente alcuni candidati se la sono presa. Anche se nessuno, alla vigilia del voto, ha voluto creare il caso alimentando polemiche. «Dall'altra sera c'è chi guarda con timore a quella che potrebbe essere una profezia. Ma c'è anche chi la intende come una iattura. Tra chi tocca ferro e chi ci spera, tra chi si fa una risata e chi cerca di capire cosa sia successo, si tratta comunque di un aneddoto curioso da raccontare», riporta ilmamilio.it, sito d'informazione locale dei Castelli romani. Coletta, della coalizione di centrosinistra a Latina, dato per sconfitto, a La Verità ha detto: «Per fortuna la situazione era così inverosimile che qualsiasi elettore si è reso conto che si era trattato solo di un errore». E, infatti, chi, come Mauro G., ha condiviso gli screenshot ha dato della «veggente» al ministro Lamorgese. O chi, come Vincenzo G., ha liquidato il caso come «Cialtronaggine di Stato». Il caso è stato cavalcato anche dal blog di Gianluigi Paragone: «Qualcuno sembra conoscere già il nome dei vincitori. Se pensate che parliamo di qualche esperto analista, però, sappiate che vi sbagliate e di grosso. A sapere in anticipo l'esito è infatti nientemeno che il Viminale». Guardando con un po' di attenzione i dati diffusi non era difficile comprendere che si trattava di un falso. A Frascati, per esempio, i due risultati elettorali erano con la cifra tonda: 10.000 voti per Mastrosanti e 4.000 per Sbardella (per un totale di 14.000 voti su 18.572 elettori, molti di più rispetto ai votanti che presumibilmente andranno alle urne nei due giorni dedicati al ballottaggio). Non uno di più né uno di meno. Inoltre, le foto diffuse, stando alla versione che circola tra fonti vicine al Viminale, sarebbero state tagliate ad arte. Sopra i dati, infatti, ci doveva essere l'indicazione che si trattava di una prova. Dicitura che è sparita dalle foto che si possono ancora trovare in rete e che sono a corredo dei vari post su Facebook. La fase di test è durata sei minuti per ogni candidato. Dal Viminale spiegano che «funziona così da quando il sito è stato messo online per la prima volta e non solo per i ballottaggi, si tratta di verifiche che vengono fatte prima di ogni spoglio, per non correre il rischio che all'ultimo momento qualcosa non vada per il verso giusto». E, per controllare se l'attribuzione dei seggi veniva caricata correttamente da Eligendo, anche chi sugli screenshot diffusi si è trovato come sconfitto, poi in realtà per altri sei minuti era il sindaco eletto. Ma ormai la frittata era stata fatta. Una cosa è certa: bisognerà accertare come sia potuto accadere e se ci saranno delle conseguenze.
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