2020-05-08
Il tribunale di Firenze assolve Profumo su Mps
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Alessandro Profumo (Ansa)
Il Tribunale Civile di Firenze ha emesso una sentenza con cui per la prima volta viene riconosciuta la correttezza dei prospetti 2014-2015 del Monte dei Paschi con riferimento al tema della contabilizzazione dei crediti deteriorati: richiesta di risarcimento danni respinta e condanna alle spese legali pari a 17.500 euro per un risparmiatore che aveva promosso una causa civile contro Mps per i suoi investimenti azzerati.
Il Tribunale Civile di Firenze ha emesso una sentenza con cui per la prima volta viene riconosciuta la correttezza dei prospetti 2014-2015 del Monte dei Paschi con riferimento al tema della contabilizzazione dei crediti deteriorati: richiesta di risarcimento danni respinta e condanna alle spese legali pari a 17.500 euro per un risparmiatore che aveva promosso una causa civile contro Mps per i suoi investimenti azzerati. Il risparmiatore, tra il 2014 e il 2016, aveva acquistato azioni del Monte per circa 165.000 euro vedendo poi azzerato il loro valore. Secondo il ricorrente, «le sue scelte di investimento sarebbero state condizionate dalle informazioni mendaci diffuse dalla banca nei prospetti informativi e nei propri documenti contabili». Di qui la decisione di fare causa contro l'istituto di Rocca Salimbeni. Ma il tribunale ha respinto la domanda di risarcimento «per l'assenza del nesso di causalità tra condotta e danno», e affermando che «non può ritenersi esistente la lamentata carenza informativa dei prospetti relativi agli anni 2014-2015», epoca in cui alla guida della banca c'erano appunto Alessandro Profumo come presidente e Fabrizio Viola come amministratore delegato.Il Tribunale, nel respingere la domanda di un risparmiatore, afferma che entrambi i prospetti sono esenti da censura in merito alle informazioni contenute in essi sui crediti deteriorati e al rischio di credito. Secondo fonti legali questa sentenza del tribunale fiorentino può essere utile anche in sede penale per la vicenda ancora aperta a Milano.A dicembre 2019 Il gip di Milano Guido Salvini aveva conferito l'incarico a due esperti, Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini, di effettuare una complessa perizia, dando un termine di 6 mesi, per verificare l'impatto dei crediti deteriorati, i non performing loans, sui bilanci di Mps tra il 2012 e il 2017. L'accertamento tecnico in incidente probatorio era stato disposto in uno dei filoni di indagine sul Monte dei Paschi, in quello in cui gli ex vertici Profumo, Viola e l'ex presidente del collegio sindacale, Paolo Salvatori rispondono di falso in bilancio. È una tranche di indagine per la quale gli stessi pm avevano chiesto l'archiviazione delle accuse, istanza che, però, il gip a fine luglio non aveva accolto, ordinando nuove indagini. Il giudice aveva accolto la richiesta di archiviazione solo per l'istituto di credito senese indagato come persona giuridica, proposta dai pm Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici e aveva disposto, invece, la ritrasmissione del fascicolo in Procura «per ulteriori indagini» sui tre indagati. Secondo il gip, infatti, la richiesta dei pm non offriva «una risposta soddisfacente in quanto si limita a riportare nella motivazione le dichiarazioni soprattutto di alcuni funzionari della Banca d'Italia senza ricostruire in modo organico la complessa vicenda dell'esposizione dei crediti deteriorati». Proprio nelle nuove indagini ordinate dal gip, su quel filone che era stato trasmesso per competenza da Siena a Milano e nato da alcuni esposti di azionisti, è stata disposta la perizia (iniziata il 9 gennaio e il termine è di sei mesi, Covid permettendo) per verificare l'impatto dei crediti deteriorati sui bilanci.
Jose Mourinho (Getty Images)