2018-08-24
Il sindacalista con il mutuo da favola viene «inchiodato» dall’ex moglie
Giulio Romani, come ha rivelato La Verità, aveva ottenuto un prestito allo 0,6%, tasso insperabile per molti risparmiatori. Lui aveva minacciato querele mai arrivate. E ora la vecchia compagna lo sbugiarda online.Ha tirato in ballo i poteri forti, ma senza fare nomi e cognomi. Ha dichiarato di averci querelato, ma la (presunta) denuncia è rimasta lettera morta. Ha parlato addirittura di macchina del fango e di fake news, come se avessimo costruito una finta verità. È finito, invece, per essere clamorosamente smentito dalla ex moglie (oltre che dai fatti). Stiamo parlando del capo della First, il braccio bancario della Cisl, Giulio Romani. La sua curiosa vicenda - e quella del mutuo da favola che si è assicurato un paio di anni fa - ve l'abbiamo raccontata su queste colonne il 24 luglio scorso. Una vicenda tipica italiana, dove i casi di furbetti della Casta si sprecano. È la storia di chi, in questo caso, è riuscito a ottenere denaro da una banca a condizioni particolarmente di favore mentre rivestiva (e riveste tutt'ora) i panni del rappresentante degli stessi lavoratori bancari. Per comodità, riassumiamo rapidamente il caso: l'alto dirigente della Cisl nel 2016 è riuscito a ottenere un mutuo da 300.000 euro dalla Cassa di risparmio del Veneto (oggi Intesa Sanpaolo), proprio mentre quella regione veniva scossa dal terremoto bancario di Popolare Vicenza e Veneto Banca. Un finanziamento che Romani (dipendente del Monte dei Paschi di Siena) chiede per cancellare un precedente debito di analogo importo, chiesto nel 2014 con la moglie (dalla quale si separa più tardi) e necessario ad acquistare un appartamento con garage a Verona, pagato 165.000 euro. Quel secondo affidamento viene concesso al solo Romani a un tasso di poco superiore allo 0,60% (contro una media di mercato che va ben oltre il 2%): condizioni, secondo una nostra fonte, «sorprendentemente generose che potrebbero portare a vantaggi economici fino a 54.000 euro in termini di risparmi sugli interessi versati». In 20 anni, questa la durata dei rimborsi, Romani dovrebbe versare circa 18.500 euro a fronte dei 72.900 calcolati con condizioni standard: un vantaggio di tutto rispetto per il suo portafoglio.Il primo mutuo, invece, era stato erogato nel 2014 a entrambi i coniugi, anche in quel caso a condizioni di sconto, ma legate al fatto che la ex moglie del capo della First era una dipendente della Cr Veneto. Fatto sta che la vita coniugale si inceppa e, nell'ambito della separazione, nasce l'operazione finanziaria. Operazione che per Romani, come lui stesso ha spiegato sul portale ufficiale della First e su un piccolo sito d'informazione, sarebbe stata imposta dal giudice nell'ambito della procedura di divorzio. Spiegazioni che sono arrivate, peraltro, a distanza di due settimane dello scoop della Verità. Il sindacalista, come accennato, punta il dito contro le fake news e grida al complotto. Poco importa. Quel che conta è che tutte le affermazioni del segretario generale della First sono state poco dopo smentite dalla ex moglie. La quale ha pubblicato una lunga lettera su un sito di dissidenti cislini (www.il9marzo.it, anch'esso oggetto di critiche da parte del segretario First e di presunte denunce per diffamazione). Lettera che, in pratica, chiude il caso e ci dà ragione. «Nessun giudice ha mai imposto al Romani l'accollo della posizione debitoria connessa al mutuo in conseguenza della separazione, per la semplice ragione che si è trattato di una separazione consensuale, definita sulla base di un accordo di cui il giudice ha preso atto», scrive online la ex moglie del capo della First. E nessuna fretta, comunque. Romani dice che avrebbe preferito bussare a Mps, ma la tabella di marcia voluta dal tribunale lo avrebbe costretto a «restare» in Cr Veneto. Falso, dice la ex moglie, perché l'accordo di separazione, formalizzato nel 2016, risale al 2015 e dunque l'ex marito «avrebbe avuto tutto il tempo di ottemperare a quanto consensualmente pattuito scegliendo la soluzione che preferiva». Resta da capire come mai sia rimasto nel gruppo Intesa, il primo player italiano. Mentre lui sostiene di aver ottenuto condizioni non ottimali (considera tali, evidentemente, interessi dello 0,60% o di poco superiori), la ex moglie spiega che in caso di accollo del primo mutuo il tasso finale che lui avrebbe dovuto ottenere sarebbe stato del 3,05%. La differenza è enorme. La ex signora Romani osserva, ancora, che sul primo mutuo gravava una ipoteca di primo grado, declassata a secondo grado, con il finanziamento del 2016. «Nel passaggio da un contratto all'altro c'è stato un miglioramento, certamente non legato alla mia persona», spiega. Come dire che l'ex marito ha negoziato l'affare tutto da solo. Ed è davvero impossibile giustificare condizioni così vantaggiose per un importo così elevato, e per un mutuo legato a una ristrutturazione e non direttamente all'acquisto. «Negli anni d'oro i principali gruppi bancari concedevano prestiti ai dipendenti allo 0,80%, ma non per quelle cifre da capogiro», ci spiega di nuovo l'esperto. E il capo della First, come osservato, non è dipendente dell'istituto da cui ha ottenuto il generoso prestito.La ex moglie, poi, fa un'ulteriore riflessione: «Mi lascia più che perplessa leggere che il Romani non avrebbe avuto il tempo di sottoscrivere un mutuo a “condizioni nettamente più vantaggiose" con la banca di cui è dipendente in distacco sindacale. I fatti stanno in altro modo».C'è un altro aspetto, poi, oggetto di contestazione da parte di Romani che merita di essere analizzato. «Si dice falsamente che sia stato finanziato il 182% del valore del bene, mentre è stato finanziato meno dell'80%», dichiara il sindacalista. Dagli atti in nostro possesso risulta che il prezzo di vendita sia stato di 165.000 euro. Con la sua affermazione, tuttavia, Romani fa intendere che dalla perizia della banca il bene sarebbe stato valutato non meno di 360.000 euro (più di due volte il prezzo d'acquisto) senza nessuna giustificazione. Sempre sul sito della First e sul blog d'informazione, come detto, Romani ha dichiarato di aver querelato La Verità e ha motivato l'uscita dell'articolo del 24 luglio con presunte manovre di poteri forti. Nel primo caso, attendiamo e siamo pronti a mostrare tutti i documenti. Nel secondo, preferiamo sorridere insieme con i nostri lettori.
Jose Mourinho (Getty Images)