2025-02-17
Il Sanremo «di destra» sbanca: ascolti e introiti pubblicitari record
Il Festival regge pure senza carnevalate Lgbt e piace ai giovani. Ricavi saliti dell’8,5%.Evviva il festival meloniano. Normale, tranquillo, senza sermoni propagandistici sul femminismo e carnevalate Lgbt, la cultura woke e la pace, le matite copiative pensando al voto europeo e il potere maschile: il Festival 2025 con la sua «leggerezza» ha vinto su tutti i fronti ed è piaciuto soprattutto ai giovani. «Tutta l’Italia» non ha sentito la mancanza dei comizi, dell’impegno tanto al chilo e di Bella ciao di sottofondo e ha seguito il Festival di Carlo Conti che non si è offeso ad essere etichettato come un «normalizzatore»: «Se far venire il Santo Padre, Bove che parla della morte che gli è passata davanti agli occhi, viva la normalità». Inoltre la tanto vituperata TeleMeloni non ha neanche impedito all’abbronzato conduttore che si definisce «baudiano», di «fare la spalla» a Roberto Benigni che ha usato il solito copione «contro»: da Elon Musk e Giorgia Meloni a Donald Trump, all’elogio sperticato di Sergio Mattarella, fino al campo largo della sinistra che non c’è. Quello del comico toscano non era un comizio contro il governo, sia chiaro, ma semplicemente un pretesto per presentare il suo nuovo programma, Il Sogno, spettacolo di «verità e bellezza». A marzo, naturalmente su Rai Uno. E sono i numeri della performance, malgrado 3 sere su 5 ci fosse il calcio delle grandi competizioni e l’incombente successo di Amadeus nelle precedenti edizioni, a rincuorare Conti al suo quarto Festival e che già guarda al quinto: la finale di Sanremo 2025, che ha visto la vittoria di Olly con Balorda nostalgia, (seguito da Lucio Corsi e Brunori sas) e la presenza sul palco di Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan, ha totalizzato una media di 13.427.000 spettatori pari al 73,1% di share, conquistando nello specifico 15.590.000 pari al 68.8% nella prima parte e 10.695.000 pari al 78.7% nella seconda. Anche se proprio sabato sera è stata l’unica serata che non superato gli ascolti della scorsa edizione che aveva toccato il 74,1% di share, la media di ascolto dei 5 giorni di questa edizione del Festival è stata di 12,5 milioni di spettatori con il 67.1% di share, ovvero l’edizione più vista dal 2000 ad oggi, che in termini di percentuali di ascolto è il risultato più alto di sempre. Il dato più sorprendente è però quello sui giovani che hanno visto questo festival, come svelato da Marcello Ciannamea, direttore del Prime time della Rai: «Gli spettatori tra i 15 e i 24 anni sono l’emblema di Sanremo, e sono numeri stratosferici. In questa fascia di età la media dello share delle 5 serate è stata del 77,7%, sabato sera dell’82,3%. Rispetto al 2024 abbiamo guadagnato 800.000 teste in più. E i giovani, come target, sono il cuore del successo di questo festival». I dati Auditel si riferiscono alla total audience, che calcola, oltre alla fruizione televisiva tradizionale, anche la visione in diretta su pc, smartphone e tablet. Tanti gli spettatori anche degli altri spazi dedicati alla kermesse: in access prime time, PrimaFestival con Bianca Guaccero, Gabriele Corsi e Mariasole Pollio si è aggiudicato il 48.9% pari a 10.213.000 individui all’ascolto, mentre l’anteprima Sanremo Start ha raggiunto il 60.5% con 13.883.000 teste. L’anno scorso il Primafestival raccolse il 47.7% e Sanremo Start il 61.2%. Il dato più «pesante» però è quello della raccolta pubblicitaria che quest’anno si è attestata a 65 milioni e 258.000 euro, il +8,5% sull’edizione 2024 che già era record. Dati questi che decretano la vittoria di «mamma Rai» su tutta la linea, come ribadito da Luca Poggi, ad di Rai Pubblicità, nella conferenza stampa finale: «Una performance riconducibile alla politica delle partnership con gli inserzionisti. Quello che abbiamo fatto fuori dall’Ariston, ossia il Festival nel Festival, ha reso possibile questo risultato. Un grazie va ai partner che hanno animato la città con intrattenimento, contenuti bellissimi e innovativi».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)