2020-10-24
Il premier alle corde. E De Luca delira: «Lockdown per tutti»
Lo Sceriffo serra la Campania e attacca: «Sciacalli al governo». Riapre l'ospedale di Milano Fiera. Coprifuoco in altre tre regioni.Parola d'ordine: scaricare. Responsabilità, scelte impopolari, decisioni drastiche. Il governo, se governo si può definire, guidato da Giuseppe Conte, continua a non fare assolutamente nulla mentre la seconda ondata di coronavirus ha ormai pienamente investito anche l'Italia. Ieri, secondo il bollettino del ministero della Salute, l'incremento di casi positivi è stato di 19.143 unità, con 182.032 tamponi, il numero più alto dall'inizio dell'emergenza. Il totale dei contagiati, comprese vittime e guariti, ha toccato quota 484.869. In calo invece l'incremento delle vittime, 91 in un giorno rispetto ai 136 dell'altro ieri, con il totale che raggiunge quota 37.059. Gli attualmente positivi sono 186.002 (+16.700) con 10.549 pazienti ricoverati con sintomi (+855) e 1.049 in terapia intensiva (+57). Sono in isolamento domiciliare 174.000 pazienti, mentre sono 2.352 le persone guarite o dimesse. In Lombardia i nuovi casi positivi sono 4.916, in Campania 2.280, in Piemonte 2.032, in Veneto 1.550, nel Lazio 1.389, in Toscana 1.290. La regione con la percentuale più alta di pazienti in terapia intensiva rispetto ai posti a disposizione è l'Umbria, (27,85%) seguita da Campania (21,71%) e Sardegna (20,69%). In Lombardia la percentuale è al 15,69%.La situazione è vicina al punto critico, la quota di contagiati giornalieri che il governo ha previsto per far scattare il lockdown nazionale è fissata, come La Verità ha anticipato giorni fa, a quota 25.000. Eppure, Conte nicchia, sperando che siano i sindaci e i presidenti di Regione ad accollarsi i i contraccolpi di nuove ordinanze più restrittive. «Siamo ancora dentro la pandemia», balbetta il premier, «dobbiamo tenere l'attenzione altissima. Forti dell'esperienza della scorsa primavera, dobbiamo contenere il contagio puntando a evitare l'arresto dell'attività produttiva e lavorativa, come pure la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici. Dobbiamo scongiurare un secondo lockdown generalizzato». Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è durissimo: «Comunicherò al governo», dice De Luca nel corso della consueta diretta Facebook del venerdì, «la mia richiesta di lockdown per tutta l'Italia, ma per quello che riguarda la Campania procederemo in direzione della chiusura di tutto. Avevamo immaginato, con l'ordinanza che entra in vigore oggi (ieri per chi legge, ndr), di introdurre una misura parziale, ma per i dati che abbiamo non basta più. Faremo quello che riteniamo più giusto. Chiuderemo tutto, secondo lo schema già conosciuto ad aprile e marzo: chiusura di tutto, tranne le attività essenziali, e stop alla mobilità interregionale e fra comuni». Lo sceriffo non si trattiene, e bombarda l'esecutivo: «Nel governo», attacca De Luca, «ci sono persone perbene, con le quali continueremo a collaborare, ma anche tangheri e sciacalli. C'è anche un improbabile ministro sciacallo. Ringrazio il ministro della Salute, Speranza, che collabora e capisce cosa è la Campania, il ministro dell'Interno, il capo della polizia, che hanno corrisposto alla domanda di invio di forze dell'ordine. Mi verrebbe da dire», aggiunge De Luca, «affrontiamo questa situazione da uomini, espressione che non si usa più, di sicuro non la userò per un ministro». Il lockdown in Campania dovrebbe scattare lunedì prossimo, e durare tra i 30 e i 40 giorni.Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, è determinato: «Un lockdown completo», dice Fontana, «sarebbe insopportabile per l'intero Paese. E proprio per questo stiamo lavorando nella direzione di individuare misure restrittive in singoli ambiti che impattino il meno possibile sulla vita quotidiana dei singoli e delle famiglie. I provvedimenti previsti nell'ordinanza della Regione Lombardia hanno un solo obiettivo: ridurre la diffusione del virus. I dati dell'intera Lombardia sono davanti agli occhi di tutti e serve la massima attenzione da parte di ogni soggetto chiamato in causa per affrontare la situazione nel modo migliore. A partire dalla politica. Oggi (ieri per chi legge, ndr) riapre l'ospedale in Fiera a Milano, sarei stato molto più contento che questo non fosse accaduto. Purtroppo non è così», sottolinea Fontana, «e questa struttura avrà l'obiettivo di togliere un po' di pressione agli altri ospedali. Le critiche del ministro Lucia Azzolina sulla didattica a distanza? Io sono sempre stato a favore della scuola in presenza e contrario alla Dad, ma in una situazione di necessità bisogna fare delle scelte anche dolorose», risponde il governatore lombardo, «nell'ora di punta c'è un grande affollamento, soprattutto sulle metropolitane e sui bus. Dobbiamo cercare di ridurre questo affollamento e le ipotesi sono due: o riduciamo la gente che va al lavoro o la gente che va a scuola». Intanto, il report settimanale dell'Istituto superiore di sanità diffuso ieri segnala un «importante aumento, a livello nazionale, nell'ultima settimana nel numero di persone ricoverate (7.131 vs 4.519 in area medica, 750 vs 420 in terapia intensiva nei giorni 18/10 e 11/10, rispettivamente). Aumentano i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva, con alcune regioni sopra 10% in entrambe le aree. Se l'andamento epidemiologico mantiene il ritmo attuale, esiste una probabilità elevata», avverte l'Iss, «che numerose regioni raggiungano soglie critiche di occupazione in brevissimo tempo. L'epidemia è in rapido peggioramento. Sono necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone».Intanto, lunedì 26 ottobre, scatterà il coprifuoco anche in Calabria, Piemonte e con ogni probabilità in Sardegna, che andranno ad aggiungersi a Lombardia, Lazio e Campania. Il governo ora deve assolutamente reperire le risorse necessarie per sostenere imprenditori, lavoratori e famiglie, che subiranno le conseguenze delle chiusure. Dopo aver tanto blaterato di Recovery fund, è il momento della verità: se questi soldi ci sono davvero, è il momento di usarli, altrimenti l'ipotesi di veri e propri tumulti di piazza è praticamente una certezza.