
La politica tutela tutte le minoranze, da quelle religiose a quelle sessuali, perché attribuendo loro diritti ad hoc le marginalizza e controlla. Lo stesso vale per le sardine che, fuse in un branco incolore, sopiscono ogni tipo di pulsione identitaria minoritaria.«Bimbo coccolato, bimbo sfortunato», è stato fino a un paio di decenni fa un pilastro educativo per diversi gruppi produttivi: borghesi, contadini, operai, artigiani. Far sentire l'affetto senza però scivolare nei «vizi», come venivano direttamente chiamate le varie la grande prova per genitori, insegnanti e altre figure educative. Essere capaci di amare senza abituare a privilegi sbagliati, allenando invece a fatica, difficoltà e soddisfazione di superarle. All'inizio del terzo millennio però, il nuovo potere e prestigio di Internet, l'assedio della tecnologia che vuole sostituirti in tutto e la distruzione dell'attenzione personale da essi prodotti hanno cambiato molte cose. Ancora di più ha fatto la trasformazione dell'immagine dello Stato in una Grande Madre impegnata a soddisfare ogni bisogno per tenere buoni i figli. Si è così perfezionato un percorso già iniziato nel Novecento e soddisfare i vecchi «vizi» è diventata la principale tecnica educativa in ogni ambito formativo.La maggiore difficoltà per i giovani, ma in generale per chi (come tutte le varie «minoranze») ha bisogno di «formarsi» e organizzare un'identità spendibile e funzionante nel mondo, è così diventata proprio quella di riuscire a imparare qualcosa. Per darti forma e affrontare la vita (anche nelle socialdemocrazie ritardatarie come la nostra), sono infatti indispensabili dei limiti, gli oggi deprecati confini, all'interno dei quali coltivare con competenza il proprio territorio; come lo Sguardo selvatico racconta sempre. Oggi molti posti di lavoro ci sono - lo mostrano le statistiche della camere di commercio - ma i giovani spesso neppure si presentano, di solito perché non hanno imparato come farli. Nelle varie scuole infatti, a furia di aiutini, indulgenze e canne, non imparano quasi nulla. La nostra è in gran parte una società formata al nulla. Il quarto di giovani che né studia né lavora non sa per ora fare niente; così spesso non ha neppure voglia di imparare e preferisce vivere con la pensione del nonno, come racconta e documenta Luca Ricolfi.Il problema dell'indulgenza intossicante però non riguarda solo i giovani. Come dimostra bene Francesco Borgonovo nel suo ultimo libro (Contro l'onda che sale. Perché le sardine e gli altri pesci lessi della sinistra sono un bluff, Piemme editore), la nefasta «politica delle identità e dei diritti» riguarda tutti i gruppi sociali, con particolare riferimento alle «identità deboli» (come appunto i giovani) che potrebbero essere i più arrabbiati, e magari gli farebbe anche bene e li irrobustirebbe. Invece vengono «sardinizzati», trasformati in pesciolini da branco, incapaci di movimenti e rotte personali e quindi alleati obbligatori del potere. Verso il quale la giovinezza in formazione ha in passato sempre nutrito un'insopprimibile e formativa avversione (scomoda ma utile ad entrambi, sia ai giovani che al potere). È lo stesso problema delle minoranze sessuali, incalzate dai tentativi delle socialdemocrazie autoritarie di conquistarle con promesse estranee alla loro storia, tradizione e vocazione, come quella del matrimonio e, più recente, dei corpi fatti a pezzi e commercializzati nelle tecniche di procreazione artificiale (Pma, Gpa etc.), che hanno indignato la filosofa Sylviane Agacinski e le femministe francesi e italiane innanzitutto. In realtà è soprattutto per le identità minoritarie che è vitale opporsi all'integrazione omogeneizzante del «siamo tutti uguali»: se l'altro, il diverso si «sardinizza», per lui è finita, non è più nessuno. Per questo, ad esempio, gli omosessuali francesi, individualmente e con i loro gruppi, sono stati tra i più impegnati protagonisti delle Manif pour tous contro il matrimonio omosessuale, dove hanno poi spiegato di tenere moltissimo alla famiglia eterosessuale, essendoci di solito anch'essi nati e per la quale hanno il massimo rispetto e affetto. Mentre non hanno alcun interesse a mascherare i loro rapporti affettivi con il matrimonio: un'esperienza umana profondamente diversa dalla loro. Lo stesso hanno detto, in Italia, artisti importanti e significativi, riconosciuti in tutto il mondo, come Pierpaolo Pasolini, Franco Zeffirelli, Luchino Visconti e molti altri.Questa sicurezza della propria identità e dei propri autentici diritti e doveri non piace però affatto alle socialdemocrazie autoritarie, arrivate al nuovo millennio sfiatate e incattivite. Non piace perché l'identità minoritaria forte, sia anagrafica, etnica o sessuale non si lascia «sardinizzare». Vuole affermarsi con la propria identità vera, non con etichette appiccicate perché fanno comodo al blocco di potere burocratico-economico che vuole controllare tutti, convincendoli che sono deboli e che hanno bisogno dello zio a Roma che li difenda e gli passi l'assegno a fine mese. È una visione orrenda e depressiva sia per un giovane che per identità sessuali, etniche, o di visione del mondo (compresa quella religiosa) diverse da quelle più comunemente praticate. I veri diversi poi oggi sono tantissimi: sono tutti coloro che non si riconoscono in un'identità convenzionale e costruita come è la «correttezza politica» resa obbligatoria nella tarda modernità occidentale. Essi non possono seguire il branco sardinico, non hanno pinne e sarebbe come amputarsi le gambe.È proprio per questo che le democrazie autoritarie, che non accettano elezioni altrimenti vanno a gambe all'aria, si inventano e promuovono le sardine e spacciano «debolismo» gratis, con ricchi premi per tutti quelli che lo vogliono. Indebolendo tutti, cercano di diffondere un relativismo depresso che garantisca loro di occupare ancora un po' la poltrona che perderebbero il giorno dopo. È sempre per questo poi che i potenti «buoni» promuovono lacrimosi programmi di difesa delle identità minoritarie presentandole (come racconta Borgonovo nel suo libro) come eroi-vittime sempre tristi e depressi. Mentre, tanto per fare esempi, omosessuali sono stati (neppure tanto tempo fa) eroi coraggiosi e vittoriosi come Lawrence d'Arabia, o artisti libertini raffinati e molto realizzati, come Marcel Proust o André Gide e un'infinità di altri. È questo un vecchio trucco dei politici avidi (come raccontava già il grande Vilfredo Pareto) e privi di immaginazione, cultura e senso etico: deprimere i sudditi e farli addormentare per togliere loro ogni capacità di reagire. Anche la liberalizzazione della cannabis, la droga stupida che toglie interesse all'azione, è un pezzo centrale di quest'operazione. Lo stesso tentativo di annegare gli ebrei nello status di vittime, senza mai presentare gli aspetti creativi e rivoluzionari della rinascita di Israele, il più piccolo, forte e coraggioso tra gli Stati della modernità, la dice lunga su chi siano questi loro difensori (che, infatti, Israele non lo difendono affatto, anzi). Oltre alla nostra, inesorabile, diversità di persone umane, dobbiamo riprenderci la bellezza e felicità di esserlo. Alla faccia della sardine e del loro branco.
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Giusi Bartolozzi (Ana)
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