2023-11-16
Il piano di Gravina per mettere le mani sulla Consob delle società di calcio
La Covisoc può perdere l’indipendenza. Oggi il presidente Figc può ritrovarsi al vertice un proprio uomo: un giudice del Tar.Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, continua nella sua meticolosa e laboriosa strategia di occupazione delle istituzioni nel mondo del calcio. Dopo la nomina alla fine del 2019 dell’ex capo di gabinetto del ministero dell’Economia del governo Draghi alla Procura federale (Gabriele Chinè) e dopo l’assunzione del figlio di Antonio Tajani (Filippo) nel comitato per Euro 2032, ora è arrivato il momento della Covisoc, la Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche. È un organo di cui si sente spesso parlare quando ci sono di mezzo alcune irregolarità nei bilanci delle società di calcio che devono iscriversi ai campionati. Ha, quindi, un potere enorme. È proprio la Covisoc a decidere e, nel caso, a presentare denuncia alla Procura federale (cioè proprio a Chinè) contro gli amministratori e i presidenti delle società di calcio. Oggi in Consiglio federale, a meno di sorprese, dovrebbe essere nominato il nuovo presidente, ovvero Germana Panzironi, che prenderà il posto di Paolo Boccardelli.La decisione sta facendo storcere il naso a diverse squadre di Serie A e B che non hanno mai sindacato su Boccardelli, ritenuto sempre autonomo e indipendente, mentre hanno avuto a che fare spesso con Panzironi, giudice amministrativo, presidente del Tar dell’Aquila e anche giudice sportivo: fu lei, lo scorso anno, a squalificare l’allora presidente della Ternana, Stefano Bandecchi dopo una partita con il Frosinone e a sanzionarlo con 5.000 euro di multa.In questi anni ha comminato multe a diversi club di calcio (ha lasciato l’incarico questa estate) e anche per questo non è molto amata. Ma nel 2018 fece di più. Il nome della Panzironi rimbalzò nelle cronache sportive per un’altra decisione senza precedenti che colpì la squadra umbra. Con un decreto firmato proprio da lei, Il Tar bocciò sé stesso, a una manciata di giorni di distanza, nella vicenda legata ai ripescaggi di Ternana, Entella e Pro Vercelli accogliendo così le istanze di revoca avanzate da Figc e Serie B. Proprio allora emerse anche un presunto conflitto di interesse che l’ex direttore generale della Figc, Antonello Valentini, rese pubblico con un tweet, dove si sosteneva che Germana Panzironi fosse cugina di Valeria Panzironi, all’epoca capo ufficio legale del Coni e oggi in Sport e salute. Germana Panzironi è già componente della Covisoc, da appena 10 mesi. Soprattutto, è considerata molto vicina a Giancarlo Viglione (i due partecipano spesso insieme a diversi convegni), l’avvocato amministrativista di Gravina, vero deus ex machina della giustizia sportiva nel palazzo di via Allegri a Roma. Da tempo difensore della Figc, poi coordinatore degli organi di giustizia sportiva, Viglione è da gennaio responsabile delle relazioni istituzionali e del legislativo della Federazione.In pratica, sostengono i sempre ben informati addetti ai lavori, Gravina sta mettendole mani su un organo fino ad ora rimasto fuori dalla sua sfera di influenza, un organo come quello della giustizia sportiva che dovrebbe rimanere autonomo ed esterno alle dinamiche politiche della Figc. Basta ripercorrere quanto accaduto sul caso plusvalenze in alcune società di calcio, un fenomeno emerso grazie al lavoro della Covisoc che ha poi collaborato con la Consob e le autorità che stavano lavorando sul caso. Non solo.La nomina della Panzironi rappresenterebbe, per alcuni club, una forzatura. L’incarico a presidente della Covisoc di un magistrato amministrativo e in particolare di un magistrato con il ruolo di presidente di un Tar, evidenzia alcune peculiarità. In particolare, come detto, la Covisoc annovera tra le sue competenze il fondamentale processo di ammissione delle società di calcio ai campionati professionistici. In tali processi la Covisoc delibera l’ammissione o l’esclusione di un club.Per i provvedimenti di esclusione di norma vengono proposti ricorsi in Appello prima nelle sedi interne alla giustizia sportiva e successivamente in quella amministrativa dello Stato, quindi proprio al Tar e al Consiglio di Stato. In pratica, i provvedimenti della Covisoc - che dovrebbero contraddistinguersi per un profilo meramente tecnico dal punto di vista economico e finanziario -, rischiano al contrario di essere proposti da una commissione che denota già un profilo giuridico-amministrativo che potrebbe compromettere l’imparzialità che dovrebbe invece contraddistinguerla.Al contempo ci sono anche da considerare i profili di opportunità e di rischio di eventuali conflitti di interesse. Gravina non ha mai avuto particolare influenza sulla Covisoc, che dal giugno del 2020 è presieduta da un professore come Boccardelli che vanta un lungo curriculum accademico. È ordinario di Economia e gestione delle imprese e strategie d’impresa alla Luiss di Roma, nonché consigliere d’amministrazione di Telecom Italia e, in passato, lo è stato anche di Ubi Banca. Il suo nome è apparso sulle cronache sportive nell’ottobre del 2021. Considerato un indipendente, fu lui a segnalare a Chinè i rilievi della Consob dopo le inchieste su Juventus, Napoli, Sampdoria e Genoa. Il suo mandato è scaduto in ottobre, dopo 4 anni.Così la Figc ha pubblicato lo scorso 27 ottobre un bando, con scadenza il 4 novembre (cioè appena 10 giorni dopo), per arruolare il sostituto. I candidati devono essere almeno «docenti universitari di ruolo in materie giuridiche ed economico-aziendali, anche a riposo; magistrati di qualsiasi giurisdizione [...]; dottori commercialisti, avvocati, notai, avvocati dello Stato [...]». Secondo questi requisiti, Panzironi, alla fine, dovrebbe spuntarla senza particolari problemi.
Antonio Tajani (Ansa)
Alla Triennale di Milano, Azione Contro la Fame ha presentato la Mappa delle emergenze alimentari del mondo, un report che fotografa le crisi più gravi del pianeta. Il ministro Tajani: «Italia in prima linea per garantire il diritto al cibo».
Durante le Giornate Contro la Fame, promosse da Azione Contro la Fame e inaugurate questa mattina alla Triennale di Milano, è stato presentato il report Mappa delle 10 (+3) principali emergenze alimentari globali, un documento che fotografa la drammatica realtà di milioni di persone colpite da fame e malnutrizione in tutto il mondo.
All’evento è intervenuto, con un messaggio, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha espresso «gratitudine per il lavoro prezioso svolto da Azione Contro la Fame nelle aree più colpite dalle emergenze alimentari». Il ministro ha ricordato come l’Italia sia «in prima linea nell’assistenza umanitaria», citando gli interventi a Gaza, dove dall’inizio del conflitto sono state inviate 2400 tonnellate di aiuti e trasferiti in Italia duecento bambini per ricevere cure mediche.
Tajani ha definito il messaggio «Fermare la fame è possibile» un obiettivo cruciale, sottolineando che l’insicurezza alimentare «ha raggiunto livelli senza precedenti a causa delle guerre, degli eventi meteorologici estremi, della desertificazione e dell’erosione del suolo». Ha inoltre ricordato che l’Italia è il primo Paese europeo ad aver avviato ricerche per creare piante più resistenti alla siccità e a sostenere progetti di rigenerazione agricola nei Paesi desertici. «Nessuna esitazione nello sforzo per costruire un futuro in cui il diritto al cibo sia garantito a tutti», ha concluso.
Il report elaborato da Azione Contro la Fame, che integra i dati dei rapporti SOFI 2025 e GRFC 2025, individua i dieci Paesi con il maggior numero di persone in condizione di insicurezza alimentare acuta: Nigeria, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Bangladesh, Etiopia, Yemen, Afghanistan, Pakistan, Myanmar e Siria. In questi Paesi si concentra oltre il 65% della fame acuta globale, pari a 196 milioni di persone. A questi si aggiungono tre contesti considerati a rischio carestia – Gaza, Sud Sudan e Haiti – dove la situazione raggiunge i livelli massimi di gravità.
Dal documento emergono alcuni elementi comuni: la fame si concentra in un numero limitato di Paesi ma cresce in intensità; le cause principali restano i conflitti armati, le crisi climatiche, gli shock economici e la fragilità istituzionale. A complicare il quadro contribuiscono le difficoltà di accesso umanitario e gli attacchi agli operatori, che ostacolano la distribuzione di aiuti salvavita. Nei tredici contesti analizzati, quasi 30 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta, di cui 8,5 milioni in forma grave.
«Non è il momento di tagliare i finanziamenti: servono risorse e accesso umanitario per non interrompere gli interventi salvavita», ha dichiarato Simone Garroni, direttore di Azione Contro la Fame Italia.
Il report raccoglie anche storie dal campo, come quella di Zuwaira Shehu, madre nigeriana che ha perso cinque figli per mancanza di cibo e cure, o la testimonianza di un residente sfollato nel nord di Gaza, che racconta la perdita della propria casa e dei propri cari.
Nel mese di novembre 2025, alla Camera dei Deputati, sarà presentato l’Atlante della Fame in Italia, realizzato con Percorsi di Secondo Welfare e Istat, che analizzerà l’insicurezza alimentare nel nostro Paese: oltre 1,5 milioni di persone hanno vissuto momenti di scarsità di risorse e quasi 5 milioni non hanno accesso a un’alimentazione adeguata.
Dal 16 ottobre al 31 dicembre partirà infine una campagna nazionale con testimonial come Miriam Candurro, Germano Lanzoni e Giorgio Pasotti, diffusa sui principali media, per sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere la mobilitazione di aziende, fondazioni e cittadini contro la fame nel mondo.
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Giancarlo Giorgetti (Ansa)