2020-06-05
Il piano di Giuseppi: confida nel virus per rimanere in sella. E sogna il Quirinale
Il premier deve vivacchiare fino al semestre bianco di Sergio Mattarella. Ma con il Covid «clinicamente morto» il progetto può saltare.In molti fanno finta di niente, ma è nato il partito Forza virus. La tessera numero uno è di Giuseppe Conte, la numero due di Dario Franceschini che è ormai un ministro ad personam. Gli iscritti sono coloro i quali temono di andare a casa, gli eurofanatici, gli apparatnik, i membri del Csm tanto per dirne alcuni. E ci sono anche i padri nobili: in testa Romano Prodi, che deve pur dare garanzie ai suoi mandanti europei, ai quali obbediscono anche personaggi minori come Lorenzo Bini Smaghi, Mario Monti. Impassibile assiste Sergio Mattarella che ben consigliato da Ugo Zampetti, il Clemens von Metternich all'amatriciana, medita su un bis. Chi in queste ore ha creduto che il primo «oppositore» del presidente del Consiglio sia il neopresidente di Confindustria, Carlo Bonomi, il quale finalmente rivendica il primato dei produttori rispetto ai distributori di elemosine, sbaglia. Il vero problema di Giuseppe Conte è Alberto Zangrillo. Il prorettore dell'Università San Raffaele e primario di rianimazione della forse più prestigiosa istituzione sanitaria d'Italia l'Ospedale San Raffaele, dicendo: il virus è clinicamente morto ha messo a nudo il nulla fatto dal governo Conte durante la pandemia e soprattutto per la ripartenza. Di schiaffoni nel corso degli ultimi giorni l'avvocato di Volturara Appula ne ha presi diversi: la procura di Bergamo gli ha detto che toccava a lui fare le zone rosse in Lombardia; Ursula von der Leyn gli ha spiegato che i soldi del recovery fund arriveranno a Paese morto e col contagocce; l'Austria, la Grecia, la Francia gli hanno chiuso i confini in faccia. A fortiori l'Italia è isolata nel suo quadro di alleanze storiche perché è l'unico Paese a non aver chiesto chiarimenti alla Cina che sul virus ha certamente mentito. Ignazio Visco ha avuto l'ardire di ricordargli che il Pil sprofonda del 13% e avremo un milione di disoccupati in più; infine Carlo Bonomi gli ha detto che gli industriali hanno le tasche piene non di soldi, ma dei suoi annunci. Lui rilancia con la solita pièce a reti unificate, ma il suo vero problema è la certezza di Alberto Zangrillo: il virus è clinicamente morto. Non è un caso che i virologi a gettone abbiano alzato alti lai di protesta per confortare il povero premier. Perché la sua tattica funziona solo se il Paese resta paralizzato, il confronto politico ingabbiato dal Quirinale e lui può continuare a terrorizzare gli italiani a cui fare la carità. Giuseppe Conte ha bisogno del ritorno del virus per durare un anno, forse anche una decina di mesi bastano. Il disegno è questo: arrivare fino al semestre bianco - luglio 2021- quando scadrà il mandato di Mattarella per eleggere un successore gradito all'Europa, che significa Germania e Francia, con l'attuale maggioranza parlamentare, impedendo al centrodestra di scegliere - qualora si andasse prima alle urne - il nuovo presidente della Repubblica. Che cosa ci guadagna Conte da questo schema? Due opportunità. La prima è di assicurarsi il sostegno europeo quanto basta per arrivare all'anno prossimo, condizionando però la politica economica del Paese anche per gli anni a venire. La seconda è di ritagliarsi un ruolo centrale in politica. Alcuni sostengono che avrebbe in animo di fare un suo partito per guadagnarsi un coefficiente elettorale che gli permetta di «ricattare» gli schieramenti. È un'ipotesi improbabile: non ha un suo apparato, può però usare un altro partito come taxi per la sua permanenza al centro dei giochi. Vi è poi una terza opzione che Giuseppe Conte - ha un ego ben superiore per dimensioni alla colonna aureliana che lui contempla golosamente, insieme a Rocco Casalino, davanti a Palazzo Chigi - custodisce in segreto: è quella di salire al Quirinale. Per tentare di arrivarci deve ricattare i partiti dell'attuale maggioranza giallorossa; se Conte si dimette prima del semestre bianco si va a elezioni che potrebbero segnare la fine parlamentare almeno dei 5 stelle. In ogni caso ha bisogno di durare almeno oltre la fine di quest'anno. Perciò chiede un anticipo di fondi all'Europa, perciò nicchia sul Mes sperando che ci sia una seconda ondata di epidemia. Sta cercando una doppia assicurazione: una polizza la chiede all'Europa minacciando «fate durare altrimenti arrivano i barbari», l'altra la chiede ai virologi, «fate tornare la paura che così tengo tutto fermo». Dalla sua ha anche diverse opportunità di calendario. A settembre si vota il referendum sul taglio dei parlamentari e poi bisogna fare la manovra finanziaria e ancora la legge elettorale e per quanto si faccia presto si arriva al panettone. Poi l'Europa dovrebbe cominciare a dare dei soldi e così si possono distribuire un po' di prebende, nel frattempo minacciando la crisi si convincono i 5 stelle a digerire il Mes in cambio dell'arrivo a fine legislatura. In questo cammino Conte ha un alleato necessitato; proprio Sergio Mattarella, che non può farlo cadere pena andare alle elezioni con il rischio di consegnare il Quirinale alla destra. Come si direbbe in diritto, simul stabunt simul cadent! L'unica altra possibilità è convincere Silvio Berlusconi - la riabilitazione giudiziaria in corso via caos intercettazioni qualcosa pur significa - promettendogli una chance quirinalizia in cambio del sostegno al Conte bis, qualora i 5 stelle sul Mes tenessero duro. Ma qui siamo alla fantascienza. Tutto ciò in attesa del luglio 2021. O anche un po' prima. Sergio Mattarella potrebbe anche dimettersi in anticipo per farsi rieleggere, se capisse che Giuseppe Conte, al grido di forza virus, vuole davvero conquistare il Colle.
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
Duilio Poggiolini (Getty Images)