2021-11-03
Il Pd mette le mani sul carrozzone Cnr e ci costringe a dargli 80 milioni
Un emendamento al bilancio riserva super poteri al presidente Maria Chiara Carrozza. La lettiana doc potrà cambiare statuto e dare incarichi.Con un classico blitz da Prima repubblica il Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche - storica enclave del Partito democratico -, potrebbe liberarsi dall'ombrello di garanzia parlamentare lasciando ai partiti il potere di gestione di centinaia di milioni di euro destinati alla ricerca. In pratica potrebbe diventare un grande Cts (comitato tecnico scientifico) a comando dell'esecutivo di turno.È quanto previsto nell'ultima legge di bilancio, dove è stata inserita una norma per la riorganizzazione del carrozzone che affida poteri speciali al presidente, Maria Chiara Carrozza, ex ministro con il governo di Enrico Letta, eletta in aprile dopo un anno di sospetto tira e molla. Se la legge dovesse passare i poteri in mano alla lettiana di ferro sarebbero tali da poter cambiare lo statuto e persino nominare un nuovo comitato strategico, in pratica nuovi incarichi da assegnare a consulenti e amici. La falla è stata trovata da Giuseppe Valditara, professore di giurisprudenza e già capo dipartimento formazione superiore e ricerca del Miur. «C'è il rischio evidente che il più importante ente di ricerca italiano venga sottratto al controllo del Parlamento che verrebbe completamente esautorato», spiega Valditara a La Verità. Non è un caso che gli stessi rappresentanti dei ricercatori del Cnr nel consiglio scientifico siano già sul piede di guerra, anche perché il nuovo comitato avrebbe il potere di sminuire il potere istituzionale degli attuali consiglio di amministrazione e appunto consiglio scientifico. In una nota, Antonia Bertolino, Vito Mocella e Antonio Moretti ricordavano ieri che si rischia di azzerare «decenni di sofferte e partecipate conquiste dell'autonomia della ricerca». Mocella spiega: «In tempi di emergenza ci sarebbe bisogno di una forte autonomia della ricerca dal potere politico, perché essa deve non solo essere ma anche apparire autorevole e non di parte. Invece questo pseudo piano di rilancio e riorganizzazione del Cnr va proprio a confermare la volontà sempre più forte del potere politico di controllare direttamente la ricerca, non solo la sua spesa ma anche a livello organizzativo, come forma di strategia politica (in barba alla Costituzione)». Il Cnr è un'istituzione ricca. Gestisce i milioni di euro stanziati per la ricerca scientifica. Vanta contributi statali per 600 milioni di euro all'anno e ha un bilancio che tocca il miliardo. Quella contenuta nella legge di bilancio diventa una sorta di autoriforma, dove vengono per di più stabiliti anche i compensi del nuovo Supervisory board che dovrebbe rilanciare l'ente. Si parla di 20.000 euro annui, nonché eventuali rimborsi spese, nel limite massimo di 100.000 euro all'anno. Non solo. La durata del piano sarà di 3 anni e dovrà essere sottoposta al monitoraggio, ogni 6 mesi, da parte del ministero dell'Università e della ricerca, anche avvalendosi del board. La strategia dovrà essere adottata previo parere favorevole sia dal board di nuovi incaricati, poi dal Miur e quindi dal Mef, ma tutto questo «in deroga alle disposizioni, normative e statutarie […]». Per i rappresentanti dei ricercatori, infatti, «il Cnr nella sua articolazione prevede già un consiglio di amministrazione, per 4/5 di nomina governativa, ed un Consiglio Scientifico in fase di rinnovo. Quest'ultimo prevede 7 membri nominati […]». La norma prevede poi uno stanziamento ingente di denaro pubblico, circa 80 milioni di euro, suddivisi negli anni. Dal 2022 è concesso un contributo di 60 milioni, 10 sono vincolati, ma altri 50 «sono utilizzabili per le finalità del piano di riorganizzazione e rilancio», soprattutto per le spese di funzionamento del comitato strategico. Dal 2023 i contributi aumentano dal momento che è prevista un'ulteriore iniezione di 20 milioni di euro all'anno. Carrozza è un esponente politico del Pd. Viene considerata una fedelissima di Letta, essendo stata ex ministro dell'Università e Ricerca proprio durante il suo governo. Carrozza è figlia di Antonio Carrozza, professore, nonché sorella dello scomparso Paolo Carrozza, ordinario di Diritto e professoressa proprio alla Scuola S. Anna, che caso vuole sia anche l'istituto frequentato in passato da Letta jr oltre che dal giudice della Corte costituzionale Giuliano Amato. Come riportato da La Verità in aprile, il nome Carrozza non compariva nel primo bando del 2020 per la guida del Cnr (non aveva partecipato alla selezione), quando il mandato dell'ex presidente Massimo Inguscio era ormai scaduto dopo il 20 febbraio 2020. Alla fine del 2019 era stato però creato un comitato per la selezione del nuovo presidente, durante il cambio dei ministri, da Marco Bussetti a Gaetano Manfredi. In piena pandemia, quando il Cnr avrebbe potuto anche dare un aiuto ulteriore per contrastare l'emergenza sanitaria, arrivò sul tavolo del ministero la cinquina di esperti di altissimo livello selezionati dal comitato. Ma Manfredi, senza nessuna motivazione, prese tempo. Con tutta probabilità perché i nomi non gli andavano a genio. Dopo la nomina del nuovo ministro, Maria Cristina Messa, fu elaborato un nuovo bando, senza che l'altro fosse stato annullato e senza alcuna motivazione giuridica. Nell'ultimo è spuntata Carrozza, tra grandi applausi. E adesso arrivano anche 80 milioni di euro.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)