2024-04-10
Il Papa fa il Papa e manda in tilt i progressisti
Francesco condanna interruzione di gravidanza, utero in affitto e teoria gender e subito a sinistra monta l’indignazione. Bonino, Zan e «Repubblica» lo idolatrano se parla di «green». Ma lo crocifiggono non appena ribadisce i pilastri del cristianesimo.«Ma allora il Papa è papista». L’Italia progressista del pensiero unico si è svegliata male, vittima dell’incubo notturno determinato dalla dichiarazione Dignitas infinita e ha scoperto l’acqua calda: il Pontefice è cattolico. Quindi va preso a schiaffi. Un approccio infantile come spesso accade quando, oltre le mura Leonine, vengono ufficializzati pensieri e comportamenti non in linea con i dogmi dominanti della buona morte, della maternità surrogata, della teoria genderfluid. Come si permette quell’uomo vestito di bianco di criticare i pilastri della modernità come il laicismo, lo scientismo, la secolarizzazione della Chiesa in senso radicale? Chi pensava che Francesco fosse semplicemente una Emma Bonino senza bandana ha avuto un contraccolpo pesante davanti alle parole chiare e alte che richiamano alla «cultura della vita dall’inizio alla fine contro la cultura dello scarto». Sono anni che il Santo Padre ribadisce la posizione ufficiale del Vaticano, direttamente mutuata dal Vangelo, su temi come l’aborto, l’utero in affitto, il suicidio assistito; semplicemente ha deciso, attraverso il Sant’Uffizio, di ribadire nero su bianco le pietre angolari della Chiesa. E, facendolo, ha disegnato il perimetro oltre il quale anche il gesuitismo d’assalto e la potente lobby gay in tonaca non dovrebbero andare.Richiamando i fedeli a «non attenuare la coscienza» davanti agli smottamenti di moda e a non farsi ingannare da linguaggi ambigui e subdole ideologie, il Papa ha semplicemente fatto il Papa. È singolare che Jorge Bergoglio venga portato in trionfo come Gesù la domenica delle Palme quando aiuta a vendere auto elettriche inneggiando al Green deal e venga crocifisso quando spiega che la teoria gender è «pericolosissima perché cancella le differenze (fra uomo e donna) nella pretesa di rendere tutti uguali». A un concetto trasparente si risponde con l’indignazione di facciata.Con la pura ipocrisia a geometria variabile. Come quella di un commento su Repubblica, nel quale il Papa viene dipinto come un oscurantista «che limita i diritti delle donne» per sentito dire. «Dispiace che il Vaticano condanni il cambiamento di sesso e lo consenta solo in caso di anomalie dei genitali. Evidentemente chi ha redatto quel documento non vuole bene a nessun transgender e, quindi, non ha problemi a condannare e discriminare», «parlare di reato universale per la gestazione per altri vuol dire non conoscere la realtà in cui vivono le persone oggi». In attesa di sapere quale sia questa realtà dominante (e non invece una minoranza californiano-centrica che antepone i desideri agli stessi diritti), ecco la supponente lezione di modernità a un Papa definito dalla narrazione ignorante e retrogrado quando non nuota nella palude del conformismo globale. In questo caso nessun problema, per il quotidiano che rappresenta l’associazionismo Lgbtq+, annunciare al mondo che Francesco adotta «la linea dura».Non poteva mancare, sul Corriere della Sera, l’invettiva di Emma Bonino contro il documento della Santa Sede. La pasionaria italiana dell’illuminismo scientista 2.0 si stupisce per l’attacco alla teoria gender «perché la teoria gender non esiste. Non la conosco, ma conosco migliaia di persone che cercano una propria identità sessuale. Non vedo costrizioni o propaganda». Secondo lei non esistono i corsi nelle scuole, non esistono i tentativi di imporre il cambio di sesso ai minori con pratiche subdole, non esistono i disegni di legge per punire chi critica le derive transgender. Praticamente Alessandro Zan è un’apparizione scomparente. Prendendo a prestito un termine molto amato dal club, questo è puro negazionismo.Bonino è preoccupata e tiene a ribadire che «il peccato non può diventare reato», dimenticandosi due punti fermi: uno, per un cattolico, la «dignità infinita» evocata da papa Francesco («Un dono ricevuto che corrisponde alla natura umana al di là di ogni cambiamento culturale») alberga a un livello superiore rispetto al codice penale; due, fino a prova contraria, alcune pratiche come la maternità surrogata e l’eutanasia, in Italia sono ancora reati. Il documento papale dà fastidio alla sinistra anche perché sui temi etici la Chiesa era stata fin qui ondivaga, più impegnata nella ricerca di consenso trasversale che nel ribadire principi universali rispondenti alla «cultura della vita contro la cultura dello scarto».Francesco ha dato un colpo di timone per rimettere la barca in rotta anche rispetto alle pretese dell’Unione europea di andare contro le volontà dei popoli legiferando dall’alto di un radicalismo laicista che tiene conto di ogni sensibilità religiosa tranne quella cristiana, collante fondamentale dell’Unione stessa. Ribadendo che un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto; che l’utero in affitto è da rigettare perché fondato solo sullo sfruttamento di una necessità materiale della madre; il Pontefice ci ricorda che a Gesù sta a cuore il destino di ogni persona, dalla nascita alla morte. Dura da digerire per chi si nasconde nel cavallo di Troia delle libertà con lo scopo di approdare nel vecchio materialismo socialista. Ma è così.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.