
Dopo il disastro in Borsa, il capo economista vicino a Mario Draghi smentisce il presidente Ignazio Visco: «Gli acquisti di titoli di Stato si possono concentrare su un singolo Paese».Dietrofront a Francoforte, arrivano le colombe del team Draghi. «Siamo pronti a fare di più e ad adottare tutti i nostri strumenti, se necessario, per assicurare che gli alti spread che vediamo oggi, a causa dell'accelerazione del coronavirus, non mettano in pericolo la trasmissione della nostra politica monetaria in tutti i Paesi dell'Eurozona», ha scritto ieri sul sito dell'Eurotower il capo economista della Bce, Philip Lane. Ex governatore della Banca centrale d'Irlanda, noto per le sue posizioni vicine all'ex presidente Mario Draghi, ha messo una toppa alla clamorosa gaffe di madame Lagarde. «Non siamo qui per ridurre gli spread, non è la funzione della Bce», aveva detto in conferenza stampa giovedì affondando i mercati. Fortunatamente il soldato Lane è riuscito nella sua missione: dopo il suo intervento il differenziale di rendimento tra il Btp e il Bund è subito calato a 243 punti base da 250, per poi chiudere la giornata a quota 239. Una spinta è arrivata anche dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ieri ha assicurato agli Stati membri dell'Unione «massima flessibilità» nell'applicazione del Patto di stabilità. E sul fronte degli aiuti di Stato. Bruxelles provvederà al più presto anche all'adeguamento della normativa sugli aiuti di Stato che i governi dell'Unione europea potrebbero aver bisogno di concedere su scala molto più ampia per fronteggiare l'emergenza coronavirus, ha detto ieri il commissario europeo alla concorrenza, Margrethe Vestager. Ma la carica è comunque arrivata dal 38° piano dell'Eurotower con l'ex professore di economia al Trinity college di Dublino: se Christine distrugge (facendo addirittura sbottare l'impassibile Sergio Mattarella), Philip ripara. Il suo profilo è stato considerato subito adatto proprio ad affiancare una presidente come la Lagarde, il cui background politico e non tecnico aveva suscitato critiche riguardo la capacità della ex presidente del Fondo monetario internazionale di ricoprire il ruolo di banchiere centrale. Ieri la colomba Lane ha infatti aggiunto che «il consiglio direttivo della Bce si riserva la possibile opzione di futuri tagli dei tassi d'interesse in caso di una stretta delle condizioni finanziarie o di minacce al nostro obiettivo d'inflazione nel medio termine». E in risposta a situazioni di fuga dal rischio o shock di liquidità, «potranno esserci fluttuazioni temporanee nei flussi di acquisti, sia in termini di classi di asset che di Paesi», ha scritto il capo economista. Aprendo ad acquisti più mirati verso specifici bond o verso specifici Paesi in caso di necessità. Una boccata d'ossigeno dopo le picconate di madame Lagarde che hanno ricevuto critiche anche dalla stampa tedesca. Die Welt ieri titolava su «la silenziosa nostalgia di Mario Draghi» sottolineando che la brutta figura della nuova presidente. «La Bce parla e il Dax crolla», ha scritto anche la Faz in un commento. Nel frattempo, il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, ha ricordato che «siamo una comunità legata dal destino» lodando il governo italiano che «si sta comportando bene nel mettere in atto misure aggiuntive». Nel frattempo Scholz ha anche annunciato una sorta di «whatever it takes» per la Germania, ovvero prestiti «illimitati», con una disponibilità di almeno di 550 miliardi di euro, per aiutare le imprese tedesche ad affrontare i problemi di cassa dovuti all'epidemia.Delusi dalla Lagarde pure i francesi: anche Le Monde si chiede se la francese «non abbia fallito laddove Draghi riuscì a placare i mercati». Parigi è intanto pronta a sostenere tutte le aziende nelle quali detiene una quota ad affrontare l'emergenza Covid-19, ha detto il ministro delle Finanza Bruno Le Maire riferendosi a società come Air France Klm e Renault, i cui titoli hanno subito pesanti perdite in Borsa. E aggiungendo che le misure per contenere l'impatto economico del virus potrebbero costare «dozzine di miliardi». Quanto all'Italia, per il componente del consiglio direttivo della Bce e governatore del Banco de España, Pablo Hernández de Cos, l'Eurotower potrebbe comprare più debito italiano allo scopo di prevenire la frammentazione finanziaria dell'area euro a causa del coronavirus. «Compreremo qualsiasi cosa è necessario per evitare qualsiasi tipo di frammentazione finanziaria», ha dichiarato in un'intervista a Bloomberg confermando quanto detto anche dal governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.Il quale sempre alla tv di Bloomberg ieri ha assicurato l'intervento «con l'acquisto di titoli, pubblici e privati laddove è necessario. Non ci sono ragioni per un aumento dei tassi, non c'è una spesa pubblica irresponsabile» ma per mettere a «posto una situazione particolare e grave». Secondo Visco, la Bce «se necessario agirà ancora» e può «concentrare gli acquisti di titoli di Stato» su «un unico Paese» per fare fronte alle turbolenze dei mercati derivanti dall'emergenza coronavirus.Visco ha però gettato acqua sul fuoco delle dichiarazioni delpresidente dell'Eurotower: «Il pacchetto di misure», ha detto ieri, «forse non è stato presentato bene, ma è la risposta corretta. Purtroppo c'è stata una difficoltà di comunicazione». Costata carissima.
Leonardo
Il fondo è pronto a entrare nella divisione aerostrutture della società della difesa. Possibile accordo già dopo l’incontro di settimana prossima tra Meloni e Bin Salman.
La data da segnare con il circoletto rosso nell’agenda finanziaria è quella del 3 dicembre. Quando il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, parteciperà al quarantaseiesimo vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), su espressa richiesta del re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa. Una presenza assolutamente non scontata, perché nella Penisola araba sono solitamente parchi con gli inviti. Negli anni hanno fatto qualche eccezione per l’ex premier britannica Theresa May, l’ex presidente francese François Hollande e l’attuale leader cinese Xi Jinping e poco altro.
Emmanuel Macron (Ansa)
Bruxelles apre una procedura sull’Italia per le banche e tace sull’acciaio transalpino.
L’Europa continua a strizzare l’occhio alla Francia, o meglio, a chiuderlo. Questa volta si tratta della nazionalizzazione di ArcelorMittal France, la controllata transalpina del colosso dell’acciaio indiano. La Camera dei deputati francese ha votato la proposta del partito di estrema sinistra La France Insoumise guidato da Jean-Luc Mélenchon. Il provvedimento è stato approvato con il supporto degli altri partiti di sinistra, mentre Rassemblement National ha ritenuto di astenersi. Manca il voto in Senato dove l’approvazione si preannuncia più difficile, visto che destra e centro sono contrari alla nazionalizzazione e possono contare su un numero maggiore di senatori. All’Assemblée Nationale hanno votato a favore 127 deputati contro 41. Il governo è contrario alla proposta di legge, mentre il leader di La France Insoumise, Mélenchon, su X ha commentato: «Una pagina di storia all’Assemblea nazionale».
Maria Rita Parsi (Imagoeconomica)
La celebre psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi: «È mancata la gradualità nell’allontanamento, invece è necessaria Il loro stile di vita non era così contestabile da determinare quanto accaduto. E c’era tanto amore per i figli».
Maria Rita Parsi, celebre psicologa e psicoterapeuta, è stata tra le prime esperte a prendere la parola sulla vicenda della famiglia del bosco.
La sede di Bankitalia. Nel riquadro, Claudio Borghi (Imagoeconomica)
Il senatore leghista torna sulle riserve auree custodite presso Bankitalia: «L’istituto detiene e gestisce il metallo prezioso in nome dei cittadini, ma non ne è il proprietario. Se Fdi riformula l’emendamento...»
«Mentre nessuno solleva il problema che le riserve auree della Bundesbank siano di proprietà dei cittadini tedeschi, e quindi dello Stato, come quelle della Banca di Francia siano di proprietà dei cittadini d’Oltralpe, non si capisce perché la Banca d’Italia rivendichi il possesso del nostro oro. L’obiettivo dell’emendamento presentato in Senato da Fratelli d’Italia, e che si ricollega a una mia proposta di legge del 2018, punta esclusivamente a stabilire il principio che anche Bankitalia, al pari delle altre Banche centrali, detiene e gestisce le riserve in oro ma non ne è la proprietaria». Continua il dibattito su misure ed emendamenti della legge di Bilancio e in particolare su quello che riguarda le riserve in oro.






