Il genitore dell'ex premier invita le «Iene» a controllare la struttura per cui aveva ricevuto un reclamo dal municipio, ma poche ore dopo la smonta. E invia diffida a Mediaset: evitate i temi toccati dalla «Verità».Tiziano Renzi da giorni denuncia su Facebook che La Verità lo diffama. Ma poi ci dà ragione. Venerdì 7 dicembre abbiamo pubblicato in prima pagina la foto di un tendone che si trovava nel piazzale della sua azienda, la Eventi 6 di Rignano sull'Arno, e abbiamo scritto che si trattava di una struttura abusiva, per cui era stata concessa un'autorizzazione di soli 90 giorni nel 2017. Ebbene, dopo poche ore, nel week end dell'Immacolata, Renzi senior ha pensato bene di smantellarlo. In gran fretta. Là sotto, la sua azienda, la Eventi 6, ricoverava gli automezzi e Laura Bovoli, in qualità di amministratrice della Eventi 6, il 28 marzo 2017 aveva presentato in Comune un modulo di «comunicazione di inizio lavori» nell'ambito della cosiddetta «attività edilizia libera». Questo tipo di procedura riguarda le «opere dirette a soddisfare obiettive esigenze contingenti e temporanee e a essere immediatamente rimosse al cessare della necessità e, comunque, entro un termine non superiore a novanta giorni». I tre mesi erano scaduti durante l'estate del 2017, ma tutto è rimasto come era sino all'articolo della Verità. A quel punto il sindaco di Rignano, Daniele Lorenzini, ha convocato il comandante dei vigili per chiedergli di fare un sopralluogo. Ma Tiziano ha giocato d'anticipo e ha tirato giù il tendone.Lo deve aver fatto anche in vista del lungo servizio che Le Iene dedicheranno questa sera alle imprese del celebre babbo. Renzi senior ha infatti risposto per circa un'ora alle domande dell'inviato Filippo Roma e dell'autore Marco Occhipinti, sostenendo che le notizie pubblicate da questo giornale sul lavoro nero e sugli abusi edilizi sono delle fake news. Ma, a quanto ci risulta, davanti alle telecamere Mediaset, il genitore dell'ex premier ha negato ogni tipo di addebito, anche di fronte all'esibizione di alcune sentenze del Tribunale del lavoro e altri documenti. La Verità la settimana scorsa ha pubblicato l'ordinanza del Comune che chiedeva l'abbattimento di sei manufatti, tra magazzini, laboratori e tettoie realizzati sulla sua proprietà. Il sindaco Lorenzini ha recuperato dagli archivi il verbale di sopralluogo dei vigili urbani, datato 6 aprile 2005, che constatava gli interventi effettuati per ottemperare all'ordinanza. Eppure, su Facebook, Tiziano ha negato tutto: «Sono stato accusato di costruzioni abusive. Falso. Diciassette anni fa abbiamo ricevuto l'ordine di smontaggio di un tendone e siamo andati in causa con il Comune per quello. Ovviamente non abbiamo ricevuto nessuna condanna. Ho invitato Le Iene a venire a vedere il tendone, in qualsiasi momento. Un tendone, svitabile come quelli delle Feste popolari in piazza». Non si capisce perché, se era tutto in regola, i Renzi abbiano deciso di farlo sparire proprio dopo l'uscita del giornale e l'arrivo delle Iene. Veniamo ora alla questione dei lavoratori ingaggiati al di fuori delle regole. Nella trasmissione di Mediaset racconteranno la loro esperienza i nigeriani Monday Alari e Evans Omoigui che a giugno, assistiti dall'avvocato Lars Markus Hansen, hanno presentato denuncia contro i Renzi per millantato credito, assunzione di lavoratori clandestini ed eventuali reati societari. Il fascicolo è stato archiviato dalla pm Chiara Maria Paolucci a settembre, senza il vaglio di un giudice, visto che il magistrato non ha individuato né indagati né ipotesi di reato. Evans e Monday, nel 2011, avevano vinto due cause di lavoro contro la Arturo Srl di proprietà dei fratelli Tiziano Renzi (90% delle quote) e Tiziana Renzi (10%), senza però ottenere il pagamento dei risarcimenti stabiliti dai giudici. Le sue disavventure con Renzi senior, hanno ispirato a Omoigui un libro (Il mondo deve sentire la mia storia) in attesa di pubblicazione e tre canzoni, tra cui il tormentone Io ballerò, il cui ritornello è: «Io ballerò finché Renzi mi pagherà i miei soldi». Infatti secondo una sentenza definitiva la Arturo Srl avrebbe dovuto versare circa 90.000 euro a Evans per quasi quattro anni di mancate retribuzioni a seguito di un ingiusto e inefficace licenziamento verbale avvenuto il 13 aprile 2007.Una curiosità: la Arturo Srl nacque nel 2003 come ditta di panificazione e aveva come motto «Arturo il pane che non diventa mai duro». Matteo Renzi nel 2001 aveva acquistato metà di un fondo adibito a forno-panificio, con laboratorio, locale per le farine, bagno e spogliatoio. Poi l'ex premier divenne presidente della Provincia di Firenze e le mani in pasta divennero, consentiteci la battuta, solo metaforiche. In vista della messa in onda della puntata delle Iene, l'avvocato Luca Mirco, legale di Renzi senior e della moglie Laura Bovoli, ha inviato una diffida «dal propalare notizie false e diffamatorie in relazione a “presunti" quanto inesistenti rapporti di lavoro nero tra il dottor Renzi, società dallo stesso amministrate e/o controllate». I genitori dell'ex premier hanno intimato alla produzione di astenersi «dall'utilizzare immagini e/o documentazione illecitamente acquisita e relativa a ipotizzati quanto immaginari abusi edilizi». Il riferimento potrebbe essere alle riprese effettuate dal drone delle Iene che ha sorvolato l'azienda dei Renzi. Un trattamento già riservato alle proprietà della famiglia Di Maio. E infatti, i genitori del fu Rottamatore hanno messo in guardia gli autori della trasmissione da «improvvide associazioni tra fattispecie di recente attualità politica totalmente differenti nei fatti, nei presupposti e nelle ipotesi di illeciti prospettati». Ogni riferimento ad Antonio Di Maio è assolutamente voluto. Forse perché il padre del vicepremier ha ammesso con un video i propri errori. Tiziano ha scelto di negarli a oltranza. Salvo condividere su Facebook un post che riportava l'articolo 12, quello sul diritto alla privacy, della Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata esattamente 70 anni fa dall'Assemblea generale dell'Onu: «Nessun individuo potrà essere sottoposto a interferenze arbitrarie nella vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione». Ha collaborato Gaia Sebastiani
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