2019-07-25
Il Mef vuole accorpare Imu e Tasi ma vieta i tagli alle tasse sulle case
Ministero dell'Economia contro la proposta della Lega, che punta a ridurre il carico fiscale sugli immobili. Queste imposte sono una patrimoniale che vale circa 20 miliardi e garantisce il 70% delle entrate dei Comuni.Quattro notizie, e commissione finanze della Camera sul filo del rasoio sulla mega patrimoniale che già grava come un macigno sul mattone. La vecchia tassazione sugli immobili (fino al 2011) aveva un gettito annuo di 8-9 miliardi di euro. Il governo Monti decise un incredibile aumento, facendola schizzare a circa 25 miliardi annui: un colpo devastante per il mercato immobiliare e per il patrimonio degli italiani. Di quella montagna, è stata scalfita solo una piccola parte (i 4 miliardi della prima casa: e neppure per tutte le prime case), ma i restanti circa 21 miliardi annui sono rimasti intatti.La prima notizia è che i corpi dello Stato neppure concordano fra loro sul gettito esatto. L'altro giorno l'Istat, indicando il gettito annuo di Imu e Tasi, ha parlato di 21,9 miliardi. Ieri invece il direttore del dipartimento delle finanze del Mef, Fabrizia Lapecorella, ha fornito una cifra diversa: 19,8 miliardi di euro, di cui 18,7 miliardi derivano dall'Imu e 1,1 miliardi dalla Tasi. A nostro avviso, il rebus contabile può forse essere risolto a seconda che si considerino o no quegli immobili (categoria D: capannoni) il cui gettito va allo Stato anziché agli enti locali. Ma in ogni caso stiamo parlando di un autentico salasso. Più o meno, in sette anni, quasi 150 miliardi sono stati sottratti ai proprietari, e i risultati sono evidenti: mercato fermo e clamorosa svalutazione degli immobili (il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa ha coniato l'espressione «comprasvendite»). La seconda notizia (che viene sempre dalla dottoressa Lapecorella) è una sorta di «confessione» da parte della mano pubblica: il 70% delle entrate tributarie comunali deriva proprio da Imu e Tasi. I Comuni, in altre parole, stanno usando il mattone degli italiani come un bancomat. La terza notizia è che in queste settimane la commissione finanze di Montecitorio sta lavorando alla proposta (primo firmatario il leghista Alberto Gusmeroli) sulla «nuova Imu», che nascerebbe con l'obiettivo di accorpare e semplificare Imu e Tasi. Proprio Giorgio Spaziani Testa, nella sua audizione, aveva insistito affinché tutto non si risolva - quando si tireranno le somme - nella mera fusione di due realtà esistenti: la nuova legge, al contrario, potrebbe diventare l'occasione per ridurre il carico fiscale, e anche per eliminare alcune palesi iniquità (tuttora c'è la tassazione, sia pure al 50%, ma è pur sempre un'enormità, degli immobili inagibili e inabitabili, una follia ai danni dei contribuenti). E nei giorni scorsi Gusmeroli aveva positivamente aperto, spiegando che la nuova norma non deve puntare alla mera «neutralità» (stesso gettito), ma alla riduzione dell'imposizione.La quarta notizia è che ieri, in modo francamente inconsueto, è stata proprio la rappresentante del Mef a tentare di stoppare la riduzione fiscale, pur lodando l'intento di sburocratizzazione. In un Paese normale, la politica dispone e l'amministrazione esegue: da anni, in Italia, tende purtroppo ad accadere l'inverso. Così, da un lato la dottoressa Lapecorella ha elogiato «un'importante semplificazione non solo per i contribuenti e per i Comuni ma anche per gli intermediari», viste «le difficoltà applicative che derivano dalla coesistenza di due tributi che presentano innegabili sovrapposizioni». Ma dall'altro, quando si è giunti al punto decisivo della riduzione, ha sparato contro: si è detta «sconvolta» dalla proposta, ha aggiunto che «stiamo fantasticando», e che sono riflessioni da fare nel corso «della legislatura, non nell'immediato». E Lapecorella ha chiuso evocando l'obiettivo dell'«invarianza di gettito»: insomma, non un euro di meno.Va tuttavia sottolineato che il primo firmatario Gusmeroli ha positivamente tenuto il punto, insistendo per una riduzione: l'obiettivo del leghista è almeno eliminare la componente Tasi e trovare spazio per quelle che ha definito «riduzioni chirurgiche dell'Imu». Confedilizia ha reagito alle parole di Gusmeroli apprezzando l'intenzione di ridurre la spremitura fiscale. Per altro verso, in termini di forma, i proprietari invitano però a riflettere se sia proprio la Tasi la parte da abolire. In fondo, è la componente legata ai servizi: sopprimendo quella, è come se si «condannasse» l'imposta a rimanere un'odiosa patrimoniale. Va anche tenuto presente che il 15 luglio, al Viminale, Confedilizia era stata audita da Matteo Salvini, insieme alle altre parti sociali. E il leader leghista, nella successiva conferenza, aveva raccolto il grido di dolore contro la patrimoniale sul mattone, e aveva rilanciato l'impegno a intervenire sulla tassazione degli immobili sfitti e di quelli inagibili. Ora la partita è aperta, Mef permettendo.
Jose Mourinho (Getty Images)