2022-01-19
Il Mali si rivolta contro Macron
Mali: proteste contro le sanzioni (Ansa)
Proteste nel Paese per le sanzioni imposte dai vicini col placet di Parigi. E il governo golpista ha già rimpiazzato i francesi nella lotta ai jihadisti. Con i mercenari russi.Il Mali sta creando fibrillazioni tra Francia e Russia. Negli scorsi giorni, il Paese africano è stato attraversato da significative proteste contro le sanzioni recentemente comminate dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas): una misura, questa, che è stata giustificata come risposta al fatto che l’attuale governo maliano non è intenzionato a tenere elezioni il prossimo febbraio, chiedendo invece un periodo di transizione della durata di alcuni anni. Ricordiamo che, dopo il golpe di agosto 2020, il Paese ha avuto un secondo colpo di Stato a maggio: un colpo di Stato che ha portato alla presidenza il colonnello Assimi Goïta. Ebbene, secondo Al Jazeera, durante le proteste sono comparsi cartelli con scritto «abbasso l’Ecowas» e «abbasso la Francia». Parigi si è infatti detta favorevole alle sanzioni e, in tal senso, commentando le manifestazioni, il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha dichiarato: «Se è abbastanza sicuro protestare, allora è abbastanza sicuro votare». «Noi siamo in Mali e ci resteremo. Ma non a qualsiasi condizione», ha aggiunto, riferendosi alle truppe francesi attualmente presenti nel Paese. Ricordiamo che la Francia sta incontrando sempre maggiori difficoltà nell’area, a causa non solo della minaccia jihadista, ma anche di una crescente impopolarità. È d’altronde in questo quadro che Emmanuel Macron ha iniziato a ridurre la presenza militare in Mali. Del resto, i rapporti tra Parigi e Bamako sono tesi, anche al di là delle sanzioni dell’Ecowas. La settimana scorsa, il governo maliano ha per esempio denunciato la violazione del proprio spazio aereo da parte di un velivolo militare francese, mentre domenica il ministro degli Esteri maliano, Abdoulaye Diop, ha annunciato di aver chiesto una revisione dell’accordo di difesa bilaterale con Parigi del 2013. Di questa situazione vuole approfittare la Russia, che sta incrementando la propria influenza sul Paese. Secondo quanto riportato sempre da Al Jazeera, il 7 gennaio l’esercito del Mali ha reso noto che dei soldati russi sono arrivati nella città di Timbuctu per addestrare le forze maliane in una base lasciata dalle truppe francesi a dicembre. Non solo: sempre a dicembre, 16 Paesi occidentali hanno condannato il dispiegamento di mercenari russi del Wagner group nello Stato africano. Nonostante le autorità di Bamako abbiano smentito, sembrerebbe che i contractor siano in realtà arrivati in loco partendo dalla Libia orientale: ricordiamo, sotto questo aspetto, come Mosca eserciti storicamente una notevole influenza su quell’area, anche in forza del suo notorio appoggio al generale Khalifa Haftar. Il che evidenzia una sorta di cortocircuito per i francesi: quei francesi che, dopo aver spalleggiato in passato l’uomo forte della Cirenaica, vedono adesso i russi brigare per prendere di fatto il loro posto in Mali. Una situazione che mette Macron in una sorta di vicolo cieco, anche perché - al di là di qualche presa di posizione formale - Washington non sembra al momento troppo interessata a lasciarsi concretamente coinvolgere nel Sahel. Parigi è quindi costretta a stare sulla difensiva, ma mastica al contempo amaro per la progressiva perdita di influenza sulla regione. Non è d’altronde un caso che, al Consiglio di sicurezza dell’Onu, la Russia, spalleggiata dalla Cina, si sia opposta a sostenere le sanzioni dell’Ecowas contro Bamako. La situazione sul campo deve essere comunque attentamente monitorata, vista soprattutto la presenza di 200 soldati italiani impegnati nel quadro della task force Takuba.