2022-02-06
«Il green pass è una misura politica. Non ha senso la terza dose ai guariti»
Nel riquadro, Francesco Broccolo
Il virologo dell’università Milano Bicocca, Francesco Broccolo: «Dal punto di vista scientifico il lasciapassare è senza fondamento. Costringere a fare il booster chi ha titoli anticorpali alti è una violenza ed è pericoloso. Troppe incongruenze».Francesco Broccolo, virologo dell’università Milano Bicocca e direttore scientifico del Gruppo Cerba, non da oggi suggerisce di rivedere l’approccio alla pandemia. Ora, però, i temi che solleva si sono fatti imprescindibili.Lei sostiene che si dovrebbe eliminare la quarantena per chi va a scuola.«La quarantena ha senso in un momento particolare della pandemia. Cioè quando non ci sono immunizzati - anche se è vero che oggi non ce ne sono moltissimi nelle scuole - e quando l’incidenza del virus è bassa, mentre ora è alta. La quarantena si fa quando il virus circola poco ed è circoscritto in focolai, proprio per evitare che questi focolai si allarghino. Ma ora abbiamo di fronte un virus che galoppa e si diffonde prepotentemente, abbattendo qualsiasi barriera. Ogni opposizione violenta al virus - come è la quarantena - è un sacrificio enorme che non garantisce risultati. Infatti vediamo che cosa stia provocando adesso: piccoli lockdown di fatto, bambini continuamente a casa...».Insomma non vale la pena di lasciare in vigore misure con un impatto sociale pesante ma che non garantiscono risultati notevoli. «Sì, tanto più che il virus si diffonde rapidamente ma dà un’infezione asintomatica nell’80 o 90% dei casi, e questo a livello globale. Quindi è un virus completamente diverso da prima, il che richiede di rimodulare le regole». Lei sostiene che si dovrebbe cambiare anche sui tamponi, e iniziare a usare i salivari. «Sono stati messi a punto i protocolli per utilizzarli, affinché i bambini potessero essere testati frequentemente proprio per non andare in Dad. Ma siamo a febbraio 2022, con un virus che si diffonde moltissimo, e cosa si preferisce fare? Si preferisce vaccinare i bambini, con un’infezione che nella fascia 5-11 ha dato 11 decessi e 58 terapie intensive dall’inizio della prima ondata. Con questi numeri anziché fare frequenti test si preferisce fare il vaccino».Eppure fra i suoi colleghi c’è grande entusiasmo all’idea che presto possa essere pronto il vaccino pure per la fascia 0-5 anni. Io lo trovo un po’ inquietante, a dire il vero.«Sul vaccino per quella fascia ancora non ci sono ancora dati certi sull’efficacia, in particolare sulla fascia 2-4 anni. Il vaccino a basso dosaggio (1/10 della dose degli adulti) raggiungerebbe risultati deludenti nella fascia 2-4 anni, tanto che l’azienda sta testando la terza dose. Ma Fda ha fretta di immunizzare i piccoli per l’alta contagiosità di Omicron e quindi ha incoraggiato Pfizer a presentare comunque richiesta di emergenza per il vaccino under 5, anche se le due dosi non sono riuscite a indurre la risposta immunitaria sperata. Alcuni colleghi giustificano questa insistenza sul vaccino con la necessità di evitare il rischio di long Covid, ma per ora solo la sfera di cristallo potrebbe dirci quanto peserà il long Covid sui bambini». Francois Balloux, uno studioso autorevole, sostiene che non sia una minaccia così spaventosa…«Infatti il long Covid che conosciamo adesso io non lo vedo come una minaccia. Però sono disposto a rimangiarmi tutte le mie affermazioni tra un anno. Mi limito a fare la fotografia di quello che vedo ora, ed è curabile con Anakinra e immunomodulanti». A proposito, lei ha chiesto con forza di «sbloccare» l’uso di alcuni farmaci per la cura del Covid. «Da una parte credo che si debbano ammorbidire le misure restrittive, dall’altra bisogna utilizzare i nuovi farmaci che abbiamo e che funzionano. In particolare, il nuovo cocktail di monoclonali su Omicron, i nuovi antivirali di Pfizer e Merck, che sono stati acquistati e domani cominceranno ad arrivare nelle farmacie degli ospedali. Poi ci sono i monoclonali che si danno prima della infezione, e possono agire esattamente come un vaccino in tutti quei soggetti che non possono vaccinarsi perché hanno avuto shock anafilattici. Finalmente anche per queste persone c’è una bella puntura intramuscolo che dà una protezione per sei mesi».Sta dicendo che si possono usare i monoclonali quasi come fossero un vaccino? Forse questo potrebbe risultare interessante anche per chi il vaccino non vuole farselo…«Anche chi ha paura del vaccino potrebbe usare questi monoclonali, che possono effettivamente salvare vite».Lei ha detto che si possono utilizzare anche a domicilio. «Basta una puntura intramuscolo fatta da un medico o da un infermiere. Vorrei però insistere su un punto». Prego. «Questi farmaci ci sono, li abbiamo acquistati. Ma ora il tema è la sburocratizzazione, perché altrimenti la signora Maria di Voghera pensa di andare in farmacia e comprare l’antivirale, ma quando arriva non lo trova, E il medico di base non glielo può prescrivere». Ah no?«L’antivirale viene dato nel reparto di malattie infettive, quindi il medico di medicina generale deve intercettare rapidamente il paziente e inviarlo in reparto. Tutto questo giro fa perdere tempo. E l’antivirale, esattamente come il monoclonale, funziona bene nelle prime 72 ore, poi inizia a funzionare meno. Quindi se non si sburocratizza e si consente al medico di base di dare il farmaco al paziente (dopo una visita o un tele consulto) in tempi rapidi, finirà che sarà tutto inutile». So che lei non vuole esprimersi sulle questioni politiche. Però glielo devo chiedere: dopo quello che ha detto, è naturale pensare che il green pass non serva a niente. «Io posso dirle questo. Il green pass non è una misura protettiva. È una misura più politica che di sanità pubblica che ha spinto - in modo neanche tanto gentile - alla vaccinazione. E probabilmente ora lo si vuole usare per aumentare un po’ la percentuale di terze dosi. Ma dal punto di vista virologico non ha un fondamento. Parlare di green pass illimitato non ha molto senso, sul piano scientifico, perché non abbiamo alcuna garanzia del fatto che chi lo possiede sia immune per sempre. Non c’è un dato scientifico che dimostri che la terza dose e/o le due dosi più la guarigione garantiscano protezione illimitata».Che non ci sia immunità ormai lo abbiamo capito. Il punto è che non serve nemmeno a fermare i contagi, però ha un impatto pesantissimo sulla vita delle persone. «È servito come mezzo per spingere alla vaccinazione. Ma questa è una valutazione politica, io invece rispondo da virologo. E dal punto di vista virologico noto alcune incongruenze».Ad esempio?«Prendiamo ad esempio chi ha fatto due dosi di vaccino, poi si ammala e guarisce». Ottiene il super green pass. «Appunto. Ma allora perché chi si è ammalato, è guarito e solo dopo ha fatto le due dosi ora deve farsi anche la terza?». Non ne ho idea. «Quello che ne deduco io è che si considera più importante l’atto politico e amministrativo di quello sanitario. Perché ti devo costringere a fare la terza dose anche se hai fatto il Covid nel 2020 o a inizio 2021? È come dire che alcune persone si devono fare la quarta dose, anche se non è nemmeno stata approvata. Si costringe a fare il booster chi ha titoli anticorpali alti. Secondo me è una violenza, ed è pericoloso». Quindi questo green pass andrebbe tolto. «Io mi limito a dire che non ha fondamento scientifico, e a notare che certe situazioni non hanno senso e possono presentare rischi. Sta alla politica decidere che fare». Ma non esiste un sistema per controllare il tasso di anticorpi, che consenta magari di evitare a qualcuno il booster?«Certo che c’è. C’è il sistema per vedere il titolo anticorpale neutralizzante, si è anche stabilita una soglia». Provo a tradurre: c’è un sistema per verificare se uno ha gli anticorpi sufficienti a garantirgli protezione anche senza il richiamo. Quindi si potrebbe decidere di fissare una soglia di anticorpi e, appunto, risparmiare la terza dose a chi non ne ha bisogno. «Sì, però costa, anche se il prezzo dei test sta scendendo. Ci sono test che si possono fare negli hub: ti pungi il dito e misuri gli anticorpi neutralizzanti. Ci sono anche test che svelano se uno ha fatto la malattia da asintomatico. Stanno arrivando nelle farmacie, il governo volendo potrebbe acquistarli, utilizzarli negli hub e stabilire chi ha bisogno del booster e chi no».
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