2019-07-10
Il governo libico libera 350 migranti. E Salvini scrive all’esecutivo tunisino
Fayez Al Sarraj rilascia decine di ospiti del centro bombardato da Khalifa Haftar. Intanto il Viminale vuole usare i traghetti per i rimpatri. La Gdf sbarca a Pozzallo 47 africani: alcuni, già espulsi per droga, sono stati rimandati indietro. Una giornata caldissima quella di ieri sul fronte della lotta all'immigrazione clandestina. Iniziata prima dell'alba, quando una motovedetta della Guardia costiera soccorre 53 extracomunitari in difficoltà, tra i quali 22 tunisini, nel canale di Sicilia. Dieci dei naufraghi sono donne. In sei vengono trasferiti immediatamente a Lampedusa, per problemi di carattere medico. Gli altri 47 salgono a bordo di un pattugliatore della Finanza, che li porta a Pozzallo, provincia di Ragusa. Gli extracomunitari vengono trasferiti all'hot spot, dove scattano le indagini delle forze dell'ordine. Per due dei 47 sbarcati, entrambi tunisini, scattano le manette: la polizia scopre che entrambi hanno fatto rientro in Italia dopo essere stati espulsi, in passato, per aver commesso reati legati allo spaccio di droga. Un terzo tunisino viene fermato perché sospettato di essere lo scafista: è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Le indagini rivelano che la barca era partita dalla Tunisia, dove verranno rimpatriati i 19 cittadini tunisini sbarcati a Pozzallo.A proposito di procedure di rimpatrio, passa poco più di un'ora e il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, scrive una lettera ufficiale al suo omologo tunisino, Hichem Fourati: «Sul fronte delle procedure di rimpatrio», scrive Salvini, «vero modello di operatività, possiamo conseguire ancora più elevati livelli di efficacia attraverso rimodulazioni improntate a una maggiore flessibilità con il ricorso a navi di linea. Dobbiamo imprimere un'accelerazione al modello di cooperazione già in atto che, anche con il sostegno europeo, rafforzi le capacità di sorveglianza marittima attraverso il definitivo sviluppo di un sistema integrato basato su postazioni radar e strutture operative. L'attuale scenario», evidenzia il leader della Lega, «ci impone di accrescere ulteriormente gli sforzi soprattutto sul fronte degli interventi finalizzati a prevenire e scoraggiare le partenze degli immigrati irregolari, implementando anche le attività investigative da affiancare a un potenziamento operativo nelle aree più sensibili. Non mancherà», precisa Salvini, «il sostegno italiano sul fronte della rimessa in efficienza delle motovedette destinate alle autorità tunisine sugli interventi di assistenza tecnica relativi al sistema Afis (il sistema di identificazione delle impronte, ndr) nonché sull'ulteriore sviluppo del programma bilaterale dei prossimi anni».Nel frattempo, in Libia, il governo del premier Fayez Al Sarraj ha fatto liberare 350 migranti che erano rinchiusi nel centro di detenzione di Tajoura, quello colpito la settimana scorsa da un raid dell'aviazione del generale Khalifa Haftar causando 53 morti.Novità anche sul fronte delle Ong: ieri mattina è arrivata la notizia che il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e l'aggiunto Salvatore Vella hanno convalidato il sequestro del veliero Alex, della Ong Mediterranea, disposto dalla Guardia di finanza. I pm hanno modificato la formula del sequestro da preventivo a probatorio. Nella sostanza non cambia nulla, ma questo tipo di procedura agevola e aumenta alcune garanzie difensive nella fase delle indagini preliminari. Per la vicenda dello sbarco a Lampedusa del veliero Alex risultano iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per gli articoli 1099 e 1100 del codice della navigazione, rispettivamente rifiuto di obbedienza a nave da guerra e resistenza o violenza contro nave da guerra, il comandante Tommaso Stella e il capo missione, nonché deputato di Sinistra Italiana, Erasmo Palazzotto. La barca a vela Alex, lo ricordiamo, è stata anche oggetto di un provvedimento di sequestro amministrativo e confisca da parte della Finanza, provvedimento esplicitamente previsti dal decreto Sicurezza bis - voluto dal ministro dell'Interno - in caso di «ripetuta non ottemperanza» ai divieti di ingresso nelle acque territoriali. La prima violazione contestata alla Ong riguarda l'ingresso nel porto di Lampedusa; la seconda è invece relativa all'ingresso nelle acque nazionali avvenuto alcune ore prima, mentre Alex si trovava al largo dell'isola. L'imbarcazione, alla quale era stato vietato di entrare in Italia, avrebbe invece infranto il divieto. Alla Ong Mediterranea è stata comminata anche la sanzione pecuniaria di 66.000 euro.Soldi, soldi, soldi: le Ong ne hanno assai bisogno e adesso si mettono «in rete» per la raccolta di fondi, dando vita a una sorta di partnership che rivela come queste organizzazioni agiscano in collegamento tra loro. Ieri Sea Watch ha fatto sapere di voler condividere con altre Ong le donazioni ricevute per la capitana Carola Rackete: «Abbiamo formato un comitato», spiega all'agenzia di stampa tedesca Dpa il portavoce di Sea Watch, Ruben Neugebauer, «perché vogliamo usare questo denaro nel modo più efficiente possibile per il soccorso in mare, non solo per Sea Watch, vogliamo vedere insieme dove sono più necessari». Del comitato fanno parte rappresentanti di altre Ong e della rete Seebruecke, impegnata nel soccorso ai migranti nel Mediterraneo. Parte delle donazioni raccolte da Sea Watch verranno in ogni caso utilizzate per pagare le spese legali di Carola Rackete. La raccolta fondi promossa per questo scopo dai presentatori televisivi tedeschi Jan Boehmermann e Klaas Heufer ha raggiunto 1 milione di euro.Infine, ieri Repubblica ha reso noto che il gup di Roma ha accolto la richiesta di costituirsi parte civile contro ufficiali della Marina italiana presentata da circa 30 siriani, che nel naufragio di un barcone affondato l'11 ottobre 2013 persero i loro familiari, tra i quali molti bambini. Fu un'inchiesta dell'Espresso a convincere la Procura di Roma a chiedere di processare per i reati di rifiuto d'atti d'ufficio e omicidio colposo l'allora responsabile della sala operativa della Guardia costiera di Roma, Leopoldo Manna, e il comandante della sala operativa della squadra navale della Marina Luca Licciardi. I pm avevano chiesto l'archiviazione ma il gup ha deciso per l'imputazione coatta.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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