2025-11-18
Serve un limite agli stranieri in A o la Nazionale non risorgerà mai
Gattuso e la Nazionale lasciano San SIro al termine del match perso per 4-1 contro la Norvegia (Ansa)
Necessarie misure serie: una quota per gli extracomunitari e almeno cinque azzurri in campo di norma. L’ennesimo Mondiale è a rischio, Gravina si prenda la responsabilità. E i settori giovanili vanno ripensati.Questo non è un pezzo nostalgico anzi è un pezzo che guarda al futuro perché mi sono semplicemente rotto le scatole di una Nazionale scialba, viziata e perdente. E - chiedo scusa a Gattuso perché adesso tocca a lui fare da parafulmine - mi innervosiscono quelle dichiarazioni stupidamente ottimiste del tipo: «Bisogna ripartire dai primi 45 minuti», perché durante il primo tempo la Norvegia era in modalità «turismo»; quando si è svegliata ci ha preso a pallonate.Ora andremo ai play-off e se la Fortuna ci assisterà magari li supereremo anche. Ma poi? Certo, potrebbe essere consolatorio staccare il biglietto mondiale: l’ultima volta fu nel 2014. Poi però già nei gironi sarà vita grama, perché non abbiamo giocatori, perché i nostri campionati sono nelle mani dei procuratori e sono intasati dagli stranieri!Possibile che il famigerato governo sovranista non riesca a fare una battaglia per tornare ad avere tre soli stranieri extracomunitari in campo e garantire che su 11 giocatori almeno cinque siano italiani? Possibile che non ci sia una premialità performante che premi le squadre che investano sulle scuole calcio e sui giovani italiani? I vivai sono pieni di ragazzini che arrivano dall’Africa cui cambiano la carta d’identità per camuffare l’età ed essere piazzati da furbi manager? Sappiate che l’Africa sta producendo gran calcio e il miracolo del Marocco non si spegnerà presto. Basta stranieri, dico io. Risposta: non si può perché le regole europee non lo consentono. Ecco, anche sul pallone questo governo agisce sotto dettatura dell’Europa. L’anno prossimo saranno vent’anni dalla magia di Berlino: andate a leggere le formazioni di Lippi. Per questa Italia calcistica la crisi è profonda, così profonda che ci stiamo rassegnando. Imbarazzante davvero. Soprattutto se poi il cinismo ti mette nella stessa domenica della finale Atp di Sinner. Jannik Sinner meraviglia, luccica nella storia come un diamante dalle molteplici facce una più bella dell’altra. Ma se Sinner è il regalo che non ti aspetti per magnificenza, va anche ammesso che sotto gli dei, c’è una generazione azzurra con la racchetta che se la gioca davvero bene ed emoziona: Musetti, Berrettini, Cobolli, Darderi, Sonego; e poi Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto, la irriducibile Errani, la Gorgia, le quali arrivano sull’onda lunga creata dalla Schiavone, dalla Pennetta, dalla Vinci. Insomma sono anni che il circuito del tennis, sotto la guida di Angelo Binaghi, sta generando ottimi atleti. E che dire del volley? Chi crede che il miracolo delle due nazionali contemporaneamente campioni del mondo, quella maschile e quella femminile, sia una fortuita coincidenza non ha chiaro i tormenti e le scelte importanti fatte in questi anni. In attesa di fare il tagliando allo sci e agli sport invernali in occasione delle Olimpiadi bianche, non vanno dimenticate le scommesse sui giovani del nuoto e dell’atletica. Pertanto va riconosciuto che ci sono federazioni che stanno riscuotendo i dividendi di investimenti partiti da lontano; chi invece è da anni impaludata è la Federcalcio, guidata dal fallimentare Gravina contro il quale nessuno si solleva: non il Coni (nemmeno prima con Malagò), non il ministro dello Sport, Abodi che è riuscito anche stavolta a bucare il trofeo di Sinner. Se ci fosse stato Berlusconi, non si sarebbe tenuto in bocca quel che tutti gli italiani stanno pensando: chi lo protegge Gravina e perché? Basta, si levi!«La politica non deve entrare negli affari di sport». Altra fesseria: il calcio è un pezzo della nostra economia, quindi la politica ci entra eccome: la trasformazione delle squadre in aziende che possono «giocare» anche in Borsa fu di Veltroni (chissà se oggi è pentito di quella scelta) e negli spogliatoi di Berlino si fiondò la Melandri, ministro dello Sport nella tormentata stagione di Calciopoli (anche lì…). Dunque evitiamo le ipocrisie e cerchiamo di essere pratici e tornare a livelli di competitività elevati. Il pallone sarà pure tondo ma da qualsiasi parte oggi lo guardi c’è ma mettersi le mani nei capelli: i bilanci delle squadre suonano sulle note di Profondo rosso dei Goblin; le proprietà paiono più un rompicapo degno di Wall Street; i procuratori piazzano e spiazzano giocatori come fossero cassette della frutta. Poi certo, ci sono eccezioni che emozionano e durano. Ma non bastano per ridare prestigio alla Nazionale, né i risultati. La vittoria dell’Europeo fu il miracolo di una alchimia, fu come se i migliori spiriti di un calcio giocoso avessero preso per mano i figli prediletti di una stagione passata per un ultimo gran giro di passerella: i Mancio e i Vialli assieme a pezzi della tribù Doria a infilare nelle narici dei Chiesa, dei Jorginho, dei Verratti, Donnarumma la magia e ai vecchietti Bonucci e Chiellini l’ultimo guizzo verso l’immortalità. Ma appunto fu una magia. Una illusione.
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Non è possibile smentire le rivelazioni de La Verità: ci sono i testimoni. Le trame per colpire il centrodestra esistono. Bisogna chiedersi: perché al Quirinale ci sono consiglieri di parte?
Il segretario agli interni britannico Shabana Mahmood (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 18 novembre 2025. Il nostro Maurizio Caverzan commenta la morte delle gemelle Kessler e ci riporta ai tempi della tv di quegli anni.
(Arma dei Carabinieri)
L’organizzazione era strutturata per assicurare un costante approvvigionamento e una capillare distribuzione della droga nelle principali piazze di spaccio del capoluogo e della provincia, oltre che in Veneto e Lombardia. Il canale di rifornimento, rimasto invariato per l’intero periodo dell’indagine, si trovava in Olanda, mentre la gestione dei contatti e degli accordi per l’invio della droga in Italia era affidata al capo dell'organizzazione, individuato nel corso dell’attività investigativa. L’importazione della droga dai Paesi Bassi verso l’Italia avveniva attraverso corrieri ovulatori (o “body packer”) i quali, previa ingestione degli ovuli contenenti lo stupefacente, raggiungevano il territorio nazionale passando dalla Francia e attraversando la frontiera di Ventimiglia a bordo di treni passeggeri.
Lo schema operativo si ripeteva con regolarità, secondo una cadenza settimanale: ogni corriere trasportava circa 1 chilogrammo di droga (cocaina o eroina), suddiviso in ovuli termosaldati del peso di circa 11 grammi ciascuno. Su ogni ovulo era impressa, con pennarello, una sigla identificativa dell’acquirente finale, elemento che ha permesso di tracciare la rete di distribuzione locale. Tutti i soggetti interessati dal provvedimento cautelare risultano coinvolti, a vario titolo, nella redistribuzione dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio cittadine.
Dopo due anni di indagini, i Carabinieri sono stati in grado di ricostruire tutta la filiera del traffico di stupefacenti: dal fornitore olandese al promotore che in Italia coordinava la distribuzione alla rete di corrieri che trasportavano la droga in ovuli fino ai distributori locali incaricati dello spaccio al dettaglio.
Nel corso delle indagini è stato inoltre possibile decodificare il linguaggio in codice utilizzato dagli indagati nelle loro comunicazioni: il termine «Top» era riferito alla cocaina, «Spa» all’eroina, «Pantaloncino»alle dosi da 5grammi, mentre «Fogli di caramelle» si riferiva al contante. Il sequestro di quaderni contabili ha documentato incassi giornalieri e movimentazioni di denaro riconducibili a un importante giro d’affari, con pagamenti effettuati tramite bonifici internazionali verso conti correnti nigeriani per importi di decine di migliaia di euro.
Il Gip del Tribunale di Venezia ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti i venti indagati, evidenziando la «pericolosa professionalità» del gruppo e il concreto rischio di fuga, considerati anche i numerosi precedenti specifici a carico di alcuni appartenenti all’organizzazione.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e delle perquisizioni è stata condotta con il concorso di Carabinieri di rinforzo provenienti da tutti i Comandi Provinciali del Veneto, con il supporto dei Reparti Mobili e Speciali dell’Arma, delle Unità Cinofile Antidroga e del Nucleo Elicotteri Carabinieri, che hanno garantito la copertura aerea durante le operazioni.
L’Operazione «Marshall» rappresenta un importante risultato dell’attività di contrasto al narcotraffico internazionale e alle organizzazioni criminali transnazionali, confermando l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nel presidio del territorio e nella tutela della collettività.
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