2023-10-12
Il giudice pro migranti ci prende gusto e libera altri quattro tunisini
Iolanda Apostolico (Ansa)
Anche in questo caso il governo presenterà ricorso. Intanto proseguono gli sbarchi: in centinaia a Lampedusa. Arrestati tre scafisti a Trapani.Salgono a 14 i provvedimenti di trattenimento di richiedenti asilo annullati dalla sezione immigrazione del Tribunale di Catania. Ieri, infatti, il giudice Iolanda Apostolico ha emesso altri quattro provvedimenti con cui non ha convalidato i trattenimenti nel Cpr di Pozzallo, nel Ragusano, disposti dal questore di Ragusa nei confronti di altri quattro migranti tunisini.Nei provvedimenti, la Apostolico ha sottolineato che, «come già affermato da precedenti decisioni di questo tribunale in procedimenti di convalida di trattenimenti riguardanti cittadini tunisini, il trattenimento di un richiedente protezione internazionale […] costituendo una misura di privazione della libertà personale è legittimamente realizzabile soltanto in presenza delle condizioni giustificative previste dalla legge». In pratica, in una sorta di moto perpetuo «giurisprudenziale», la giudice, autrice di quattro dei dieci precedenti provvedimenti di diniego, può adesso citare i precedenti, compresi quelli che portano la sua firma. Del resto, le motivazioni dei quattro provvedimenti di ieri ricalcano quelle che si possono leggere in quelle emessi sempre dalla Apostolico una decina di giorni fa.Il riferimento alla normativa comunitaria, si legge nel provvedimento, guarda all’interpretazione che «ne fa la Corte di giustizia nella citata pronunzia della Grande Sezione del 14 maggio 2020, nella quale espressamente si afferma che gli articoli 8 e 9 della direttiva 2013/33/Ue devono essere interpretati nel senso che ostano, in primo luogo, a che un richiedente protezione internazionale sia trattenuto per il solo fatto che non può sovvenire alle proprie necessità». La Apostolico ha anche ribadito come «la Corte costituzionale ha chiarito, fin dalla pronunzia dell’11 luglio 1989, numero 389, che la normativa interna incompatibile con quella dell’Unione va disapplicata dal giudice nazionale». E ancora: «Se il trattenimento viene previsto come misura unica, la garanzia finanziaria di importo predeterminato e commisurato alle esigenze e ai bisogni fondamentali del richiedente, posta come onere per evitare il trattenimento, pare ulteriormente in contrasto con la normativa comunitaria». Concetti già espressi dal magistrato di Catania a fine settembre.I quattro migranti sono Mohamed Mtir, tunisino, di 30 anni, arrivato in Italia il 2 ottobre scorso a Lampedusa, Ben Rjeb Mouheb, tunisino di 27 anni, arrivato il 3 ottobre scorso a Lampedusa, Abdelhalim Doussi, tunisino di 18 anni, arrivato il 3 ottobre a Lampedusa, Nabil Najar, tunisino di 37 anni, arrivato il 20 settembre scorso a Lampedusa. I provvedimenti di ieri, a differenza di quelli precedenti emessi dalla Apostolico, non sembrano riportare le motivazioni delle richieste dei quattro tunisini, che la volta scorsa erano diventate oggetto di polemica politica e di ironia sui social media. Nel frattempo, in attesa che si conoscano i primi esisti dei ricorsi del governo, ribaditi anche ieri dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, contro questi provvedimenti, gli sbarchi continuano.Martedì sera intorno alle 20.30 la nave Life support ha attraccato alla banchina 57 della Stazione marittima del porto di Livorno, scortata da una motovedetta della Capitaneria. A bordo della nave Ong di Emergency c’erano 69 migranti provenienti da Libia, Marocco, Egitto, Siria, Sudan e Tunisia: 46 uomini, 5 donne, 12 minori non accompagnati, sei minori accompagnati. Sull’isola di Lampedusa invece, nella mattinata di ieri ci sono stati due nuovi sbarchi, complessivamente di 49 persone. A bordo della prima imbarcazione, un piccolo gommone alla deriva, c’erano 21 persone. Tra loro 18 uomini, una donna e due minori, tutti di nazionalità tunisina. Nel secondo sbarco sono scese a terra 28 persone tra cui un minore, anche loro tunisini. Sbarchi che si aggiungono a quelli della notte precedente, sempre a Lampedusa: 123 persone sono state soccorse dalla Guardia costiera prima di approdare sull’isola. Tra loro anche sei donne e sette bambini. Un ricambio continuo, visto che martedì sera, dall’hotspot di contrada Imbriacola, erano state trasferite 378 persone con un aereo, diretto a Bergamo, e un traghetto.Sono invece 32 le persone arrestate, negli ultimi giorni, dagli agenti della Squadra Mobile della questura di Trapani nell’ambito dell’attività di contrasto all’immigrazione clandestina. Tra gli arrestati figurano tre scafisti di nazionalità tunisina che, alla guida di due distinti natanti, avevano condotto al largo delle coste di Pantelleria ben 71 connazionali. Gli uomini della polizia di Stato, attraverso un complesso lavoro di raccolta delle testimonianze dei migranti ospitati sulle due imbarcazioni nonché mediante l’esame dei telefoni cellulari in uso ai vari protagonisti, hanno raccolto gravi elementi indiziari a carico dei conducenti delle imbarcazioni che sono stati, così, sottoposti a fermo, con l’accusa di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina e portati in carcere. Le misure sono state poi convalidate dal gip di Trapani, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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