2021-10-05
«Il green pass fa miracoli». Ma non guarisce i colleghi sordi
Per i talebani del lasciapassare, il giro di vite ha dato la spinta alle vaccinazioni e persino al Pil. In realtà, le punture sono diminuite. E gli altri Paesi crescono più di noiCome dice il proverbio? Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire? Beh, in questi giorni in tv mi è capitato di ascoltare un certo numero di persone affette oltre che da sordità anche da cecità. I non vedenti e non udenti sono di regola colleghi, cioè giornalisti, i quali prima di commentare i fatti dovrebbero documentarsi sugli stessi. Con chi ce l'ho? Con un paio di invitati speciali nelle trasmissioni tv, di cui oltre a fare i nomi faccio anche i cognomi: Antonella Boralevi e Tommaso Labate, la prima giornalista e scrittrice e il secondo cronista parlamentare del Corriere della Sera. Durante la puntata di Controcorrente, la trasmissione condotta da Veronica Gentili su Rete 4, Boralevi è riuscita sostenere che il green pass, oltre a garantire la libertà agli italiani, cioè di non essere rinchiusi, ha fatto crescere il Pil. Tralasciamo il fatto che coloro che non sono in possesso del certificato verde sono privati della libertà di entrare in qualsiasi luogo pubblico e presto anche di lavorare, per cui parlare di libertà a proposito di un passaporto che non è un documento sanitario (lo ha ribadito più volte nella medesima trasmissione il professor Andrea Crisanti) è quanto meno improprio. Il meglio però la collega lo ha espresso quando ha sostenuto che grazie al green pass il Pil dell'Italia è aumentato del 6 per cento. In tv mi sono permesso di dire che senza green pass la Germania quest'anno aumenterà il suo prodotto interno lordo del 9 per cento. Gli Stati Uniti, anch'essi senza far uso del certificato verde, sono dati in crescita di circa il 6 per cento. Insomma, senza scomodare Paesi asiatici dove l'economia viaggia anche più velocemente, chiunque può rendersi conto che il green pass non sembra avere nulla a che fare con gli indici della produzione. Ma a proposito del famoso lasciapassare introdotto dal governo, a dar man forte alla collega sull'utilità del certificato verde è intervenuto Labate, sostenendo che grazie al prezioso documento si è registrato un boom delle vaccinazioni. Ho fatto presente che consultando il sito del governo si può agevolmente notare che se prima del 5 di agosto si viaggiava al ritmo di circa 300.000 vaccinazioni al giorno e a fine settembre eravamo a meno della metà, forse non si poteva parlare proprio di un successo. Ma le obiezioni sono state considerate irrilevanti, perché il collega, che ha ribadito di aver fatto le elementari, ha aggiunto che è da ritenersi naturale il fatto che il numero di nuovi immunizzati sia inferiore a due mesi fa, in quanto il grosso degli italiani ha già provveduto a offrire il braccio. Si dà il caso che a sostenere come non ci sia stato il boom dei vaccini sia non il governo, che ha progressivamente fatto slittare la data in cui si raggiungerà l'80 per cento di ultra dodicenni vaccinati (avremmo dovuto arrivarci entro settembre, ma se va bene sarà per l'8 di ottobre), ma anche uno dei guru a cui si abbevera lo stesso quotidiano per cui lavora Labate. Il 30 settembre, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, spiegava: «La progressiva estensione del green pass ha ottenuto un effetto molto netto in testing della popolazione, ma sinora non ha indotto nessuna impennata nella curva dei nuovi vaccinati». Cioè: sono cresciuti i tamponi (grazie ai quali si può ottenere il green pass e accedere ai locali pubblici e ai treni ad alta velocità), ma non le iniezioni. Prova ne sia che la media mobile registrata nell'ultima settimana, segnala che sono state vaccinate ogni giorno 97.000 persone. Di queste, oltre 91.000 hanno ricevuto entrambe le dosi e dunque c'è da presumere che si siano sottoposte al trattamento ai primi di settembre, più di 5.000 sono invece persone che hanno avuto il Covid e si sono vaccinate con una sola iniezione. A conti fatti, i nuovi vaccinati scarseggiano: evidentemente il green pass non sta ottenendo il risultato di costringere i no vax al gran passo. Perché un conto sono le chiacchiere in tv, un altro - per chi ha fatto le elementari e non vive solo nei salotti televisivi - i numeri.
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
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Nicola Fratoianni, Elly Schlein e Angelo Bonelli (Ansa)