2021-10-14
Sgarbi: «Il fascismo ora non c’è più. Il comunismo invece è vivo e lo dimostra ogni momento»
Vittorio Sgarbi (Getty images)
Lo storico dell’arte: «La frase del pd Provenzano che vuole la Meloni fuori dall’arco democratico e repubblicano svela la mentalità stalinista e totalitaria del vecchio Pci»Da giorni Vittorio Sgarbi - in televisione, sui giornali e in Parlamento - si dedica a smontare pezzo per pezzo la surreale polemica sul fascismo di ritorno. E, al solito, utilizza molti argomenti parecchio efficaci.Che cosa non funziona nelle accuse di fascismo a Giorgia Meloni?«Fascistizzare la destra è ignobile quando ci sono regimi comunisti attivi. Il fascismo non è più attivo. Del fascismo di buono resta la Treccani, resta Pirandello, resta Fermi… Tutto il resto non c’è più. In compenso c’è una storia che vive, che è quella del comunismo. Il quale, però, non lascia niente di buono. Il comunismo è vivo in Cina, in Corea, a Cuba e continua a utilizzare la violenza contro i dissidenti, le donne, gli omosessuali…».Giuseppe Provenzano del Pd ha detto che Giorgia Meloni è «fuori dall’arco democratico e repubblicano».«Che cosa è il Pd? È niente. È la fusione di Dc e Pci, due partiti che non esistono più. È una specie di lemure. Per altro ruba il nome agli altri partiti».In che senso?«Tutti i partiti sono democratici, non solo il Pd. Anche gli altri lo sono, e ovviamente anche Fratelli d’Italia. La frase di Provenzano è irricevibile, soprattutto in un Paese come il nostro in cui gli ex comunisti non hanno vergogna di essere stati comunisti».Molti sostengono, in questi giorni, che la Meloni dovrebbe prendere esempio da Gianfranco Fini, il quale disse che il fascismo era «parte del male assoluto».«Il male assoluto che evocò Fini fu una furbizia per legittimare An. Ricordiamoci che An era più vicina al Msi di quanto potrà mai esserlo una ragazza nata nel 1977 come Giorgia Meloni. Dove sarebbe fascista la Meloni? Per quale motivo dovrebbe essere fuori dall’arco repubblicano come dice Provenzano?».Mi pare abbastanza evidente che non lo sia.«Neanche il Movimento sociale di Almirante era fuori dall’arco repubblicano. La frase di Provenzano svela la mentalità stalinista e totalitaria tipica del vecchio Pci, che indica negli altri il mostro. Il voto alla Meloni è legittimo, se non lo fosse ci troveremmo all’interno di un sistema totalitario, castrista o cinese, in cui chi la pensa diversamente viene ostracizzato. Semmai è Provenzano a non essere democratico, perché ritiene che il voto dato a lui sia nobile mentre quello dato agli altri sia ignobile».Mi pare di capire che secondo lei il pericolo fascismo non esista. Però la Cgil, il Pd e altri saranno in piazza «contro i fascismi».«Se quella manifestazione verrà fatta si tratterà di un abuso, perché il Pd sarà in piazza nonostante il silenzio elettorale. Ma se venisse impedita, ovviamente a sinistra farebbero le vittime».Non se ne esce.«Io spero che una parte degli elettori di centrodestra, anche solo un 2 o 3 per cento, si presenti alle urne per dire: non possiamo accettare di essere messi al margine come se fossimo davvero fascisti».Lei ha detto in tv che è legittimo avere nostalgia del fascismo. Che intendeva?«Si può avere nostalgia di Pirandello o di Gentile. Ma la nostalgia è comunque qualcosa di crepuscolare, e legata a qualcosa che ormai è consegnato alla Storia, cioè a qualcosa che non c’è più. Mentre, come ho già detto, il comunismo c’è eccome».Però in Italia c’è sempre una certa difficoltà a ricordare i martiri del comunismo. Lei ha ricordato la vicenda di Norma Cossetto, infoibata poco più che ventenne dai titini.«L’ho ricordata perché Ciampi, attribuendole la medaglia d’oro, disse che fu vittima di partigiani comunisti. I titini non ci sono più, ma l’ideologia che ha legittimato quell’uccisione ancora vive. Vive nei comunisti che sono ancora in azione. Nell’area della destra quelli che si possono definire fascisti sono lo 0,5%, mentre la sinistra vive nel dialogo con i comunisti reali. Non è che Fratoianni si sia dissociato dal castrismo o dal partito comunista cinese…».Secondo lei Forza nuova andrebbe sciolta?«Intanto ripeto che lo scioglimento di Forza nuova non dipende dal Parlamento, deve passare dalla Consulta. La XII disposizione transitoria della Costituzione vieta la ricostruzione del partito fascista. Ma è stata proprio la Corte costituzionale a dire che questa disposizione deve essere temperata dalla tutela della libertà di pensiero, la cui compressione può essere ammessa solo se ci si trova di fronte a un pericolo concreto per l’ordine democratico. Se ci sono atti concreti di eversione c’è lo spazio per sciogliere. Ma pensare da fascisti o dichiararsi fascisti non basta a giustificare lo scioglimento».La destra dovrebbe votare per lo scioglimento di Forza nuova?«Se fosse sciolta Fratelli d’Italia ne trarrebbe vantaggio. Ma, di nuovo, non è competenza del Parlamento. Al massimo il Parlamento può fare un ordine del giorno che chiede lo scioglimento. Ma poi interviene la Consulta. L’azione fascista porta allo scioglimento, il pensiero fascista no».Quella di Forza nuova a Roma è stata un’azione fascista?«No. Da parte di Forza nuova credo sia stato un atto di provocazione e di propaganda. Vogliono far sapere che esistono e vogliono accreditarsi come il partito dei no vax. Visto che non esiste un fronte unico dei no vax, che sono sparsi in vari partiti, allora Forza nuova prova a leaderizzare una protesta che nella realtà è molto distribuita tra destra e sinistra. L’assalto è servito soltanto a sputtanare una legittima protesta».Insomma, secondo lei l’azione violenta non giustifica lo scioglimento.«In realtà non mi risulta che quanto avvenuto a Roma sia stato particolarmente violento, se non ai danni dei poveri no vax. Gli agenti non hanno ostacolato Fiore né Castellino, ma hanno picchiato gente che non aveva fatto niente, solo perché era lì. Se l’uso del manganello è un’azione tipicamente fascista, in questo caso il manganello l’ha usato la polizia per menare gente che non era affatto fascista. Dunque l’azione fascista l’ha condotta la polizia».Ecco, come valuta la gestione della manifestazione di sabato da parte delle forze dell’ordine e soprattutto del ministero dell’Interno?«È stata una gestione eversiva. Non hanno bloccato Castellino e Fiore da subito. Hanno dato prova di avere infiltrati contro i no vax ma non contro Forza nuova. Bastava bloccare subito Fn e non consentire di entrare alla Cgil. La polizia ha agito per creare dei sovversivi che non c’erano. È stata una sorta di rappresentazione teatrale in cui le componenti eversive erano Fn e la polizia».E tutti gli altri?«Erano rappresentanti di movimenti spontanei che sono stati fatti passare per fascisti. Ho ricevuto decine di video in cui si vedono persone in divisa e uno in borghese picchiare manifestanti. Ho fatto anche una interrogazione parlamentare su questo».Intanto il 15 ottobre è qui a un passo, e rischiamo l’esplosione del green caos.«Che il green pass creasse situazioni assurde l’ho detto per primo a Draghi. Mi ha risposto che serviva per costringere tutti a fare il vaccino. Oggi abbiamo l’80% di vaccinati, e il non vaccinato non è pericoloso per gli altri, al massimo per sé stesso. Mi pare che l’unico modo per evitare il caos per le imprese e i lavoratori - a meno che non si abolisca il lasciapassare - siano i tamponi gratis. Visto che lo Stato ti obbliga ad avere il green pass, deve anche garantirti le condizioni per ottemperare all’obbligo».