2025-11-20
Il suo zampino nel «no» a Starlink
Elon Musk e Francesco Saverio Garofani (in foto piccola) Ansa
Da responsabile dei temi per la Difesa, l’ex parlamentare dem avrebbe avuto un peso determinante nel far sfumare l’accordo tra il governo e l’azienda di Elon Musk.Inizio 2025. Elon Musk - i suoi rapporti con Trump erano ancora in fase idillio - veniva considerato una sorta di alieno che si aggirava minaccioso nel cielo della politica italiana. C’era in ballo un accordo da 1,5 miliardi per dotare il governo di servizi di telecomunicazione iper-sicuri. Contratto quinquennale che avrebbe assicurato attraverso SpaceX e quindi Starlink un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e internet dell’esecutivo, ma l’intesa riguardava anche le comunicazioni militari e i collegamenti satellitari per le emergenze.Dal punto di vista tecnologico una soluzione inappuntabile. Qualsiasi esperto avrebbe gioco facile a evidenziare che per sicurezza, resilienza, velocità e costi, i satelliti di Musk non avevano e non hanno avversari. Il problema era tutto politico. Una Bloomberg di gennaio, sottolineava, per esempio, che il piano avrebbe avuto una forte accelerazione dopo l’incontro tra il premier Giorgia Meloni e il presidente (all’epoca ancora designato) Usa Donald Trump. Così come non era un mistero per nessuno che sia l’inquilino di Palazzo Chigi sia il leader della Lega Matteo Salvini avessero degli ottimi rapporti con Musk. Ora, intrattenere degli ottimi rapporti con uno degli uomini più ricchi, potenti e oggettivamente innovativi al mondo dovrebbe essere considerato un punto di forza e non di debolezza. Ma la politica segue regole sue e spesso prive di razionalità. Per cui quell’intesa al Pd non andava giù. Ma il problema non era il Partito democratico. Quanto il Colle. Secondo quanto emerso dalla cronaca politica dell’epoca il Quirinale era convinto che quell’accordo riguardasse aspetti molto delicati della sicurezza nazionale e dei rapporti diplomatici con gli alleati europei. E con Musk era bene andarci con i piedi di piombo. Anche i consiglieri del presidente Mattarella erano consapevoli della superiorità tecnologica di Starlink, ma avevano altresì presente il problema che alleati storici, per esempio la Francia di Macron che aveva interessi notevoli lato satellitare con il progetto Eutelsat da salvare, non vedessero di buon occhio l’appalto a una società americana di un servizio strategico europeo. Secondo quanto risulta alla Verità era la linea anche, se non soprattutto, di Francesco Saverio Garofani che da consigliere per gli Affari del Consiglio supremo di Difesa avrebbe avuto un ruolo decisivo in quella partita. Tant’è che alla fine l’accordo con il governo è rimasto lettera morta. Una conferma rispetto a questa ricostruzione arriva anche dalla richiesta (assolutamente fuori dagli schemi) di Musk di incontrare Mattarella. Eravamo a marzo e si iniziava a capire che quel contratto non s’aveva da fare. Il tycoon, via X, e senza tanti fronzoli, chiese rispettosamente un rendez-vous all’uomo del Colle: «Sarebbe un onore parlare con il presidente Mattarella». Con il vicepremier Salvini che dimostrò subito apprezzamento per l’eventuale vertice: «Non faccio io l’agenda di Musk e del presidente Mattarella. Sarebbe un incontro stimolante». E poi: «Non sono io a decidere se va bene la tecnologia A o la tecnologia B. Se Starlink connette mezzo mondo non vedo perché la sinistra debba dire pregiudizialmente di no, perché è di Musk. Quando si parla di sicurezza nazionale le simpatie e le antipatie dovrebbero uscire dal tavolo».Non sappiamo se sia stata una questione di simpatia o antipatia, è certo però che quell’incontro non c’è mai stato. Il Quirinale fece sapere che un’eventuale trattativa spettava al governo. Così come sappiamo che da allora, complice anche la rottura di Musk con Trump, mister Tesla si è allontanato dall’amata Italia. Quelle che non conosceremo mai sono le occasioni perse per quella mancata intesa. Ma dubitiamo che al Colle interessi più di tanto.
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
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Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Annalisa Cuzzocrea (Ansa)