2025-05-19
Il delfino di Soros e i soldi alla campagna Pd
La portavoce delle Donne dem è tesoriere di Agenda, ente sovvenzionato da Sachs, vice capo di Open society In passato, l’associazione elargì fondi pure al segretario provinciale del partito e al capogruppo in Comune.C’è un filo rosso che collega l’inchiesta genovese sulla corruzione in porto, la coalizione di centrosinistra che sostiene la candidata sindaco di Genova Silvia Salis (si vota il 25-26 maggio) e i «filantropi» liberal capitanati dal finanziere George Soros e dal suo delfino, lo svedese Daniel Sachs, i quali vogliono condizionare la vita democratica occidentale a colpi di milioni. Sachs, ricco imprenditore scandinavo legato a Soros dalle comuni radici ebraiche, nella nostra storia, come vedremo, è personaggio centrale. Meno conosciuto di Soros, ma di quasi quarant’anni più giovane, è erede della sua «visione». Che porta avanti dalla Svezia, dove ha fondato una creatura gemella della Open society foundation dell’anziano «filantropo» ungherese, naturalizzato statunitense, la Demokrati pluralism stiftelsen.Ma che cosa c’entra con Genova e con le elezioni a sindaco? Per trovare l’anello di congiunzione tra queste vicende dobbiamo accendere un faro su Sofia Di Patrizi, trentenne nata a Voghera, ma genovese di fatto, paladina dell’impegno in politica delle donne e sponsor della Salis. È la portavoce metropolitana della Conferenza delle Donne democratiche, il pensatoio femminile del partito. Ma è anche co-fondatrice di Agenda, la non profit finanziata dall’organizzazione di Sachs e fondata nel luglio 2022 da Jessica Shearer, ex dello staff di Barack Obama e oggi amministratrice di Social changes Inc., società americana specializzata in campagne elettorali per i democratici e finanziatrice di candidati anche in Italia, molti dei quali erano presenti all’«incoronazione» della Di Patrizi a portavoce delle donne dem.La trentenne non è solo una militante femminista, ma è anche una figura chiave della rete politica e finanziaria che fa capo ad Agenda, un’associazione che si prefigge l’obiettivo di «rafforzare il potere politico delle donne e il loro ruolo al servizio della comunità». Tra le fondatrici ci sono altre due italiane, tutte interne al circuito di Elly Schlein: Rachele Scarpa, ventottenne trevigiana, e la molisana trentaquattrenne Caterina Cerroni.Agenda, di cui Di Patrizi è tesoriera, ha ricevuto 1.075.000 euro dalla fondazione di Sachs, vicepresidente della Open society di Soros e continuatore delle sue idee di un mondo senza confini, aperto a ogni tipo di migrazione. Due bonifici: 800.000 euro il 19 agosto 2022, altri 275.000 il 6 ottobre 2023.Il bilancio ci informa che quell’anno si è chiuso con un attivo di 226.125 euro. Un tesoretto depositato in banca. Nel rendiconto finanziario c’è una voce che colpisce. L’associazione, a quanto pare, deve avere solo quattro iscritti. Ovvero la presidente e le tre fondatrici. Lo si ricava incrociando bilancio e statuto. Infatti, l’introito delle quote associative annuali ammonta a 400 euro. E nello statuto è stabilito che ogni quota costa 100 euro. Ma l’informazione più interessante riguarda i «contributi provenienti dall’estero»: 1.075.000 euro incassati nel 2022 e presenti nel bilancio dell’anno successivo. Donatore: la «Fondazione Demokrati pluralism stiftelsen» di Sachs. Un unico maxi sostenitore. Ed è proprio la Di Patrizi a certificare, in veste di tesoriera, che non sono state raccolte donazioni in denaro da persone fisiche, né da persone giuridiche. L’unica entrata rilevante proviene da sopra citati «soggetti esteri». Ma veniamo alle uscite. Quella più consistente è relativa ai «contributi in servizi a candidati»: 487.891 euro. Collegate alle campagne elettorali anche le «erogazioni liberali a candidati»: 36.820 euro. La terza voce «forte» tra le uscite è quella per «consulenze organizzative, ricerche di mercato, indagini demoscopiche, social e political advertising». Il costo? 187.480 euro. Dalla relazione allegata al bilancio si apprende chi siano i fortunati destinatari di queste spese. Per esempio «singoli candidati alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 in Sicilia e alle elezioni regionali in Lombardia e Lazio del 2023». In conclusione il bilancio (validato da un revisore unico esterno, la commercialista napoletana Orietta Palumbo, ex tesoriera di Scelta civica e oggi di Azione di Carlo Calenda) ci informa che Agenda non distribuisce denaro, ma paga servizi strategici: comunicazione, uffici stampa, social media, consulenze elettorali, materiali promozionali. Lo ha fatto, con 150.729 euro, per Ilaria Cucchi e con decine di altri candidati, tutti rigorosamente legati alla corrente Schlein.Il ruolo politico della Di Patrizi, dal 2022 a oggi, sembra essere cresciuto di pari passo con i finanziamenti arrivati dall’estero. Da attivista a dirigente, da militante a portavoce metropolitana. Laurea triennale in Sociologia (110 e lode) nel 2019 e un Erasmus a Francoforte, dopo un diploma al Classico con voto finale di 88. L’università di Genova l’ha anche inclusa tra i componenti del Consiglio d’amministrazione per parte del biennio accademico 2021/2023 in rappresentanza degli studenti. Dal punto di vista professionale ha fatto esperienza come junior project manager per il Centro culturale Primo Levi, è stata formatrice dello Iusy, network tra le organizzazioni giovanili dell’Internazionale socialista (per cui è stata anche attivista del Feminist working group), un lavoro in un diving center come guida subacquea e un contratto all’Axa insurance di Londra per la comunicazione interna. Anche se nel curriculum non è presente, su Internet è possibile rintracciare un incarico di quattro mesi conferitole, con affidamento diretto, nel settembre 2023, dal Comune di Genova (3.200 euro) per «servizi afferenti a spazi radio-televisivi, sul Web giornali e riviste per attività politico-istituzionale del gruppo consiliare del Partito democratico». Un anno prima aveva fatto parte dello staff dell’avvocato Ariel Dello Astrologo, ex presidente della comunità ebraica genovese e candidato sindaco per il centrosinistra, con il ruolo di spin doctor. Nel mondo del Pd ligure la sua ascesa è considerata segnale di un progetto più ampio, ma non ha ancora spiegato esplicitamente come siano stati selezionati i beneficiari dei finanziamenti di Agenda. Il tema crea qualche fastidio: «False e infondate le notizie di una relazione diretta con Soros», taglia corto Shearer. Ha ragione: i soldi arrivano dalla fondazione del suo vice ed erede. Ma il dem Andrea Orlando, uno dei fautori dell’operazione Salis, fa eco alla Shearer e confonde le acque: «Soros non fa parte della fondazione. Semmai bisognerebbe interrogarsi sul perché una fondazione che vuole finanziare giovani leader trovi nel Pd l’unico approdo». Ma la sensazione, tra gli stessi dem, è che Agenda abbia scelto con chirurgica precisione chi finanziare e chi no. E chi ha preso quei soldi oggi comanda, decide, nomina. Tra i beneficiari non mancano i big: Peppe Provenzano, già ministro del Sud e attuale deputato dem, ha ricevuto da Agenda 13.211,97 euro, la vicepresidente dem dell’Emilia Romagna e deputata Ouidad Bakkali 77.418 euro. Mentre tra i fedelissimi della Schlein compaiono Marta Bonafoni (10.000 euro), coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, e Marco Sarracino (29.765), deputato di Villaricca (Napoli) e componente della segretaria nazionale. La fondatrice e attivista di Agenda, Rachele Scarpa, si è «autofinanziata» con 24.000 euro erogati in due tranche per la competizione elettorale che l’ha vista conquistare un seggio da deputata in Veneto. Neanche a dirlo, anche lei è della corrente Schlein. Corposa la compagine dei fruitori liguri. Katia Piccardo, sindaco di Rossiglione e vicesegretaria Pd di Genova ha ottenuto 22.159 euro in servizi ricevuti nel 2022, Martina Giannetti, capogruppo dem in Consiglio comunale alla Spezia, 5.216 euro, sempre in servizi.In questo elenco sono particolarmente interessanti altri due dem liguri, che ci riconducono, seppure non indagati, all’inchiesta sulla corruzione in porto: la deputata Valentina Ghio, ex sindaco di Sestri Levante (38.504 euro in servizi nel 2022) e Simone D’Angelo, segretario provinciale del Pd genovese e consigliere regionale, destinatario di due tranche, da 11.672 e da 8.770 euro. D’Angelo è anche dipendente di Mauro Vianello, la «Volpe del porto», l’uomo che ha patteggiato una condanna per corruzione e che, secondo i pm, aveva trasformato il Partito democratico in un’appendice dei suoi interessi portuali.D’Angelo fu uno dei commensali al pranzo strategico con l’ad di Autostrade per L’italia Roberto Tomasi, organizzato da Vianello e da Paolo Emilio Signorini, l’ex presidente dell’Autorità portuale che ha patteggiato tre anni e cinque mesi per corruzione. «Signorini mi scrisse per invitarmi a un incontro con Vianello e con alcuni “stakeholder” (letteralmente «portatori di interessi», ndr), intendendo i rappresentanti del Partito democratico» ha raccontato ai pm Tomasi. L’obiettivo di Vianello era quello di fare da paciere tra Aspi e la sinistra dopo il crollo del ponte Morandi, spendendo i suoi contatti (fortissimi) dentro al Pd. Una missione collegata all’ambizione di concludere affari con Autostrade (cercava appalti per le sue società di anti incendio). Intercettato, Vianello aveva anticipato a Signorini le sue intenzioni, in vista del meeting con l’ad di Aspi: «Dopo ci vediamo coi due segretari del partito […] ci troviamo anche con il segretario regionale (la Ghio, oggi parlamentare, ndr) e provinciale (D’Angelo, ndr), li chiamo tutti a raccolta…». Nella sede di Ente Bacini probabilmente si parlò di cantieri e di consenso. Ma la partita era iniziata prima. Per garantire al suo dipendente D’Angelo la vittoria alle primarie del partito, Vianello non aveva esitato a far tesserare amici e parenti al circolo di Sori. Adesso D’Angelo è uno dei più convinti sostenitori dell’operazione Salis. Lui che è stato finanziato dai soldi di Agenda e, quindi, di Sachs.Il quale, sul sito della sua fondazione, ha spiegato la sua «visione della democrazia» da anteporre ai «movimenti autoritari» e ai «leader che sfruttano le frustrazioni dei cittadini», indebolendo «il tessuto democratico». La sua ricetta è quella di «aiutare movimenti emergenti guidati da una nuova generazione», le cui idee non sempre «si traducono in potere politico». Per questo Sachs e i suoi credono «fermamente di dover sostenere questa nuova ed eterogenea generazione di leader, affinché assuma posizioni di potere, preparandola a guidare il cambiamento». Una missione che a Genova, molto probabilmente, D’Angelo e la Di Patrizi stanno provando a realizzare con la Salis. Ieri abbiamo provato a domandare, via telefono e per messaggio, alla tesoriera di Agenda e al portavoce della candidata sindaca (Lorenzo Cecioni) se l’associazione abbia finanziato direttamente la Salis. La prima non ci ha risposto, il secondo si è limtato a un «no» secco.
Francesca Albanese (Ansa)