2022-01-23
Il debito Tirrenia finito a Prelios. Palenzona e l’incrocio di poltrone
Fabrizio Palenzona (Ansa)
Il manager, ex Cda della compagnia, oggi guida la società creditrice di 48 milioni.La strana coppia Vincenzo Onorato e Fabrizio Palenzona poggia ancora su 48 milioni di euro di Npl, sofferenze bancarie. Il primo, armatore di Nola, ha passato parte della sua carriera professionale a competere con il gruppo Grimaldi per diventare leader nel trasporto marittimo in Italia. Il secondo, l’uomo dei trasporti di Novi Ligure, poi politico Dc, poi consigliere della fondazione Crt, quindi banchiere, aveva invece l’idea tutta democristiana di mettere d’accordo i due armatori italiani. L’incontro nasce quasi per caso nel 2015.E’ l’anno in cui Palenzona, all’epoca vicepresidente di Unicredit, riceve un avviso di garanzia dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze. Si parla di associazione a delinquere. L’allora vicepresidente di Unicredit si sarebbe dato da fare per ristrutturare un debito da 60 milioni che un’impresa tosco-siciliana aveva con l’istituto di credito di piazza Cordusio a Milano. Di mezzo c’è l’immobiliarista Andrea Bulgarella che, sostengono gli inquirenti, sarebbe il prestanome del boss dei boss, Matteo Messina Denaro. La notizia esplode sui giornali. Dopo 4 anni le accuse si riveleranno infondate. Palenzona sarà archiviato, Bulgarella sarà assolto. In Unicredit Palenzona non perde il posto, i vertici gli confermeranno fiducia. In Aeroporti di Roma, però, avamposto della famiglia Benetton le cose vanno diversamente. All’epoca Palenzona è presidente di Adr. Ma nei primi mesi del 2016 il suo incarico è in scadenza. Così Fabio Cerchiai, il presidente di Atlantia, la cassaforte dei veneti, decide di non riconfermarlo. È un addio amaro, titolano i giornali, perché dopo 10 anni si rompe il rapporto tra Palenzona e Benetton. Caso vuole che anni dopo, in seguito alla tragedia del ponte Morandi, uno dei pochi a non attaccare la famiglia di Treviso sarà proprio l’ex politico Dc, anzi per quel che può offre ragionevolezza e mediazione. Nel 2016 Palenzona, su cui pende un’indagine per mafia, è quindi libero da incarichi in aziende. Onorato decide di chiamarlo e gli offre la possibilità di fare esperienza anche nel trasporto marittimo. Il re dei trasportatori di Novi Ligure diventa così consigliere di amministrazione di Tirrenia Cin, compagnia che era nata proprio nel 2015 dalla privatizzazione dell’ex statale Tirrenia, poi finita sotto il controllo di Moby.Nemmeno un anno dopo Palenzona e Silvio Di Virgilio, ex capo del dipartimento per la navigazione e il trasporto marittimo e aereo al ministero dei Trasporti, decidono di dimettersi già a settembre dell’anno successivo il loro ingresso. La situazione di Tirrenia Cin precipiterà nel giro di qualche anno, tra sequestri, indagini e la richiesta di un concordato preventivo per dare continuità all’azienda. Nel frattempo Palenzona torna sul mercato.E nel 2018 il fondo americano Dk (Davidson Kemper) lo sceglie come presidente di Prelios. In Italia c’è chi rumoreggia. Le indagini per mafia sono ancora in corso. E le strade di Palenzona e Onorato tornano a incrociarsi. Il gruppo Moby è oberato dai debiti. La sezione fallimentare del tribunale fa una radiografia impietosa della situazione. Ci sono passività per quasi 500 milioni di euro, di cui almeno 166 verso le banche. La ripartizione dei crediti vede proprio in testa Prelios (48 milioni ceduti da Intesa San Paolo), Unicredit 41 milioni e 21 milioni in capo ad Amco per Mps e a Banco Bpm.