2020-07-20
Il cooperante inetto fa il gioco dei jihadisti
Chi parte per Paesi pericolosi senza preparazione diventa una mina vagante, preda di rapimenti a scopo di estorsione. I soldi del riscatto (ufficialmente mai pagato) per liberare Silvia Romano, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo vengono usati dai terroristi per gli attentati.Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono due fanciulle ventenni a competenza zero, spesso descritte con l'ampolloso termine di «cooperanti». Il termine, posso testimoniarlo perché sono stata una cooperante, presuppone tre cose o almeno le presupponeva ai miei tempi. La prima era la capacità di svolgere un qualche lavoro utile in una contrada spesso extraeuropea, capacità non ritrovabile in personale locale che deve essere sempre privilegiato. La seconda era aver seguito e superato un corso da cooperante. Si trattava di un corso molto serio in cui si sottolineavano informazioni tecniche, medicina tropicale, come riparare una presa elettrica da soli visto che l'elettricista non c'è, come rendere potabile l'acqua eccetera, e informazioni antropologiche su come vestirsi, come agire per non sconcertare in nulla la cultura accogliente e come muoversi sempre con la massima prudenza.Se un cooperante si mette nei guai ha smesso di cooperare ed è diventato un danno per tutti. Il corso di cooperante non era sinecura, poteva capitare di non superarlo. Se la persona dimostrava di non avere le capacità tecniche oppure le capacità psicologiche e antropologiche per rendersi utile in una situazione dove è tecnicamente possibile combinare disastri, non partiva. Nonostante queste precauzioni anche cooperanti veri possono essere assassinati o rapiti in cambio di riscatto, ma almeno in questi casi si ha la consolazione che un qualche lavoro veramente utile prima del disastro lo hanno fatto e che il disastro non è attribuibile alla loro responsabilità. Si mandano in giro aiuti, non mine vaganti. Il terzo punto fondamentale per essere definiti cooperanti è qualcuno con cui cooperare. A organizzare il viaggio e la permanenza deve essere un'associazione solidamente introdotta nella nazione, con uno scopo preciso e ufficialmente riconosciuto, un ospedale, un progetto di tipo agricolo o ingegneristico sostenuto da un'organizzazione statale e internazionale, una missione religiosa, che abbia quindi alle proprie spalle la Caritas o un altro omologo evidentemente internazionale. Nella cooperazione valgono gli stessi principi che valgono nella medicina: primo non nuocere, secondo muoviti solo con competenza per svolgere un lavoro competente. Greta Ramelli e Vanessa Marzullo non erano cooperanti, ma «volontarie», affascinante termine con cui si indica un enorme numero di situazioni e che vuol semplicemente dire che si sta facendo qualcosa di propria volontà. Si sono spostate di propria volontà e con un visto turistico in una nazione in guerra e ad Aleppo, nel nord della Siria, hanno subito un sequestro a scopo di estorsione. La Siria è stata descritta da un altro rapito, il giornalista Domenico Quirico, con le terrificanti parole: «Il Paese del male». In tutte le guerre il sadismo e la ferocia si scatenano e si moltiplicano, ma la Siria è riuscita a distinguersi. In questo immane carnaio le due fanciulle sono rapite nella notte fra il 31 luglio e il 1º agosto 2014, per essere poi liberate il 15 gennaio 2015. In prigionia sono state fortunatamente trattate infinitamente meglio di Domenico Quirico e sono state liberate dopo il presunto pagamento di un riscatto.La cifra ipotizzata è enorme e l'ipotesi del riscatto è ovviamente negata da chi avrebbe dovuto pagarlo, nella fattispecie l'allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, per una elementare regola di bon ton. Se lo spaparanziamo in giro che finanziamo i terroristi non solo rendiamo obbligatorio il prossimo rapimento, ma rischiamo anche di entrare nella sontuosa cerchia degli Stati canaglia. Quindi la versione ufficiale, intelligente e credibile, è che Greta e Vanessa siano state rapite per passare il tempo, siano state ospitate in maniera molto più lussuosa di Domenico Quirico per pura cavalleria e siano state liberate per qualcosa di più della cavalleria, un gentile miscuglio di tenerezza e affetto. Risparmio i particolari delle efferatezze compiute in Siria dai gentiluomini che hanno rapito le due «volontarie», e risparmio anche di entrare in particolari sullo spettacolare numero di assassinati, torturati, imprigionati che si possono produrre con l'eventuale cifra dell'eventuale riscatto, che sicuramente non è stato pagato, perché se fosse stato pagato vorrebbe dire che Gentiloni mente, mentre come tutti sanno Gentiloni è un uomo d'onore.Un mio carissimo amico lavora in un'associazione che, senza contributi statali, con denaro raccolto in collette fatte tra conoscenti e vicini di casa, ha mandato aiuti in Siria. Alla fine non è più stato possibile inviare gli aiuti in Siria: ha dovuto portarli lui di persona. Prima di partire per Aleppo ha firmato un testamento dove dichiarava che la sua volontà era che, in caso di suo rapimento, nessun riscatto fosse pagato, qualsiasi cosa lui avesse potuto dire in un video. Perché si fa così. Se ami una nazione, e quest'uomo ama profondamente la Siria, ha dedicato un'enorme parte della sua vita alla Siria, non rischi di destabilizzarla, non rischi di buttare benzina nell'incendio. Per tutto il viaggio e per tutta la permanenza si è finto francese. Il rapimento ormai è il bancomat del terrorismo internazionale, mentre non lo è stato del terrorismo nazionale e dell'anonima sequestri. Non si è trattato per Moro e una famiglia che avesse cercato di pagare il riscatto per il figlio adolescente o bambino sequestrato in Sardegna si sarebbe trovata inquisita per concorso in sequestro di persona.Paradigmatico è il rapimento di Silvia Romano. Il primo viaggio in Kenya, con visto turistico, Silvia Romano l'ha fatto per raggiungere Davide Ciarrapica, trentunenne italiano che gestisce un orfanotrofio, ma il termine corretto è struttura con bambini di cui alcuni orfani, a Likoni. Ciarrapica è conosciuto alle cronache per una rissa all'interno della discoteca The wall di Milano, durante la quale staccò un orecchio a morsi a un altro utente della discoteca. Le fotografie dell'orfanotrofio sono quantomeno bizzarre. In tutte si vede Davide Ciarrapica con bambini in braccio, in canottiera o a torso nudo, che mostra sorrisi smaglianti sotto la sua capigliatura bicolore, biondo cenere e nero.L'orfanotrofio è un luogo di dolore che accoglie bambini feriti. La prima regola di un orfanotrofio è il dovere di accogliere il dolore, dolore che è espresso nella lingua locale. Un orfanotrofio non è un asilo di un villaggio vacanze. Un orfanotrofio affidato a uno straniero, che in nessun caso può aver appreso la lingua locale in maniera da capire le sfumature di cosa sta farfugliando un bambino di quattro anni, ci lascia perplessi. Un orfanotrofio affidato a una persona talmente irascibile d'aver staccato un orecchio a morsi, di nuovo ci lascia perplessi.Da questo primo orfanotrofio Silvia Romano si sposterà presso un'altra struttura, in un altro punto del Kenya. Questa struttura appartiene ella Onlus Africa Milele, e qui avverrà il suo rapimento. Una volta rapita dai terroristi di al Shabaab Silvia Romano si è convertita all'islam. Si è convertita grazie alla possibilità di leggere il Corano. Per la cronaca, se qualcuno si fosse distratto, si tratta degli stessi gentiluomini che hanno rapito e assassinato nel 2003 suor Annalena Tonelli, che hanno assassinato 150 studenti cristiani a Garissa, in Kenya, che hanno ridotto la Somalia a una nazione di miseria e di terrore: «Parte del riscatto di Silvia Romano finanzierà la jihad», ha annunciato il portavoce del gruppo terroristico che ha rapito la cooperante, e non si sa di cosa stia parlando, perché il nostro straordinario ministro degli esteri, Luigi Di Maio, ha affermato che nessun riscatto è stato pagato. La signora Romano tornata a casa accuratamente paludata in panni color verde ha scatenato l'entusiasmo di tutti i siti islamici, che hanno scritto nero su bianco che è giusto rapire le donne non musulmane, così diventano musulmane e trovano la vera strada che porta a Dio. La signora Romano ha entusiasticamente dichiarato che il velo è libertà. La signora Romano spiega che il continuo mostrare le proprie forme, tipico di molte donne del mondo occidentale, è una forma di schiavitù. Sono entusiasticamente d'accordo con lei, ma mostrare le proprie forme nel mondo occidentale non è obbligatorio, mentre il velo nel mondo islamico è sempre più obbligatorio, in molte nazioni bisogna scegliere tra il velo o la morte. Oppure il viso sfigurato dall'acido. Bisognerebbe spiegarlo alle assassinate che il velo è libertà. Bisognerebbe spiegarlo alle ragazzine con il volto sfigurato per sempre. Il mondo è un luogo complesso, difficile, e le buone intenzioni non bastano. E guardiamo le foto di una tredicenne col volto distrutto, di una chiesa distrutta, con i cadaveri carbonizzati tra i banchi. Nessuno si esponga al rischio di essere colui che procura il denaro che ha comprato quell'acido e quell'esplosivo. La prima legge è non nuocere.
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