L'appuntamento con la seconda puntata di Transatlantico: ospiti di Daniele Capezzone, Giulio Centemero e Silvia Fregolent.
Valter Tozzi e Matteo Renzi
Il «geometra dei misteri» indagato per sostituzione di persona. I pm pronti a chiedere il rinvio a giudizio. Ha fatto credere a un noleggiatore d'auto di essere un agente impegnato nella liberazione dell'ostaggio.
Adesso il geometra Valter Tozzi di Borgo Velino (Rieti), sedicente agente dei servizi segreti è indagato presso la Procura di Roma per sostituzione di persona, fattispecie prevista dall'articolo 494 del codice penale e contestata a chi per ottenere un vantaggio per sé o recare danno ad altri «induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all'altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato». Un reato per cui si rischia sino a un anno di reclusione.
A inchiodarlo alle sciocchezze di cui ha riempito la testa di decine di creduloni è stata una dettagliata informativa del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri (Ros) finita delle mani del procuratore di Roma Michele Prestipino e del pm Sergio Colaiocco. «L'indagine è conclusa e presto chiederemo il rinvio a giudizio» confermano da Piazzale Clodio. Infatti l'avviso di conclusione delle indagini è stato firmato circa un mese fa da Colaiocco, che ha sul tavolo anche il fascicolo sul rapimento di Silvia Romano, avvenuto il 20 novembre 2018, e questa non è una coincidenza.
Ma che cosa c'entra il sedicente 007 con la cooperante liberata in Somalia circa un anno fa? Poco o niente se non fosse che Tozzi, presentandosi come uomo degli apparati di sicurezza, subito dopo il sequestro, aveva contattato un noleggiatore d'auto con conducente di Santa Marinella (Roma), Stefano Saraceni, il quale ha vissuto per anni in Africa.
L'indagato, sparando una balla dietro l'altra, aveva convinto l'autista romano a prendere parte alla liberazione della ragazza.
Venerdì Le Iene hanno mandato in onda l'ennesimo servizio suggestivo in cui la capacità di Tozzi di intrufolarsi in mezzo ai politici veniva contrabbandata come la prova di chissà quale ruolo super coperto all'interno della nostra intelligence. Audio inediti e nuovi misteri era il titolo del reportage della Iena Matteo Viviani e dell'autore Riccardo Spagnoli.
In tv sono state mandate in onda alcune delle frasi pronunciate da Tozzi con Saraceni, le cui registrazioni hanno condotto all'iscrizione sul registro degli indagati del geometra, dopo l'acquisizione agli atti dei servizi delle Iene e i successivi riscontri.
«Allora io guardi rappresento la voce del presidente del Consiglio Conte […]. Il presidente e io siamo la stessa persona in questo momento […].
Sono stato autorizzato a trattare questa operazione cioè il salvataggio di Silvia Romano […]. Le informazioni che lei mi dà saranno ben pagate». All'epoca Saraceni, attraverso una microsocietà di diritto inglese, la Planstrategy ltd (nel cui bilancio del 2019 c'era un capitale di 100 sterline), emette una fattura da 5.800 sterline, ovvero 6.700 euro, per una consulenza di tipo logistico e successivamente ha inviato una lettera di messa in mora niente meno che alla Presidenza del Consiglio.
«I soldi non sono arrivati. Stiamo aspettando l'emissione del decreto ingiuntivo» ci ha spiegato ieri Saraceni.
A incastrare Tozzi, come detto, sono state le telefonate registrate dal noleggiatore d'auto. Ecco altri stralci di conversazioni risalenti all'autunno del 2018: «Abbiamo localizzato la ragazza adesso è solo una questione di denari e basta. Io questi con 500.000 euro li accontento tutti quanti, gli italiani invece vogliono venti milioni, quelli che stanno a mangia' di più sono gli italiani». Per Le Iene, che continuano incredibilmente a dar credito a Tozzi, si sarebbe trattato di «una bella cresta» e a causa dell'avidità dei nostri 007 (ovviamente nella versione del geometra), «Silvia, a 23 anni, potrebbe essere rimasta nelle mani dei suoi aguzzini un anno e mezzo più del dovuto».
Per far credere di essere quel che diceva, Tozzi avrebbe coinvolto anche un appuntato scelto del Nucleo Radio vaticana, Nicola Ferreri, che si sarebbe prestato, fuori dal servizio, a prendere parte a una delle messinscene di Tozzi. Dal Comando generale dei carabinieri ieri ci hanno comunicato che la posizione di Ferreri è al vaglio dei suoi superiori. L'appuntato con noi ha scelto di non replicare.
Per fortuna questa carnevalata sembra che stia per giungere al termine.
Anche perché dopo l'ultimo inseguimento subito da parte di Viviani, il geometra si è ringalluzzito e ha proclamato tronfio: «Io sono io». E per rimarcarlo ha pubblicato su Internet un video del Marchese del Grillo interpretato da Alberto Sordi. Non basta, avendo trovato chi gli dava corda, l'8 marzo scorso ha pubblicato foto del viaggio del Papa in Iraq (tutte facilmente recuperabili su Internet), compresa una del tabellone dell'aeroporto con indicato il volo Baghdad-Roma, e ha pubblicato questo post: «Finalmente a casa!». Peccato che Tozzi non abbia neanche il passaporto. Ma forse per Le Iene questo sarà un altro mistero inspiegabile. L'indagine della Procura di Roma e del Ros per sostituzione di persona non è la prima di questo tipo nei confronti di Tozzi, il quale il 17 dicembre del 2018, poco prima di interrompere le comunicazioni con Saraceni, è stato denunciato dai carabinieri di Rieti per sostituzione di persona e falsa attestazione o dichiarazione ad un pubblico ufficiale (articolo 495 del codice penale, ndr) sulla propria identità personale «per essere stato trovato in possesso di vari indumenti e gradi di tipo militare e una paletta del tipo utilizzata dalle forze dell'ordine con scritta, da un lato “Presidenza del Consiglio dei ministri" e dall'altro lato “Dipartimento della Protezione Civile"». In un primo momento Tozzi «dichiarava di essere un militare, ma poi rinnegava l'appartenenza a qualsiasi corpo di polizia in genere» hanno annotato gli investigatori, i quali, in casa sua hanno trovato una mimetica di tipo militare, vari scudetti e «scritte», compresa una dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna. A chi gli chiedeva come fosse entrato in possesso di quel materiale ha risposto «categoricamente»: «Segreto di Stato».
Il 4 maggio del 2014 è stato, invece, denunciato dalla polizia stradale di Rieti per simulazione di reato e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, poiché avrebbe simulato il furto dell'autovettura di proprietà della moglie, sostenendo che nel bagagliaio «vi erano vari documenti di natura riservata rilasciati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e altri ministeri […] di particolare interesse per la sicurezza nazionale».
Il 12 luglio 2018, a seguito di queste notizie di reato, la Prefettura di Rieti ha emesso nei suoi confronti il decreto di divieto di detenzione di armi e, per gli stessi motivi, la Questura di Rieti, due mesi dopo, ha provveduto a sospendergli la licenza di porto di fucile per uso sportivo.
Ma allora come è stato possibile per Tozzi recitare indisturbato per anni la parte del James Bond del reatino sino alle inchieste della Verità e della procura di Roma? Sembra per i buoni rapporti con alcuni carabinieri della sua zona. Per esempio Salvatore Tozzi, fratello del geometra, ricorda che Valter portava a Borgo Velino un ex comandante del gruppo di Rieti, un colonnello in pensione, G. C.. In uno degli ultimi servizi delle Iene Tozzi invoca l'intervento del comandante provinciale Bruno Bellini. Fonti dell'Arma puntualizzano che non vi è alcun rapporto di conoscenza tra i due, che non si sarebbero nemmeno mai incontrati. Di Tozzi si sta occupando indirettamente pure la Procura militare di Roma che sta cercando di individuare eventuali responsabilità per le falle nella sicurezza che hanno permesso al geometra di sgattaiolare sulla pista dell'aeroporto militare di Ciampino in occasione dell'arrivo del fuciliere della marina Salvatore Girone il 28 maggio 2016. Azione che gli è riuscita anche nel 2012. Per questo i magistrati hanno approfondito l'iter con cui si è accreditato come fotoreporter freelance senza essere giornalista. Uno stratagemma che ha usato con successo anche in altre occasioni. Nella domanda, come documento identificativo aveva allegato anche una tessera dell'Associazione nazionale carabinieri (Anc).
L'ennesima attestazione di amore per l'Arma. Di cui però zerozeroTozzi, il Forrest Gump italiano, non ha mai fatto parte.
Valter Tozzi e Matteo Renzi
Il «geometra dei misteri» indagato per sostituzione di persona. I pm pronti a chiedere il rinvio a giudizio. Ha fatto credere a un noleggiatore d'auto di essere un agente impegnato nella liberazione dell'ostaggio
Adesso il geometra Valter Tozzi di Borgo Velino (Rieti), sedicente agente dei servizi segreti è indagato presso la Procura di Roma per sostituzione di persona, fattispecie prevista dall'articolo 494 del codice penale e contestata a chi per ottenere un vantaggio per sé o recare danno ad altri «induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all'altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato». Un reato per cui si rischia sino a un anno di reclusione.
A inchiodarlo alle sciocchezze di cui ha riempito la testa di decine di creduloni è stata una dettagliata informativa del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri (Ros) finita delle mani del procuratore di Roma Michele Prestipino e del pm Sergio Colaiocco. «L'indagine è conclusa e presto chiederemo il rinvio a giudizio» confermano da Piazzale Clodio. Infatti l'avviso di conclusione delle indagini è stato firmato circa un mese fa da Colaiocco, che ha sul tavolo anche il fascicolo sul rapimento di Silvia Romano, avvenuto il 20 novembre 2018, e questa non è una coincidenza.
Ma che cosa c'entra il sedicente 007 con la cooperante liberata in Somalia circa un anno fa? Poco o niente se non fosse che Tozzi, presentandosi come uomo degli apparati di sicurezza, subito dopo il sequestro, aveva contattato un noleggiatore d'auto con conducente di Santa Marinella (Roma), Stefano Saraceni, il quale ha vissuto per anni in Africa.
L'indagato, sparando una balla dietro l'altra, aveva convinto l'autista romano a prendere parte alla liberazione della ragazza.
Venerdì Le Iene hanno mandato in onda l'ennesimo servizio suggestivo in cui la capacità di Tozzi di intrufolarsi in mezzo ai politici veniva contrabbandata come la prova di chissà quale ruolo super coperto all'interno della nostra intelligence. Audio inediti e nuovi misteri era il titolo del reportage della Iena Matteo Viviani e dell'autore Riccardo Spagnoli.
In tv sono state mandate in onda alcune delle frasi pronunciate da Tozzi con Saraceni, le cui registrazioni hanno condotto all'iscrizione sul registro degli indagati del geometra, dopo l'acquisizione agli atti dei servizi delle Iene e i successivi riscontri.
«Allora io guardi rappresento la voce del presidente del Consiglio Conte […]. Il presidente e io siamo la stessa persona in questo momento […].
Sono stato autorizzato a trattare questa operazione cioè il salvataggio di Silvia Romano […]. Le informazioni che lei mi dà saranno ben pagate». All'epoca Saraceni, attraverso una microsocietà di diritto inglese, la Planstrategy ltd (nel cui bilancio del 2019 c'era un capitale di 100 sterline), emette una fattura da 5.800 sterline, ovvero 6.700 euro, per una consulenza di tipo logistico e successivamente ha inviato una lettera di messa in mora niente meno che alla Presidenza del Consiglio.
«I soldi non sono arrivati. Stiamo aspettando l'emissione del decreto ingiuntivo» ci ha spiegato ieri Saraceni.
A incastrare Tozzi, come detto, sono state le telefonate registrate dal noleggiatore d'auto. Ecco altri stralci di conversazioni risalenti all'autunno del 2018: «Abbiamo localizzato la ragazza adesso è solo una questione di denari e basta. Io questi con 500.000 euro li accontento tutti quanti, gli italiani invece vogliono venti milioni, quelli che stanno a mangia' di più sono gli italiani». Per Le Iene, che continuano incredibilmente a dar credito a Tozzi, si sarebbe trattato di «una bella cresta» e a causa dell'avidità dei nostri 007 (ovviamente nella versione del geometra), «Silvia, a 23 anni, potrebbe essere rimasta nelle mani dei suoi aguzzini un anno e mezzo più del dovuto».
Per far credere di essere quel che diceva, Tozzi avrebbe coinvolto anche un appuntato scelto del Nucleo Radio vaticana, Nicola Ferreri, che si sarebbe prestato, fuori dal servizio, a prendere parte a una delle messinscene di Tozzi. Dal Comando generale dei carabinieri ieri ci hanno comunicato che la posizione di Ferreri è al vaglio dei suoi superiori. L'appuntato con noi ha scelto di non replicare.
Per fortuna questa carnevalata sembra che stia per giungere al termine.
Anche perché dopo l'ultimo inseguimento subito da parte di Viviani, il geometra si è ringalluzzito e ha proclamato tronfio: «Io sono io». E per rimarcarlo ha pubblicato su Internet un video del Marchese del Grillo interpretato da Alberto Sordi. Non basta, avendo trovato chi gli dava corda, l'8 marzo scorso ha pubblicato foto del viaggio del Papa in Iraq (tutte facilmente recuperabili su Internet), compresa una del tabellone dell'aeroporto con indicato il volo Baghdad-Roma, e ha pubblicato questo post: «Finalmente a casa!». Peccato che Tozzi non abbia neanche il passaporto. Ma forse per Le Iene questo sarà un altro mistero inspiegabile. L'indagine della Procura di Roma e del Ros per sostituzione di persona non è la prima di questo tipo nei confronti di Tozzi, il quale il 17 dicembre del 2018, poco prima di interrompere le comunicazioni con Saraceni, è stato denunciato dai carabinieri di Rieti per sostituzione di persona e falsa attestazione o dichiarazione ad un pubblico ufficiale (articolo 495 del codice penale, ndr) sulla propria identità personale «per essere stato trovato in possesso di vari indumenti e gradi di tipo militare e una paletta del tipo utilizzata dalle forze dell'ordine con scritta, da un lato “Presidenza del Consiglio dei ministri" e dall'altro lato “Dipartimento della Protezione Civile"». In un primo momento Tozzi «dichiarava di essere un militare, ma poi rinnegava l'appartenenza a qualsiasi corpo di polizia in genere» hanno annotato gli investigatori, i quali, in casa sua hanno trovato una mimetica di tipo militare, vari scudetti e «scritte», compresa una dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna. A chi gli chiedeva come fosse entrato in possesso di quel materiale ha risposto «categoricamente»: «Segreto di Stato».
Il 4 maggio del 2014 è stato, invece, denunciato dalla polizia stradale di Rieti per simulazione di reato e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, poiché avrebbe simulato il furto dell'autovettura di proprietà della moglie, sostenendo che nel bagagliaio «vi erano vari documenti di natura riservata rilasciati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e altri ministeri […] di particolare interesse per la sicurezza nazionale».
Il 12 luglio 2018, a seguito di queste notizie di reato, la Prefettura di Rieti ha emesso nei suoi confronti il decreto di divieto di detenzione di armi e, per gli stessi motivi, la Questura di Rieti, due mesi dopo, ha provveduto a sospendergli la licenza di porto di fucile per uso sportivo.
Ma allora come è stato possibile per Tozzi recitare indisturbato per anni la parte del James Bond del reatino sino alle inchieste della Verità e della procura di Roma? Sembra per i buoni rapporti con alcuni carabinieri della sua zona. Per esempio Salvatore Tozzi, fratello del geometra, ricorda che Valter portava a Borgo Velino un ex comandante del gruppo di Rieti, un colonnello in pensione, G. C.. In uno degli ultimi servizi delle Iene Tozzi invoca l'intervento del comandante provinciale Bruno Bellini. Fonti dell'Arma puntualizzano che non vi è alcun rapporto di conoscenza tra i due, che non si sarebbero nemmeno mai incontrati. Di Tozzi si sta occupando indirettamente pure la Procura militare di Roma che sta cercando di individuare eventuali responsabilità per le falle nella sicurezza che hanno permesso al geometra di sgattaiolare sulla pista dell'aeroporto militare di Ciampino in occasione dell'arrivo del fuciliere della marina Salvatore Girone il 28 maggio 2016. Azione che gli è riuscita anche nel 2012. Per questo i magistrati hanno approfondito l'iter con cui si è accreditato come fotoreporter freelance senza essere giornalista. Uno stratagemma che ha usato con successo anche in altre occasioni. Nella domanda, come documento identificativo aveva allegato anche una tessera dell'Associazione nazionale carabinieri (Anc).
L'ennesima attestazione di amore per l'Arma. Di cui però zerozeroTozzi, il Forrest Gump italiano, non ha mai fatto parte.
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Silvia Romano (Ansa)
Chi parte per Paesi pericolosi senza preparazione diventa una mina vagante, preda di rapimenti a scopo di estorsione. I soldi del riscatto (ufficialmente mai pagato) per liberare Silvia Romano, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo vengono usati dai terroristi per gli attentati.
Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono due fanciulle ventenni a competenza zero, spesso descritte con l'ampolloso termine di «cooperanti». Il termine, posso testimoniarlo perché sono stata una cooperante, presuppone tre cose o almeno le presupponeva ai miei tempi. La prima era la capacità di svolgere un qualche lavoro utile in una contrada spesso extraeuropea, capacità non ritrovabile in personale locale che deve essere sempre privilegiato. La seconda era aver seguito e superato un corso da cooperante. Si trattava di un corso molto serio in cui si sottolineavano informazioni tecniche, medicina tropicale, come riparare una presa elettrica da soli visto che l'elettricista non c'è, come rendere potabile l'acqua eccetera, e informazioni antropologiche su come vestirsi, come agire per non sconcertare in nulla la cultura accogliente e come muoversi sempre con la massima prudenza.
Se un cooperante si mette nei guai ha smesso di cooperare ed è diventato un danno per tutti. Il corso di cooperante non era sinecura, poteva capitare di non superarlo. Se la persona dimostrava di non avere le capacità tecniche oppure le capacità psicologiche e antropologiche per rendersi utile in una situazione dove è tecnicamente possibile combinare disastri, non partiva. Nonostante queste precauzioni anche cooperanti veri possono essere assassinati o rapiti in cambio di riscatto, ma almeno in questi casi si ha la consolazione che un qualche lavoro veramente utile prima del disastro lo hanno fatto e che il disastro non è attribuibile alla loro responsabilità.
Si mandano in giro aiuti, non mine vaganti. Il terzo punto fondamentale per essere definiti cooperanti è qualcuno con cui cooperare. A organizzare il viaggio e la permanenza deve essere un'associazione solidamente introdotta nella nazione, con uno scopo preciso e ufficialmente riconosciuto, un ospedale, un progetto di tipo agricolo o ingegneristico sostenuto da un'organizzazione statale e internazionale, una missione religiosa, che abbia quindi alle proprie spalle la Caritas o un altro omologo evidentemente internazionale.
Nella cooperazione valgono gli stessi principi che valgono nella medicina: primo non nuocere, secondo muoviti solo con competenza per svolgere un lavoro competente. Greta Ramelli e Vanessa Marzullo non erano cooperanti, ma «volontarie», affascinante termine con cui si indica un enorme numero di situazioni e che vuol semplicemente dire che si sta facendo qualcosa di propria volontà. Si sono spostate di propria volontà e con un visto turistico in una nazione in guerra e ad Aleppo, nel nord della Siria, hanno subito un sequestro a scopo di estorsione. La Siria è stata descritta da un altro rapito, il giornalista Domenico Quirico, con le terrificanti parole: «Il Paese del male». In tutte le guerre il sadismo e la ferocia si scatenano e si moltiplicano, ma la Siria è riuscita a distinguersi. In questo immane carnaio le due fanciulle sono rapite nella notte fra il 31 luglio e il 1º agosto 2014, per essere poi liberate il 15 gennaio 2015. In prigionia sono state fortunatamente trattate infinitamente meglio di Domenico Quirico e sono state liberate dopo il presunto pagamento di un riscatto.
La cifra ipotizzata è enorme e l'ipotesi del riscatto è ovviamente negata da chi avrebbe dovuto pagarlo, nella fattispecie l'allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, per una elementare regola di bon ton. Se lo spaparanziamo in giro che finanziamo i terroristi non solo rendiamo obbligatorio il prossimo rapimento, ma rischiamo anche di entrare nella sontuosa cerchia degli Stati canaglia. Quindi la versione ufficiale, intelligente e credibile, è che Greta e Vanessa siano state rapite per passare il tempo, siano state ospitate in maniera molto più lussuosa di Domenico Quirico per pura cavalleria e siano state liberate per qualcosa di più della cavalleria, un gentile miscuglio di tenerezza e affetto.
Risparmio i particolari delle efferatezze compiute in Siria dai gentiluomini che hanno rapito le due «volontarie», e risparmio anche di entrare in particolari sullo spettacolare numero di assassinati, torturati, imprigionati che si possono produrre con l'eventuale cifra dell'eventuale riscatto, che sicuramente non è stato pagato, perché se fosse stato pagato vorrebbe dire che Gentiloni mente, mentre come tutti sanno Gentiloni è un uomo d'onore.
Un mio carissimo amico lavora in un'associazione che, senza contributi statali, con denaro raccolto in collette fatte tra conoscenti e vicini di casa, ha mandato aiuti in Siria. Alla fine non è più stato possibile inviare gli aiuti in Siria: ha dovuto portarli lui di persona. Prima di partire per Aleppo ha firmato un testamento dove dichiarava che la sua volontà era che, in caso di suo rapimento, nessun riscatto fosse pagato, qualsiasi cosa lui avesse potuto dire in un video. Perché si fa così. Se ami una nazione, e quest'uomo ama profondamente la Siria, ha dedicato un'enorme parte della sua vita alla Siria, non rischi di destabilizzarla, non rischi di buttare benzina nell'incendio.
Per tutto il viaggio e per tutta la permanenza si è finto francese. Il rapimento ormai è il bancomat del terrorismo internazionale, mentre non lo è stato del terrorismo nazionale e dell'anonima sequestri. Non si è trattato per Moro e una famiglia che avesse cercato di pagare il riscatto per il figlio adolescente o bambino sequestrato in Sardegna si sarebbe trovata inquisita per concorso in sequestro di persona.
Paradigmatico è il rapimento di Silvia Romano. Il primo viaggio in Kenya, con visto turistico, Silvia Romano l'ha fatto per raggiungere Davide Ciarrapica, trentunenne italiano che gestisce un orfanotrofio, ma il termine corretto è struttura con bambini di cui alcuni orfani, a Likoni. Ciarrapica è conosciuto alle cronache per una rissa all'interno della discoteca The wall di Milano, durante la quale staccò un orecchio a morsi a un altro utente della discoteca. Le fotografie dell'orfanotrofio sono quantomeno bizzarre. In tutte si vede Davide Ciarrapica con bambini in braccio, in canottiera o a torso nudo, che mostra sorrisi smaglianti sotto la sua capigliatura bicolore, biondo cenere e nero.
L'orfanotrofio è un luogo di dolore che accoglie bambini feriti. La prima regola di un orfanotrofio è il dovere di accogliere il dolore, dolore che è espresso nella lingua locale. Un orfanotrofio non è un asilo di un villaggio vacanze. Un orfanotrofio affidato a uno straniero, che in nessun caso può aver appreso la lingua locale in maniera da capire le sfumature di cosa sta farfugliando un bambino di quattro anni, ci lascia perplessi. Un orfanotrofio affidato a una persona talmente irascibile d'aver staccato un orecchio a morsi, di nuovo ci lascia perplessi.
Da questo primo orfanotrofio Silvia Romano si sposterà presso un'altra struttura, in un altro punto del Kenya. Questa struttura appartiene ella Onlus Africa Milele, e qui avverrà il suo rapimento. Una volta rapita dai terroristi di al Shabaab Silvia Romano si è convertita all'islam. Si è convertita grazie alla possibilità di leggere il Corano. Per la cronaca, se qualcuno si fosse distratto, si tratta degli stessi gentiluomini che hanno rapito e assassinato nel 2003 suor Annalena Tonelli, che hanno assassinato 150 studenti cristiani a Garissa, in Kenya, che hanno ridotto la Somalia a una nazione di miseria e di terrore: «Parte del riscatto di Silvia Romano finanzierà la jihad», ha annunciato il portavoce del gruppo terroristico che ha rapito la cooperante, e non si sa di cosa stia parlando, perché il nostro straordinario ministro degli esteri, Luigi Di Maio, ha affermato che nessun riscatto è stato pagato.
La signora Romano tornata a casa accuratamente paludata in panni color verde ha scatenato l'entusiasmo di tutti i siti islamici, che hanno scritto nero su bianco che è giusto rapire le donne non musulmane, così diventano musulmane e trovano la vera strada che porta a Dio. La signora Romano ha entusiasticamente dichiarato che il velo è libertà. La signora Romano spiega che il continuo mostrare le proprie forme, tipico di molte donne del mondo occidentale, è una forma di schiavitù. Sono entusiasticamente d'accordo con lei, ma mostrare le proprie forme nel mondo occidentale non è obbligatorio, mentre il velo nel mondo islamico è sempre più obbligatorio, in molte nazioni bisogna scegliere tra il velo o la morte. Oppure il viso sfigurato dall'acido.
Bisognerebbe spiegarlo alle assassinate che il velo è libertà. Bisognerebbe spiegarlo alle ragazzine con il volto sfigurato per sempre. Il mondo è un luogo complesso, difficile, e le buone intenzioni non bastano. E guardiamo le foto di una tredicenne col volto distrutto, di una chiesa distrutta, con i cadaveri carbonizzati tra i banchi. Nessuno si esponga al rischio di essere colui che procura il denaro che ha comprato quell'acido e quell'esplosivo. La prima legge è non nuocere.
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