2024-04-08
Stasera parte «Il clandestino», la nuova serie tv con Edoardo Leo
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Da sinistra: Alice Arcuri, il regista Rolando Ravello ed Edoardo Leo nel corso del photocall de «Il clandestino» (Ansa)
Il Clandestino, al debutto in prima serata su RaiUno con Edoardo Leo a interpretare Luca Travaglia, non è un racconto di retorica, ordito per piacere alla gente che piace, ma una storia di crescita e aiuto reciproco. Una storia che, muovendo da un inizio un po’ ovvio, scontato, è capace di muoversi fino ad arrivare all’imprevisto, alle pieghe di un destino che è riscatto e rinascita insieme.C’è un prima e un dopo, nella vita di Luca Travaglia: un’esplosione, un incidente che - come spesso accade nella narrativa di genere - determina una metamorfosi. Nel caso di Travaglia, la metamorfosi somiglia, piuttosto, a un’involuzione. L’ispettore capo dell’antiterrorismo, l’uomo di relazioni e rapporti, capace di tenere in equilibrio i fatti privati e la professione, è morto bruciato, nell’attentato che è costato la vita alla sua compagna, le gambe al suo uomo più fedele. Di quella divisa, di quel cipiglio, di un grado conquistato con fatica e dedizione, non è rimasto nulla. Travaglia ha lasciato se stesso e la propria città, s’è trasferito a Milano, senza più ambizioni né identità. L’ex ispettore, dimenticata Roma e la sua vita precedente, ha chinato il capo e accettato di fare qualcosa, qualunque cosa, per tirare avanti. Nella Milano dei locali e della movida, dove ogni porta ha il suo custode, si è riciclato buttafuori. Un impiego umile, di poche pretese, svolto con i pensieri - pochi - che la fattispecie gli impone. Travaglia, a Milano, è uno fra i tanti, nascosto in periferia, fra comunità e lingue straniere.«Ne Il Clandestino», serie televisiva che di Luca Travaglia racconta la storia, «Torno a parlare di coloro che, a torto, vengono considerati gli ultimi in questo mondo. Coloro che, invece, sono gli unici che mi sembra conservino l’elemento radicale e fondante di ciò che l’uomo ha di buono: l’empatia», ha spiegato in conferenza stampa Rolando Ravello, regista della serie, al debutto in prima serata su RaiUno lunedì 8 aprile. Ravello ha dichiarato, dunque, che ha dispetto del titolo la serie non abbia come tema principe l’immigrazione, bensì la capacità di percepire il vissuto degli altri, di leggerne il cuore. «Se poi accade» che l’empatia si manifesti «grazie agli extracomunitari, ben venga. Bisognerebbe smettere di pensare che sia divisivo parlare di extracomunitari, perché è questo pensiero a dare il via alle reazioni più negative. Dovremmo guardarci l’un l’altro, accogliendoci, italiani o cittadini di altri Paesi. Ormai siamo tutti in guerra, basta: accettiamoci», ha continuato il regista, negando strenuamente che gli sia stato imposto l’uso del politicamente corretto.Il Clandestino, con Edoardo Leo a interpretare Luca Travaglia, non è un racconto di retorica, ordito per piacere alla gente che piace, ma una storia di crescita e aiuto reciproco. Una storia che, muovendo da un inizio un po’ ovvio, scontato, è capace di muoversi fino ad arrivare all’imprevisto, alle pieghe di un destino che è riscatto e rinascita insieme. Travaglia, nella Milano delle periferie, di un’esistenza volutamente alienata, incrocia Palitha (Hassani Shapi), un cingalese di belle speranze deciso a mettere in piedi un’agenzia investigativa. Allora, la prospettiva muta. I toni si trasformano. Allora, Il Clandestino diventa altro da quello che sembrerebbe: una serie in grado di mescolare commedia e thriller senza troppa confusione.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.