2018-11-20
Il capo dell’Inps continua l’offensiva: «Senza la Fornero la spesa esploderà»
Tito Boeri rimette in dubbio il governo: «Io fornisco le simulazioni, loro mi aggrediscono». Luigi Di Maio lo gela: «Andiamo avanti».Fattura elettronica. Alberto Bagnai, commissione Finanze: «Serve riflessione più profonda». Guerra di emendamenti alla legge di bilancio: più di 1.000 bocciati.Lo speciale contiene due articoliTito Boeri torna all'attacco del governo, che ribatte a muso duro confermando la riforma delle pensioni che supera la Fornero. Questa volta il presidente dell'Inps, più volte e inutilmente invitato a non fare politica, sferra il colpo basso alla legge di bilancio dalle colonne del Corriere della Sera. In un'intervista a Federico Fubini ribadisce che su quota 100 i conti non tornano, perché a suo dire la spesa per applicare la nuova normativa pensionistica sarebbe insostenibile per le casse dello Stato. Spiega che «il governo ci ha chiesto delle simulazioni e ne abbiamo fatte tantissime. Tutte implicano per forza che ci sia un forte incremento della spesa nei primi anni». «Insomma», affonda Boeri, «in tutti gli scenari con 62 anni di vecchiaia e 38 di anzianità contributiva viene fuori una crescita della spesa nel tempo. L'idea di una dotazione piatta e costante a sette miliardi l'anno non è minimamente supportata», ma «quando ho sollevato il problema, ho avuto solo aggressioni verbali e tentativi di screditarmi».E arriva addirittura a lanciare un allarme per l'incolumità degli stessi dipendenti Inps, che subirebbero aggressioni per colpa delle promesse fatte dal governo di Giuseppe Conte: «Non vogliamo fare da parafulmine per reazioni a promesse non mantenute. I nostri dipendenti negli uffici territoriali subiscono quotidianamente aggressioni al punto che, Salvini lo sa bene, abbiamo dovuto chiedere di rafforzare la sorveglianza davanti alle sedi». Se non bastasse dice anche di temere, non essendo sufficienti le risorse per tutti gli aventi diritto, «che le sedi Inps vengano prese d'assalto perché tutti cercheranno di scappare prima che scattino le chiusure». Il numero uno della previdenza sociale dipinge così uno scenario apocalittico di rivolta sociale. La colpa? Di un esecutivo che Boeri invita a «scendere con i piedi per terra». Non manca un passaggio anche sui tagli alle pensioni che la riforma comporterebbe: a suo parere, la decurtazione sarà di circa il 35 per cento a causa del mancato versamento dei contributi che ogni singolo lavoratore non fornirà più all'Inps, che erogherà così assegni più bassi.Infine Boeri interviene anche riguardo alle sue dimissioni che non intende presentare, altro punto di scontro con Lega e 5 stelle: «Se il presidente del Consiglio mi convocasse e mi dicesse che non c'è più fiducia in me, non aspetterei un minuto di più. Lascerei. Ma non posso farlo per un tweet. E trovo pericolosa per la nostra democrazia la delegittimazione sistematica di organi indipendenti, autorità di controllo, regolatori o pareri tecnici». Di sicuro la corda sta per spezzarsi e Palazzo Chigi non ha intenzione di continuare a subire i quotidiani attacchi del presidente Inps. Secondo indiscrezioni riferite dall'Adnkronos, si starebbe pensando di reintrodurre a distanza di dieci anni una governance basata sul consiglio di amministrazione sia all'Inps sia all'Inail, ai cui vertici c'è Massimo De Felice. La misura, che potrebbe essere inserita nel provvedimento sul riordino delle pensioni, avrebbe proprio la finalità di azzerare gli attuali vertici dell'ente previdenziale e di quello che si occupa di assicurare gli infortuni sul lavoro. Ieri è stato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, a chiedere per l'ennesima volta un passo indietro da parte di Boeri: «Si dimetta perché non è in linea con le proposte di riforma previdenziale che sono nel contratto di questo governo, perché non vuole quota 100, perché non vuole un calo dell'immigrazione perché a suo dire saranno gli immigrati a pagarci le pensioni. Nessuno lo trattiene, Boeri se ne vada senza continuare a criticare tutto. È una semplice questione di coerenza, se ne vada».Comunque dopo l'intervista al vetriolo rilasciata al Corriere è arrivata, puntuale, la replica del vicepremier Matteo Salvini: «Sono orgoglioso che questo sia un governo che passa dalle parole ai fatti. Ci eravamo impegnati con gli italiani a cominciare a smontare una legge ingiusta come la Fornero e in questa manovra economica ci sono i primi miliardi di euro per aiutare migliaia di italiani a uscire dalla gabbia che si chiama legge Fornero. Il presidente dell'Inps è ormai da mesi in campagna elettorale con il Pd e magari sfiderà Marco Minniti alle primarie, non lo so». A stretto giro anche la reazione del vicepremier Luigi Di Maio: «Io eviterei allarmismi inutili. Quota 100 si farà», dice a margine della sua visita all'Its Barsanti di Pomigliano. Inoltre, sempre sullo stesso argomento, risponde anche alle critiche mosse dall'ex ministro, Elsa Fornero, che accusava il governo di raccontare bugie: «Vedremo con i fatti quanti posti di lavoro si libereranno grazie al superamento della Fornero con quota 100. Oggi un giornale, che non è del Movimento 5 stelle, dice che si libereranno 620.000 posti di lavoro, con 40.000 assunzioni nella pubblica amministrazione».Alfredo Arduino<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-capo-dellinps-continua-loffensiva-senza-la-fornero-la-spesa-esplodera-2620739312.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="prima-frenata-sulla-e-fattura-dopo-lallerta-privacy" data-post-id="2620739312" data-published-at="1758044623" data-use-pagination="False"> Prima frenata sulla e-fattura dopo l’allerta privacy Battuta d'arresto per la fattura elettronica. Ieri il presidente della commissione Finanze al Senato, Alberto Bagnai (Lega) ha dichiarato come sulla fattura elettronica sia «auspicabile una riflessione più profonda, che non stravolga l'impianto della manovra, ma eviti di percorrere strade, rispetto alle quali non solo le associazioni di categoria ma anche le Autorità indipendenti hanno espresso un allarme che sarebbe irresponsabile trascurare». La dichiarazione di Bagnai arriva due giorni dopo l'annuncio del garante della privacy. Venerdì 16 novembre Antonello Soro, presidente del garante, in un parare ha infatti annunciato come il sistema di fatturazione elettronica presenti dei seri problemi in materia di privacy. L'Agenzia delle entrate e gli intermediari scelti dai contribuenti stessi verrebbero infatti a conoscenza di una mole di dati che poco hanno a che fare con il tema fiscale, senza parlare della possibile memorizzazione dei documenti sui server di posta elettronica. Proprio per questo è stato dunque chiesto all'Agenzia delle entrate di rispondere al più presto in modo concreto alle critiche avanzate. Lacune emerse perché in fase di ideazione e realizzazione del sistema di fattura elettronica non si è pensato minimamente di coinvolgere il garante della privacy. Critiche che si sono aggiunte a quelle avanzate da diversi ordini nazionali, tra cui anche quello dei dottori commercialisti, il quale aveva chiesto, in commissione Finanze alla Camera due settimane fa, di introdurre gradualmente la fatturazione elettronica in base alla grandezza delle società e di estendere il periodo di non sanzioni a tutto il 2019 (per il momento le sanzioni sono sospese solo per i primi sei mesi dell'anno prossimo). Richieste avanzate perché «il sistema Paese non è ancora pronto alla fattura elettronica». La mossa del garante della Privacy sembra dunque essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso, facendo aprire gli occhi al governo, sulla questione . Bagnai ha infatti dichiarato che «il recente intervento del garante della privacy sul tema della fatturazione elettronica solleva problemi che non possono essere ignorati. Secondo il garante le modalità attuative previste comportano “un rischio elevato per i diritti degli interessati", poiché richiedono la trasmissione e memorizzazione di una ingente mole di dati non direttamente rilevanti ai fini fiscali, con conseguenze per la tutela della riservatezza, in particolare in merito alle strategie aziendali». Sempre in materia di fattura elettronica sono inoltre stati presentati altri due emendamenti, al dl fiscale: quello a firma 5 stelle chiede l'estensione a tutto il 2019 dell'esenzione dalle sanzioni, mentre quello presentato da Forza Italia chiede di far slittare di un anno l'entrata in vigore della e-fattura. L'esame del dl fiscale, con tutti i suoi emendamenti, è previsto in calendario per questa settimana al Senato e potrebbe coincidere con altre votazioni. Ieri, infatti, 1.014 emendamenti su 3.626 alla legge di bilancio sono stati dichiarati inammissibili dalla commissione Bilancio della Camera. 374 sono stati bocciati perché estranei per materia e 640 per carenza o inidoneità delle coperture. I lavori della commissione Bilancio si dovranno dunque concentrare su 700 emendamenti che devono essere segnalati dai vari gruppi parlamentari entro le 12 di oggi. Mercoledì 21 dovrebbero cominciare le votazioni, sempre che non si decida di posticipare di qualche giorno vista la concomitanza con l'esame del dl fiscale in Senato.ùGiorgia Pacione Di Bello
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.