2020-04-02
Salvini: «Il bond patriottico piace a molti ma Conte e Gualtieri tirano il freno»
Il leader leghista: «Siamo in tempo di guerra e non si può andare al risparmio. Il ministro dice di avere a disposizione risorse limitate, però aiutare nell'immediato è fondamentale. La gente deve poter vivere».Senatore Matteo Salvini, crescono i consensi alla proposta lanciata da Maurizio Belpietro sulla Verità di emettere megabond per favorire la ripresa. Lei che ne pensa?«Assolutamente d'accordo. Ho chiacchierato lungamente con Giulio Tremonti, ho sentito rappresentanti delle industrie: la proposta della Lega è sulla linea Belpietro. Ho visto che personaggi come Mario Draghi e Carlo Cottarelli sono favorevoli a spendere subito tutto il possibile. Siamo in tempo di guerra e non si può andare al risparmio».Ne ha parlato al governo?«Sì, l'ho ribadito anche incontrando il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia e presentando le proposte della Lega e del centrodestra. È stata una riunione di 3 ore cortese e garbata. Però il ministro Roberto Gualtieri, me lo sono appuntato, dice di avere risorse limitate. Così non va».Quali sono le sue cifre?«Emissioni di buoni del tesoro straordinari per 100 miliardi di euro, a lunga scadenza, dedicati a investitori italiani cui riservare vantaggi fiscali. Le normative europee non permettono tassi di interesse più alti, ma nulla vieta che ai sottoscrittori vengano garantiti crediti d'imposta o esenzioni dal 12,5% di imposta. L'importante è che si ragioni su queste dimensioni. E 100 miliardi non basteranno».Dove investirli?«Sviluppo, sostegno alle imprese, opere pubbliche. La parte non sottoscritta dagli italiani verrebbe sottoscritta dalla Bce».Il governo che ha detto?«Ci siamo alzati dal tavolo senza sentire né numeri né scadenze né impegni. Magari ce lo diranno domani. Il problema è che ogni giorno che passa è tempo perso: 100 miliardi oggi avrebbero un impatto, fra due mesi gran parte del danno sarebbe già fatto».Che cosa bisognerebbe fare?«Oggi (ieri per chi legge, ndr) ho ricevuto numerosi messaggi da amici italiani che hanno anche investimenti e imprese in Svizzera: uno ha ricevuto un bonifico da 291.000 franchi, un altro di 250.000, senza troppi moduli e clic. La Svizzera eroga il 10% del fatturato in contanti in base a un foglio di autocertificazione. E l'ha fatto subito». Pare che Giuseppe Conte si sia arrabbiato con lei.«Mi ha rimproverato perché ho polemizzato con l'Inps, ha detto che non bisogna soffiare sul fuoco. Ma non sono io a gestire un sito che è andato in palla e a inventarmi gli hacker. Finché non sappiamo quanto il governo vuole essere veloce e coraggioso, è difficile fare di conto». Che ne pensa dell'idea di Giorgia Meloni di dare 1.000 euro a tutti coloro che li chiedono?«Sulla cifra non entro nel merito, ma è chiaro che aiutare nell'immediato è fondamentale, è quello che sta facendo Donald Trump. Oggi la gente deve avere i soldi per fare la spesa e pagare le bollette, ma bisogna avere anche un'idea per il futuro. Temo che, anche per mentalità della vecchia sinistra e di parte dei 5 stelle, ci sia qualcuno che pensa solo all'assistenza e non al sostegno del tessuto produttivo. Non possiamo pensare a un Paese fondato sul reddito di cittadinanza ovunque e sulla cassa integrazione per mesi». È giusto dare soldi anche a chi lavora in nero, come ha detto il ministro Peppe Provenzano?«Prima vorrei coprire coloro che lavorano e pagano le tasse. Ci sono milioni di italiani che lavorano alla luce del sole e pagano le tasse, o almeno le pagavano fino a ieri, che non vedono un euro. L'altro giorno al supermercato ho incontrato un ragazzo al quale scadeva il contratto e che da ieri è completamente scoperto, né cassa, né 600 euro, né nulla. Prima mi occuperei di questi lavoratori».Nelle campagne mancano gli immigrati: che fare? «Confagricoltura ha proposto che chi ha il reddito di cittadinanza dia una mano nei campi: perché no? Altri parlano di impegnare gli studenti che sono a casa: perché no? L'ultima delle soluzioni è fare sanatorie o fare arrivare dall'estero altri immigrati».I sindaci di Milano e Bergamo rimproverano la Regione Lombardia di non avere dato loro le mascherine.«Ho sentito Attilio Fontana furibondo con Beppe Sala e Giorgio Gori. È surreale: chiedono le mascherine a lui invece che ai ministri del Pd».Gori ha detto che non vuole più inaugurare pubblicamente l'ospedale da campo «dopo quello che ha fatto Fontana in fiera».«Mi limito a ricordare che quando Fontana si metteva la mascherina in ufficio e chiedeva le chiusure, questi erano a fare gli aperitivi sui Navigli e ai ristoranti cinesi di Bergamo. Noi siamo orgogliosi del lavoro dei lombardi riconosciuto da tutti tranne che dai sindaci del Pd».E anche dal governo.«Mi diceva Attilio che se avessimo dovuto aspettare i respiratori, i ventilatori, le mascherine, i camici e l'ossigeno dal governo, la Lombardia sarebbe già saltata per aria. Quello che stiamo facendo lo facciamo con le nostre energie, con i contributi dei privati, con il lavoro degli artigiani, i muratori, gli alpini. Le mascherine le stiamo comprando in giro per il mondo. Angelo Borrelli ha detto ai medici che per un errore tecnico ha mandato loro le mascherine sbagliate, figurarsi agli altri».Da ex ministro dell'Interno come giudica le circolari del Viminale?«Ho perso il conto di circolari e moduli di autocertificazione. È proprio la vecchia mentalità burocratica dello Stato centrale. Ho trovato quanto meno intempestiva l'ultima circolare sulle passeggiate: stiamo cercando di convincere la gente a stare a casa per il proprio bene e adesso dobbiamo interpretare l'ampiezza della passeggiata e la velocità del passo da jogging. Fossi nel ministro dell'Interno, mi preoccuperei di dotare tutte le forze dell'ordine di guanti, mascherine e divise a prova di contagi, perché a oggi non è così».Che cosa ha fatto di male l'Italia perché 12.000 morti non bastino a smuovere la solidarietà europea?«L'Europa è nata senza un'anima e come un grande centro commerciale. Facemmo la battaglia per inserire nella costituzione le radici giudaico cristiane, che è un dato di fatto oggettivo, ci dissero di no perché discriminavamo. L'unico interesse in Europa è il business. È un'Europa a trazione tedesca, e ai tedeschi non conviene aiutarci, perché a me nessuno toglie l'idea che qualcuno userà il virus per fare una guerra commerciale».Vogliono distruggerci?«In un certo mondo industriale e finanziario non c'è interesse ad aiutare l'Italia e i Paesi mediterranei a rialzarsi. Certo, i tentennamenti sul Mes di parte del governo, soprattutto del Pd, non aiutano. Noi dobbiamo dire da subito che di ipoteca sui risparmi degli italiani non si parlerà mai. Invece vedo che il governo continua a non escluderlo e anche qualche giornale italiano, ahimè, supporta questa causa. Però vedo anche che tra i sostenitori della linea “spendere tutto e subito" non ci sono più soltanto i rozzi leghisti. Siamo in buona e qualificata compagnia».Il premier ungherese Orbán ha fatto bene prendere in mano la situazione in modo così autoritario?«Gli ho mandato un messaggio di auguri e mi ha risposto con un altro messaggio di auguri al popolo italiano molto cortese. È surreale che qualcuno commenti un voto del Parlamento ungherese e si inchini alla propaganda del Partito comunista cinese. Quanto meno a Budapest c'è stato un voto libero di un Parlamento libero: altri portano in palmo di mano i rappresentanti di uno degli ultimi regimi al mondo».