2025-07-24
Il Comitato olimpico Usa esclude gli atleti trans dalle gare femminili
L’ad Sarah Hirshland: «Tutti gli organi devono adeguarsi alle disposizioni del governo».Il Comitato olimpico e paralimpico americano (Usopc) ha fatto sapere alle federazioni di nuoto, atletica leggera e altri sport che, in attuazione dell’ordine esecutivo emesso mesi fa dal presidente Donald Trump, saranno esclusi dalle competizioni femminili gli atleti trans.Il problema degli atleti biologicamente maschi che competono in gare femminili in base al loro «vissuto» sta diventando sempre più impellente e universale. Fra i tanti, si ricorderà il caso «del» o «della» pugile Imane Khelif, che alle Olimpiadi del 2024 costrinse l’italiana Angela Carini a ritirarsi dal ring dopo soli 45 secondi dal gong. Con il beneplacito del Comitato olimpico internazionale. Trump, invece, appena eletto ha firmato un importante decreto anti gender intitolato «Difendere le donne dell’estremismo dell’ideologia gender e ripristinare la verità biologica nel governo federale». Quel decreto, di ordine generale, spiegava che i sessi sono solo due e che la biologia deve prevalere sull’autopercezione del singolo. Quest’ultima, infatti, è impossibile da dimostrare ed è perfino strumentalizzabile, come nel caso, tutt’altro che ipotetico, dei carcerati maschi che, per migliorare le condizioni di vita, o magari ripetere infami delitti, si dichiarano donne e richiedono di essere trasferiti in carceri femminili.A febbraio, Trump ha siglato un ordine esecutivo specifico intitolato «Tenere gli uomini fuori dagli sport femminili». E il senso era sempre lo stesso: liberare le donne dalla concorrenza sleale di uomini che, sentendosi donne «dentro», possano facilmente discriminarle e umiliarle. «La nuova politica», ha scritto ieri Tgcom24, è stata «annunciata lunedì» con una modifica sul sito web dell’Usopc ed è stata poi «confermata in una lettera inviata agli organi di governo dello sport nazionale». Sarah Hirshland, amministratore delegato dell’Usopc, ha dichiarato che «tutti gli organi» del mondo sportivo americano, sono tenuti ad «aggiornare le proprie politiche» allineandole «con le nuove disposizioni» del governo. Ovviamente il peso delle lobby Lgbt, in tal caso frontalmente opposte al femminismo tradizionale di chi difende le donne, si è fatto subito sentire, dall’America all’Italia. Rainews, dando la notizia, la colora a modo suo: «In sintesi», già da questo luglio «le donne transgender» non potranno più partecipare «alle competizioni femminili nei contesti olimpici e paralimpici». Ma il problema rimane: quelle che la Rai chiama «donne transgender» perché sarebbero donne e non uomini? E perché avendo gli organi, il testosterone e l’apparato osseo, insomma la biologia e la genetica, come tutti gli altri maschi, non dovrebbero poi competere con gli uomini?Il comunicato ufficiale del Comitato olimpico statunitense, esattamente come i decreti di Trump, afferma chiaro di voler «proteggere le opportunità di tutti gli atleti» - uomini e donne - e di «garantire un ambiente competitivo equo e sicuro». L’equità e la sicurezza, così come le pari opportunità offerte a ogni atleta, non possono ignorare le differenze fisiche e biologiche tra i due sessi, che rimangono tali e quali anche dopo le varie «transizioni». Proprio oggi, a causa delle tante assurdità compiute in nome dell’autopercezione, ne siamo assolutamente sicuri.
Francesca Albanese (Ansa)
Donald Trump e Recep Tayyip Erdogan (Ansa)