L’università della Pennsylvania fa marcia indietro sul caso Lia Thomas e si scusa con le atlete biologicamente donne che sono state «svantaggiate» nella competizione. D’ora in poi chi è nato maschio non parteciperà alle gare femminili.
A sinistra, il pugile algerino Imane Khelif; a destra, l'atleta paralimpico italiano Valentina Petrillo (Getty)
Un gruppo di studiosi mette nero su bianco che la partecipazione alle gare femminili di atleti nati maschi (cioè trans) o intersex è un pericolo per le donne. È la conferma che su Imane Khelif non c’è mai stata una «persecuzione».
Per l’ex presidente della Camera i diritti della nostra atleta non contano: «Polemica nata dall’odio». Ignazio La Russa: «È scorretto tifare per l’azzurra?». Centrodestra compatto.