2022-12-30
I tamponi escludono la variante killer. «Niente restrizioni, faremo controlli»
Orazio Schillaci se la prende con Pechino: «Pessima gestione del virus». Il premier: «Vaccini ai fragili, gli altri parlino con il loro medico».L’Ue boccia i test negli aeroporti. Oms surreale: «Non discriminare». Roma insiste: «Occorre un piano europeo». Francia e Germania però prendono tempo.Lo speciale comprende due articoli.Guardia alta ma nessun allarmismo: il governo affronta la nuova ondata di Covid che sta affliggendo la Cina, e le ripercussioni del fenomeno in tutto il mondo, con provvedimenti di prevenzione ma senza esasperazioni. «In caso di una nuova emergenza per i casi provenienti dalla Cina», dice in conferenza stampa Giorgia Meloni, «credo che la soluzione siano sempre i controlli, quindi tamponi e mascherine, ma il modello di privazione delle libertà conosciuto in passato non mi è parso così efficace e lo dimostra bene il caso cinese. Per il momento stiamo affrontando la questione in coerenza con quanto avevamo chiesto di fare in passato, come ad esempio il tampone per chi arriva dalla Cina, ma questa misura rischia di essere non efficace se non viene presa a livello europeo. Il ministro Schillaci», sottolinea la Meloni, «mi dice che i casi rilevati sono varianti Omicron già presenti in Italia e questo dovrebbe essere tranquillizzante. La situazione è quindi sotto controllo. Per quello che riguarda il futuro», aggiunge la Meloni, «ci muoviamo in base a quello che dovremo affrontare. Penso che la soluzione siano sempre i controlli e che continuino a essere utili tamponi e mascherine. L’idea è che si debba lavorare prioritariamente sulla responsabilità dei cittadini e non sulla coercizione. Penso a un osservatorio sul Covid». E i vaccini? «C’è una campagna che il governo sta facendo», argomenta la Meloni, «che invita alla vaccinazione soprattutto per gli anziani e fragili, sono quelli ai quali mi sento di fare l’invito più deciso. Per gli altri l’invito è quello di rivolgersi al proprio medico, noi stiamo invitando a procedere in questo senso». Nel pomeriggio è il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a delineare un dettagliato quadro della situazione attraverso una informativa urgente al Senato: «Il problema Cina», sottolinea Schillaci, «oggi va affrontato con tempestività e coesione internazionale. Il timore principale è che, in un Stato con un’alta percentuale di non vaccinati, si possa generare la selezione di una nuova variante, molto più immunoevasiva e trasmissibile. Anche questo timore», aggiunge Schillaci, «va comunque affrontato razionalmente, rimanendo ancorati alle basi scientifiche, ed evitando interpretazioni affrettate e allarmistiche che potrebbero generare sfiducia e inutili paure nella popolazione. Il salto evolutivo da monitorare con attenzione sarebbe quello oltre i confini di Omicron, ma al momento questa rimane un’ipotesi non supportata da dati epidemiologici reali. Il quadro descritto che potrebbe determinare una situazione potenzialmente emergenziale a livello internazionale richiede anzitutto un costante monitoraggio. A tale proposito», argomenta il ministro, «ho provveduto a emanare una ordinanza che prevede l’obbligatorietà dell’effettuazione di un test in partenza o un tampone molecolare una volta arrivati in Italia, ai passeggeri dei voli provenienti dalla Cina, con un duplice obiettivo: monitorare l’introduzione di eventuali varianti al fine di identificare rapidamente varianti, sottovarianti o sottolignaggi attualmente non circolanti in Italia e diminuire, per quanto possibile, il carico di passeggeri in arrivo positivi ma non identificati». Il ministro è stato durissimo con Pechino: ha parlato di «un percorso tutt’altro che virtuoso, gestito attraverso una politica sanitaria sbagliata», basata solo sulle restrizioni. «Una lezione per l'intero pianeta su come non vada mai gestita un’epidemia».Disposizioni rigide, dunque, per chi arriva dalla Cina: obbligo di presentazione al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli, della certificazione di essersi sottoposti, nelle 72 ore antecedenti l’ingresso nel territorio nazionale, a un test molecolare, o, nelle 48 ore antecedenti, a un antigenico, con risultato negativo; obbligo di sottoporsi a un test antigenico al momento dell’arrivo in aeroporto, ovvero, qualora ciò non fosse possibile, entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria locale di riferimento; in caso di esito positivo del test antigenico, obbligo di sottoporsi a un test molecolare ai fini del successivo sequenziamento e a isolamento fiduciario nel rispetto della normativa vigente; obbligo di effettuare un ulteriore test antigenico o molecolare con esito negativo per porre termine al periodo di isolamento. «Per quanto riguarda i passeggeri provenienti dalla Cina attraverso voli indiretti», avverte Schillaci, «che hanno fatto scalo in paesi dell’area Schengen, è necessario un raccordo in sede Ue per prendere una decisione comune che possa servire a limitare l’afflusso di persone positive dal Paese asiatico. Ho chiesto alla commissaria Ue per la Salute, Stella Kyriakides, e alla presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, la Repubblica Ceca, che tutti i Paesi membri adottino analoghi provvedimenti». «Con la gestione Speranza», commenta il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, presidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama, «abbiamo contato ben 160.000 decessi, il maggior numero in Europa, e un abbattimento del Pil di 9 punti. Oggi premiamo il pragmatismo del governo Meloni, che segna un netto cambio di visione. Il sistema sanitario tiene. Agiamo seguendo il criterio di temporaneità del provvedimento. Non vogliamo diffondere terrore», sottolinea Zaffini, «ma analizzare dati». Critico con il governo il senatore del Pd, Andrea Crisanti, microbiologo: «L’identificazione dei casi all’origine e il controllo all’arrivo sui voli provenienti dalla Cina», afferma Crisanti in Aula, «avranno un impatto praticamente trascurabile. I test antigenici, in condizione di elevata trasmissione, non hanno la sufficiente capacità predittiva negativa, cioè quella di identificare tutti i falsi negativi. Inoltre queste misure non intercettano i viaggiatori provenienti dalla Cina che effettuano scali intermedi». «Auspico», sottolinea la deputata di Fdi, Marta Schifone, membro della commissione Affari sociali alla Camera, «che questa situazione non venga strumentalizzata da nessuna forza politica. La salute dei cittadini deve essere interesse primario di tutti». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/i-tamponi-escludono-la-variante-killer-niente-restrizioni-faremo-controlli-2659040790.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lue-boccia-i-test-negli-aeroporti-oms-surreale-non-discriminare" data-post-id="2659040790" data-published-at="1672349560" data-use-pagination="False"> L’Ue boccia i test negli aeroporti. Oms surreale: «Non discriminare» L’Ue dichiara che «è fondamentale agire unita e coordinata», per tenere sotto controllo l’impatto sul continente della situazione epidemiologica in Cina. Tuttavia, la sua agenzia sanitaria ritiene «ingiustificata» l’introduzione di test Covid obbligatori per i viaggiatori provenienti dal Dragone. Italia, Stati Uniti e diversi altri Paesi, come Giappone e India, hanno introdotto questa misura. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha invece fatto sapere che tali misure non sono necessarie per l’Ue nel suo complesso, «data la maggiore immunità della popolazione nell’Ue, nonché la precedente comparsa e la successiva sostituzione delle varianti attualmente in circolazione in Cina». Di conseguenza, l’agenzia considera «ingiustificati gli screening e le misure di viaggio sui viaggiatori provenienti dalla Cina», poiché le potenziali infezioni di importazione sono «piuttosto basse» rispetto ai numeri attuali su base giornaliera, che i sistemi sanitari «sono attualmente in grado di gestire». «So che non c’è unanimità su questo», ha commentato il nostro ministro della Salute, Orazio Schillaci, «per noi è stato doveroso aver portato una richiesta anche a livello europeo». Curiosamente, dopo aver imposto lockdown totali quanto inutili alla propria popolazione, ora Pechino protesta contro gli Stati che hanno disposto test per chi arriva dalla Cina. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha duramente criticato questi provvedimenti: «Questo tipo di retorica è guidata da preconcetti, è volta a diffamare la Cina e ha motivazioni politiche», ha detto Wang Wenbin, «abbiamo sempre creduto che le misure di risposta al Covid debbano essere basate sulla scienza e proporzionate, senza pregiudicare i normali spostamenti e gli scambi e la cooperazione tra le persone». La Germania per ora non prende contromisure, ma la situazione è in evoluzione: il governo tedesco si sta coordinando con l’Organizzazione mondiale della sanità e altri partner internazionali. In Francia, il presidente Emmanuel Macron ha chiesto al governo «delle misure adattate di protezione» dal Covid in relazione all’aumento dei casi in Cina. Lo ha reso noto l’Eliseo. Il ministero della Salute e della prevenzione segue con molta attenzione l’evoluzione della situazione in Cina «ed è pronto a studiare tutte le misure utili che potrebbero essere messe in atto di conseguenza». Il governo del Regno Unito, ha affermato il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, sta valutando se richiedere ai viaggiatori provenienti dalla Cina di sottoporsi a un test. Hans Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa, ha sottolineato che «il virus continuerà a cambiare con nuove varianti possibili. Possiamo salvaguardare noi stessi e coloro che ci circondano attraverso misure di igiene personale e di protezione ragionevoli, inclusa la vaccinazione, in particolare per i vulnerabili». L’agenzia ha ricordato «la necessità di non discriminare alcuna particolare popolazione». Riabbraccia un cinese...
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.