2025-09-10
La Flotilla tenta l’effetto Pearl Harbor. «La nave di Greta colpita da un drone»
Pubblicati sui social i filmati del presunto attacco, ma le autorità tunisine negano presenze ostili nei cieli: «Solo un incendio».con spritz, tortillas ed effetti collaterali del maestrale, gli eroici commandos della squadra navale Greta Thunberg hanno denunciato un’aggressione in piena regola, anzi una proditoria azione di guerra: un drone avrebbe colpito l’ammiraglia Familia Madeira, il 35 metri battente bandiera portoghese sul quale viaggiano l’attivista svedese e il comitato direttivo (o meglio il comitato centrale) della spedizione. Lo hanno comunicato i membri dell’equipaggio a Tunisi: «Si è trattato di un attacco vergognoso ma non ci lasceremo scoraggiare. La missione continua».In un video diffuso online dai militanti si vede un lampo lacerare il buio e colpire la prua della barca; subito dopo si sprigiona del fumo a bordo. Sempre loro raccontano: «Due di noi si trovavano in coperta quando il drone è rimasto sospeso a circa tre, quattro metri dalle nostre teste. Poi lo abbiamo visto spostarsi verso la parte anteriore del ponte. È rimasto fermo per qualche secondo sopra i giubbotti di salvataggio, poi ha sganciato l’ordigno. È divampato un incendio ma abbiamo preso gli estintori e siamo riusciti a domarlo. Fortunatamente tutti sono illesi». Qualche giubbotto bruciato, l’imbarcazione è già in grado di riprendere il mare dal porto turistico di Sidi Bou Said dov’è ancorata. La ricostruzione è a senso unico e l’attacco rimane presunto, anche perché la Guardia Nazionale tunisina ha fatto sapere di non aver rilevato la presenza di nessun drone. Ha spiegato il portavoce Houcem Eddine Jebabli: «Non sono state riscontrate prove di atti ostili o di attacchi esterni. Secondo i primi accertamenti si è verificato un incendio nei giubbotti di salvataggio a bordo di una nave ancorata a 50 miglia dal porto di Sidi Bou Said e proveniente dalla Spagna». Per il governo tunisino le notizie relative a un attacco con droni «sono del tutto infondate». Al Jazeera ha sottolineato che l’incendio sarebbe divampato in uno dei giubbotti di salvataggio «a causa di un accendino o di un mozzicone». Per i tunisini potrebbe essere stato un razzo di segnalazione amico con traiettoria sbagliata, una sigaretta o una canna, visto che dopo l’ipotetica aggressione il naviglio ha potuto raggiungere la salvifica rada. Gli attivisti invece sono sicuri: anche i filmati notturni delle telecamere di sicurezza «confermano l’attacco». Tony Lapicciarella, uno degli organizzatori italiani sull’ammiraglia spiega: «Sono saliti a bordo due poliziotti tunisini, pensavamo che raccogliessero prove e invece le hanno fatte sparire». Mistero con drammatizzazione montante nel corso della giornata: alle 9 di mattina era un drone, alle 13 un razzo, alle 19 un bombardamento. Il passaggio successivo sarebbe l’attribuzione dell’attentato per impedire a Flotilla di fare rotta su Gaza. Chi sarà mai stato? Ci pensa la relatrice speciale dell’Onu nei Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, a togliere tutti dall’imbarazzo riguardo il mandante. Precipitatasi alla conferenza stampa di Tunisi (non ne manca una dai tempi della seconda intifada) ha affermato: «Non sappiamo chi abbia compiuto l’attacco ma non saremmo sorpresi se fosse stato Israele. Se confermato, si tratta di un attacco alla sovranità tunisina». L’attivista brasiliano Thiago Avila aggiunge: «La nostra missione umanitaria non si fermerà e non sarà influenzata da alcuna minaccia. I nostri occhi sono puntati su Gaza». In teoria gli israeliani, se volessero, avrebbero mezzi un po’ più sofisticati per fermare una spedizione che di suo sembra necessitare di copertura mediatica più che aerea. Va ricordato che domani alla Global Flotilla si aggiungerà - previa conferenza stampa - la squadra proveniente da Siracusa con a bordo i quattro contrammiragli della sinistra parlamentare: Benedetta Scuderi (Avs), Annalisa Corrado e Arturo Scotto (Pd), Marco Croatti (Movimento 5stelle). Manca Matteo Renzi, ma se intuisce che la faccenda funziona dal punto di vista della narrazione è capace di gonfiare il salvagente con l’ochetta e aggregarsi. Nel frattempo ne approfittano Nicola Fratoianni e Giuseppe Conte: «Questo è un atto di pirateria e di terrorismo internazionale». Il ministro degli Esteri Antonio Tajani non può che allargare le braccia: «È una nave battente bandiera portoghese e stanno indagando i tunisini. È un’operazione a rischio».A conferma dell’assoluta necessità di pompare la faccenda per caricarla di significato politico, ecco il surreale comunicato del Global Movement to Gaza sull’imminente partenza italiana: «In seguito al bombardamento subito dalla nostra barca Familia Madeira a Tunisi, chiamiamo le città italiane alla mobilitazione immediata. Apriamo corridoi umanitari, fermiamo il genocidio, rompiamo il blocco navale israeliano». Bombardamento, blocco navale. Che altro? Essendo stati dismessi gli Stukas, l’importante è evitare l’effetto Dunkerque.
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