2020-12-31
I sindaci liberal Usa tagliano i fondi alle forze dell’ordine e i crimini aumentano
Il sindaco di New York, Bill de Blasio (James Keivom-Pool/Getty Images)
L'Fbi: 14,8% in più di omicidi. A New York +98% di sparatorie. E la quasi totalità delle vittime sono afroamericane o ispaniche.È una vera e propria impennata di crimini quella che si è verificata negli Stati Uniti nel corso di quest'anno. Secondo un recente studio dell'organizzazione apartitica Council on criminal justice, il tasso di omicidi in 21 città americane sarebbe salito - rispetto al 2019 - del 42% in estate e del 34% in autunno. Tutto questo, mentre un rapporto diffuso a settembre dall'Fbi ha rilevato un aumento degli assassinii del 14,8% a livello nazionale nella prima parte del 2020. grandi città a rischioEntrando nel dettaglio, la situazione risulta particolarmente grave soprattutto in determinate aree urbane, come sottolineato da una recente analisi pubblicata da Al Jazeera. Nel 2020, a Detroit si sono avute più di 300 uccisioni, rispetto ai 261 casi di due anni fa. Situazione preoccupante anche a Filadelfia, dove all'inizio di ottobre si contavano 363 omicidi rispetto al totale dei 356 commessi l'anno scorso. Pessime notizie anche per Chicago, dove - nel 2020 - si sono registrati 739 omicidi a fronte dei 475 del 2019. Tutto questo, mentre - a inizio dicembre - il Salt Lake Tribune ha riportato come «dopo anni di tendenza al ribasso» quest'anno - a Salt Lake City - si sia verificato un incremento del 21,6% dei crimini violenti e un aumento del 24,9% dei reati contro la proprietà. Cifre impietose sono anche quelle che riguardano la città di New York, dove l'impennata della violenza ha pesato soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione. Lo scorso 27 dicembre, il Wall Street Journal ha riportato come, nella Grande Mela, quest'anno abbiano avuto luogo 1.493 sparatorie a fronte delle 754 del 2019. Ebbene 1.440 delle 1.495 vittime complessive (fino a ottobre) sono afroamericane o ispaniche: ciò significa che il 96% delle persone rimaste uccise nelle sparatorie newyorchesi appartengono a minoranze etniche. Tutto questo, mentre - secondo il Los Angeles Times - il tasso di omicidi nella City of Angels quest'anno sarebbe aumentato del 25%.Davanti a numeri tanto drammatici, è ovvio domandarsi quale possa essere la ragione di una tale situazione. LA PRESSIONE DEL BLMVa da sé che si tratta di un fenomeno complesso, che non può essere semplicisticamente ricondotto a una singola causa. In tal senso, il sito progressista Vox ha interpellato diversi esperti, concludendo che le ragioni di questo peggioramento possano essere svariate: dai disastrosi effetti socioeconomici della pandemia all'incremento dell'acquisto di armi, per arrivare anche alle politiche di depotenziamento della polizia. Un fattore, quest'ultimo, che non può essere ignorato: soprattutto nell'anno in cui il movimento Black lives matter ha invocato un taglio dei finanziamenti alle forze dell'ordine, auspicandone - in alcuni casi - addirittura l'abolizione. La questione era entrata nella campagna elettorale per le ultime presidenziali americane: se Donald Trump ha sempre sostenuto a spada tratta la polizia, Joe Biden si è collocato su una posizione ambigua. Pur rifiutando di dirsi favorevole al taglio dei fondi alle forze dell'ordine, l'allora candidato dem ha di rado preso le distanze dalle frange più radicali di Black lives matter, onde evitare di alienarsi le simpatie degli elettori maggiormente spostati a sinistra. l'ambiguità di bidenIl punto è che, se ci focalizziamo sulle politiche portate avanti dalle amministrazioni locali a guida democratica, non è affatto escludibile una correlazione tra il depotenziamento della polizia e l'incremento della criminalità. Su pressione di Black lives matter, il consiglio comunale di New York ha tagliato a luglio - con la benedizione del sindaco dem Bill de Blasio - un miliardo di dollari dal budget delle forze dell'ordine. Situazione analoga a Los Angeles, dove - sempre a luglio - il sindaco (anche lui democratico), Eric Garcetti, ha chiesto e ottenuto di sottrarre 150 milioni ai fondi destinati alla polizia. Tutto ciò, mentre - a inizio dicembre - Forbes ha riportato che il consiglio cittadino di Minneapolis (a schiacciante maggioranza dem) ha tagliato 8 milioni al budget per le forze dell'ordine: questo, sebbene nel 2020 - sempre secondo Forbes - il numero dei crimini violenti in città sia aumentato rispetto all'anno scorso. Del resto, l'idea di depotenziare la polizia continua a circolare anche a livello nazionale: il neoeletto deputato progressista, Jamaal Bowman, ha per esempio invocato l'altro ieri il taglio ai fondi per le forze dell'ordine. Tra l'altro, al di là dei tagli, è il dibattito politico-mediatico troppo spesso ideologizzato che potrebbe aver avuto delle conseguenze, rendendo gli agenti restii ad agire (secondo i crismi del cosiddetto «effetto Ferguson»). D'altronde, il fatto di aver contaminato alcune giuste richieste di riforma dei corpi di polizia con la delegittimazione degli stessi ha evidentemente contribuito a un aumento dei crimini: a discapito soprattutto delle fasce deboli che certo non possono permettersi la sicurezza privata. Viene quindi spontaneo chiedersi su che posizioni si collocherà Biden, una volta insediatosi alla Casa Bianca. Perché il dubbio è che sul tema della sicurezza (e non solo) rischi di finire ostaggio della sinistra del suo stesso partito.