2019-02-22
«I prezzi dei vaccini vanno abbassati. Ma la Lega è per la libertà di scelta»
Il sottosegretario alla Salute Luca Coletto vuole riaprire le trattative sui prezzi dei farmaci e frena sulla liberalizzazione di quelli in fascia C: «Portare i medicinali con obbligo di ricetta fuori dalla farmacia può essere pericoloso».Luca Coletto da dicembre è il sottosegretario alla Salute, dopo oltre vent'anni di politica con la Lega, otto anni a capo dell'assessorato alla Sanità della Regione Veneto con risultati eccellenti e la nomina - nel 2016 - a presidente di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). La Verità lo ha incontrato per parlare dei temi all'ordine del giorno, partendo da quello della fertilità. Il ministero della Salute ha promosso uno studio nazionale. I risultati ottenuti sono sconfortanti: il 55% degli adulti non vuole avere figli per problemi economici. Questi dati porteranno a provvedimenti concreti da parte del governo?«Per ora no, ma presto ci metteremo a lavorare con il ministero della Famiglia, Lorenzo Fontana, per studiare della soluzioni interministeriali a sostegno della natalità. La situazione è preoccupante e la questione economica sta prevalendo, visti gli stili di vita che ormai in tanti hanno, ma il problema va inteso in un'ottica socio-economica e culturale». Cosa intende?«Non si è più abituati a sacrificarsi, anche se avere figli in realtà è più una gioia che un sacrificio. Penso alle donne, che arrivate a una certa età, se non sono diventate mamme, iniziano ad avere qualche rimorso». Molti ignorano l'orologio biologico e spesso si sopravvaluta la procreazione medicalmente assistita. Il ministro precedente si era lanciato in una campagna per stimolare a fare figli, campagna che ha fatto storcere il naso a molti. Lei come si pone su questo?«Sono per il libero arbitrio ed è giusto che ci sia una possibilità di scelta sulle modalità, ma va fatta informazione sui limiti sia biologici, che di queste tecniche. La Pma prevede un bombardamento ormonale che non è semplice, quindi il medico deve prospettare eventuali rischi e insuccessi». E l'utero in affitto?«Scordiamocelo, è una forzatura che mette al mondo figli privati di affetto». Passando al tema farmacie, il ministro Giulia Grillo si è detto a favore della liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli con obbligo di ricetta) nelle parafarmacie e nei corner della Gdo (grande distribuzione organizzata), pur ricordando che la questione non fa parte del contratto di governo. Lei e la Lega come vi ponete su questo?«La storia della farmacia è una storia importante, che viene da lontano e ogni campanile ha una farmacia, fortunatamente. Direi che prima di andare a toccare un sistema che funziona, ed è capillare, ci penserei su. E ci tengo a specificare che la mia non è in alcun modo una critica al ministro Giulia Grillo». Sarebbe pericoloso mettere i farmaci con obbligo di ricetta fuori dalla farmacia?«Sarebbe un rischio e lo sarebbe in particolare per i pazienti fragili. Solo il farmacista in farmacia può avere un quadro clinico d'insieme del paziente e può tutelare al meglio la sua salute». Un altro argomento importante è quello del costo dei vaccini: i prezzi verranno ridiscussi al ribasso? «Aifa dovrà contrattare il valore del farmaco e possibilmente portare a casa il prezzo migliore. Questo succede in quasi tutte le specialità, dove c'è una contrattazione di Aifa, e succede anche che spesso e volentieri i grossisti acquistano in Italia e vanno a vendere in Francia o in Germania, questo perché noi riusciamo a spuntare degli ottimi prezzi». Quindi verranno ridiscussi?«Si cercherà di ritoccarli al ribasso, ovviamente». Il nostro quotidiano è andato a fondo sulla questione, analizzando i dati e le cifre fornite dall'Aifa e constatando che c'è stato un aumento sostanziale dei prezzi che ha riguardato soprattutto le vaccinazioni obbligatorie, ma che interessa anche le altre tipologie. «Reputo logico e razionale, a fronte di un'obbligatorietà dei vaccini e quindi un aumento delle quantità, che ci sia una riduzione del prezzo. I prezzi dei farmaci in generale, soprattutto i salvavita, dovrebbero essere calmierati, non parliamo poi degli oncologici e degli innovativi». Restando sul dossier vaccini, quando il ddl sbarcherà in Parlamento, che novità apporterà? Non è facile capire cosa sia il cosiddetto «obbligo flessibile».«Ritengo valido quanto detto in campagna elettorale: noi della Lega non siamo no vax, siamo per la libertà di scelta, siamo per le vaccinazioni fatte in maniera cosciente con un'informazione su base scientifica». La gente però si informa su Internet…«Cancelliamo il Web, lì si trovano solo sciocchezze! Si deve parlare con medici, farmacisti, autorità sanitarie». Allargando la visuale sul nostro sistema sanitario, crede possibile l'esportazione del modello veneto in altre regioni?«I sistemi sono sempre esportabili. In Veneto si sono semplicemente applicate norme già esistenti, c'è stato un miglioramento dei protocolli, una razionalizzazione della spesa, una miglior distribuzione di apparecchiature e tecnologie. Un sistema che si coordina correttamente per rendere un servizio efficiente al cittadino».Quindi è questa la direzione?«In realtà vorrei fare ancora meglio, mantenendo il principio di un servizio sanitario nazionale su base universale. L'unico al mondo è il nostro. Al ministero stiamo lavorando al patto della salute e in questo contesto, leggendo la classifica di Bloomberg, all'ultimo posto ad esempio ci sono gli Stati Uniti. Rispetto al Pil, questi ultimi erogano una sanità che è molto inferiore alla nostra». Lei è favorevole al federalismo regionale. Cosa lo rende preferibile al centralismo in tema di sanità? «Non favorevole, di più. Lo si è visto negli ultimi anni: chi ha voluto gestire in maniera corretta il federalismo, lo ha potuto fare portando a casa dei risultati. Lo Stato italiano è stato illuminato quando ha cancellato le mutue e le assicurazioni». Cosa intende?«Mutue e assicurazioni gestivano l'appropriatezza delle cure, implementando ricoveri inappropriati, così da poter guadagnare di più. Loro gestivano i pazienti, ma riscuotevano dallo Stato». Cosa rende, a livello di spesa, preferibile il federalismo al centralismo?«La catena di spesa corta è sempre più efficiente, non solo nella sanità».
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.