2020-07-10
I nuovi vertici della Cassazione lottizzati come ai bei vecchi tempi
Al Csm accordo tra Area e Magistratura indipendente per le nomine del primo presidente e del vice della Suprema corte. Verso la promozione la toga che ha sospeso Luca Palamara. Si profila un «golpe» rosso.Il solito accordo tra Area e Magistratura indipendente potrebbe produrre l'ennesimo giochino sulle nomine al Consiglio superiore della magistratura. Ieri la quinta commissione, quella che si occupa del conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi (la famosa stanza 42 della quale parlava Luca Palamara indicandola come il luogo delle scelte definitive), all'unanimità ha deliberato di proporre Pietro Curzio (Area), attuale presidente di sezione della Corte di Cassazione, per l'incarico di primo presidente della Corte di Cassazione, posto che Giovanni Mammone lascerà il 17 luglio per sopraggiunti limiti di età. Curzio è il magistrato che ha firmato la sentenza sulla sospensione di Palamara dalla magistratura. Nella stessa seduta, la commissione incarichi direttivi ha proposto, sempre all'unanimità, Margherita Cassano (Magistratura indipendente), attuale presidente della Corte d'Appello di Firenze, per l'incarico di presidente aggiunto della Corte di Cassazione (ovvero la vice di Curzio). Ed ecco il punto sul quale si sarebbe stretto l'accordo che butterebbe alle ortiche il propagandato segnale di svolta per uscire dal fango del caso Palamara: Curzio (al quale durante i giochi tra correnti si è evitato di contrapporre Francesco Tirelli, che della Cassazione è stato segretario generale ed era considerato un candidato potenzialmente forte) resterà in carica fino ai primi giorni di marzo 2023. Magistratura indipendente ha chiaramente investito sulla nomina di Cassano che, a questo punto, sarà favoritissima quando Curzio andrà in pensione. In quel caso, se fosse nominata dopo Curzio, e probabilmente è questa la strategia delle due correnti, la Cassano avrebbe due anni e mezzo di mandato. La proposta arriverà all'esame del plenum mercoledì 15 luglio. La seduta sarà presieduta nientepopodimeno che dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e si terrà nel Palazzo del Quirinale (salone delle Feste). Se al vice di Mattarella, il dem David Ermini e al procuratore generale di Cassazione, Giovanni Salvi di Magistratura democratica si affiancasse Curzio (così come sembra profilarsi), il vertice dell'organo di autogoverno della magistratura sarebbe tutto di sinistra. Una sorta di golpe rosso nel Csm. Il plenum, poi, ha anche eletto i quattro componenti supplenti della Sezione disciplinare. Si tratta del laico Emanuele Basile eletto con 24 voti e dei tre togati (giudici con funzioni di merito) Elisabetta Chinaglia con 21 voti, Giuseppe Marra con 24 e Ilaria Pepe con 24. E a dimostrazione che nelle chat di Palamara c'è entrato davvero di tutto, è bastato inserire il nome di Margherita Cassano per scoprire che è citato 13 volte nelle 49.000 pagine di intercettazioni. Una presenza correlata alla sua richiesta di apertura di una pratica a tutela nei confronti del pubblico ministero Aldo Natalini, magistrato minacciato con una lettera e un proiettile per le indagini su Mps a Siena. La figura di Basile, membro laico in quota Lega, invece, in passato ha fatto gola a Palamara e al suo cerchio. Ne parla con rammarico il magistrato della Dda di Palermo, Alessia Sinatra: «Basile e Gigliotti (Fulvio, ex consigliere del Csm ndr)?». Palamara replica lapidario: «V (quinta, ndr)», probabilmente riferendosi alla commissione dove i due avrebbero potuto fare ingresso. A questo punto Sinatra non si trattiene: «Minkia era fatta». Era il 21 maggio 2019 e la nomina del nuovo procuratore di Roma, dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone, sembrava imminente; peccato che a distanza di una settimana la pubblicazione dell'inchiesta (per una presunta corruzione) sull'ex leader di Unicost avrebbe sparigliato le carte in tavola tanto da far slittare al marzo del 2020 l'elezione di Michele Prestipino. A Basile si interessa soprattutto il deputato di Italia viva Cosimo Ferri che a Palamara propone il tradizionale appuntamento culinario. «Dovremmo organizzare cena con Piantedosi (Matteo, ex capo di gabinetto del ministero dell'Interno, ndr), Basile Cavanna (Stefano membro laico del Csm, ndr) io te e da valutare Lepre e Spina (rispettivamente Antonio e Luigi ex consiglieri di Palazzo dei Marescialli ndr)». Proposta che non stuzzica Palamara il quale digita solo un freddo «ok». In un gruppo Whatsapp Paolo Auriemma, procuratore di Viterbo, spiega al membro togato Marco Mancinetti che per avere informazioni su una persona «devi parlare con lui», riferendosi a Basile. «Cda (Corte d'Appello ndr) Napoli (Ilaria Pepe) Stendardo Guglielmo c/Fedele Management Rg 958/19 udienza del 5 giugno 2019 ore 9:30», è lo scrupoloso messaggio che l'ex calciatore, adesso avvocato, Guglielmo Stendardo manda a Luca Palamara, aggiungendo un allegato. Nel giorno in cui l'inchiesta a suo carico è diventata pubblica, il pm Palamara riceve anche un messaggino da Giuseppe Marra: «Caro Luca ho letto le brutte notizie giornalistiche. Mi dispiace molto. Sono sicuro che ne uscirai presto a testa alta». Risposta: «Grazie caro Peppe un abbraccio forte il tempo è galantuomo». Sarà anche galantuomo, ma non è stato ancora sufficiente a smantellare i magheggi tra le correnti. Plenum permettendo.