2019-02-14
I nemici di Salvini vendono l’anima al diavolo
Il Pd si attacca a tutto pur di prendersela con il Carroccio, con risultati paradossali: l'ultimo caso è la difesa d'ufficio di Satana dopo le critiche a uno sketch di Virginia Raffaele. Arruolato anche il commissario Montalbano, che diventa «bene rifugio» di sinistra.Ce l'ha fatta: la sinistra, finalmente, è riuscita a battere Matteo Salvini. Alle elezioni in Abruzzo? Macché. Alle elezioni in Sardegna? Pare difficile. Nei sondaggi? Non se ne parla. La sinistra è riuscita a battere Salvini in tv. Grazie a Montalbano. Proprio così. Il commissario, diventato buonista e pro migranti, è stato perciò stesso eletto a nuovo leader democratico contro il pericolo fascio leghista. «Montalbano buonista batte Salvini», titola infatti in prima pagina Repubblica in un editoriale di Francesco Merlo, in cui si spiega che gli undici milioni davanti allo schermo per la fiction tv (che va in onda da 20 anni, per altro, e sempre con successo, per altro) sono un chiaro segnale della sconfitta del ministro dell'Interno. Perché? Non si sa. Ma credeteci. In fondo anche la messa in onda dello Zecchino d'Oro potrebbe essere un chiaro segnale della necessità di recuperare le riserve auree di Bankitalia. E Chi l'ha visto? un chiaro segnale della crisi del Pd. Citofonare al Merlo per informazioni.Ma basta parlare di crisi del Pd: per fortuna esso si è ritrovato. E l'intera sinistra con lui. Infatti è evidente a tutti che Il commissario Montalbano (tenetevi forte) «chiude per vacuità il dibattito sull'élite che amerebbe il meticciato per snobismo contrapposta al popolo che invece pretenderebbe prima gli italiani per concretezza e per necessità». Chi l'avrebbe detto, eh? Potere di una fiction: basta che il fratello del candidato segretario si tuffi in acqua per salvare un po' di migranti e il problema della linea politica dem è risolto. E Salvini sconfitto. E l'orgoglio ritrovato. Avanti popolo alla riscossa, pelata rossa la trionferà. Nicola Zingaretti può restare dov'è. Il nuovo leader è già stato eletto, con le primarie dell'auditel. È suo fratello Luca. E guai a chi rompe i «cabbasisi».Per la verità c'è qualcuno che può insidiare la leadership del Commissario Montalbano, «bene rifugio» dell'antisalvinismo, come ha scritto ieri Francesco Merlo su Repubblica. Ed è pure un avversario temibile. Stiamo parlando infatti di Satana. Proprio lui: Satanasso in persona. Niente meno che la Bestia. Lucifero. È stato assoldato su due piedi, con l'assenso degli esorcisti sinceramente democratici, per dare manforte alla campagna contro l'inarrestabile ascesa leghista. Che ci volete fare? Non sapendo più a che santo votarsi, evidentemente, la sinistra ha pensato di affidarsi direttamente al diavolo. La polemica è nata dopo che un sacerdote, don Aldo Buonaiuto, successore di don Oreste Benzi alla Comunità Giovanni XXIII e coordinatore del servizio nazionale anti sette, ha chiesto spiegazioni a Virginia Raffaele per alcune ripetizioni del nome di Satana durante uno sketch a Sanremo. Il sacerdote ha fatto il suo compito di sacerdote, ricordando che Satana, per i cristiani non è uno scherzo. E Matteo Salvini ha fatto un post su Facebook per dire una cosa altrettanto banale e cioè che le sette sataniche sono un problema serio e che non va sottovalutato. Mal gliene incolse: tanto è bastato infatti per scatenargli addosso la reazione violenta di alcuni esponenti del Pd, subito ripresi e rilanciati dall'organo ufficiale Democratica. Il ministro dell'Interno è stato accusato di strizzare l'occhio al mondo cattolico tradizionale, con tanto di «fondamentalismi», «complottismi» e «oltranzismi». Roba forte, insomma. Per fortuna c'è Satana a difenderci. Con il Pd, ovviamente.Ora, certo, sarà interessante vedere come andranno le primarie tra Satana e il commissario Montalbano, e se Roberto Giachetti si presterà anche in questo caso a fare da terzo incomodo. Di sicuro ci sono altri due candidati alla leadership della sinistra, con buona pace di Maurizio (chi?) Martina. Si tratta ovviamente del cantante Mahmood, neo vincitore al Festival di Sanremo, e dell'eurodeputato Guy Verhofstadt, neo vincitore al festival dei burattini. Il primo, italoegiziano, è stato eletto dalla giuria di qualità dell'Ariston in barba al voto popolare perché con la sua storia di integrazione e Marocco pop sembrava il perfetto esemplare anti salviniano. Il secondo, belga come l'insalata, è diventato un personaggio in Italia non appena ha insultato il nostro premier Giuseppe Conte, scatenando l'entusiasmo delle folle (si fa per dire) del Pd che quando c'è da tifare contro il nostro Paese sono sempre in prima fila.Risultato? Abbondanza di leader. Altro che crisi, altro che Matteo Renzi, altro che vecchi arnesi, altro che Carlo Calenda. A guidare la sinistra alla riscossa sarà uno tra Montalbano, Satana, Mahmood e Verhofstadt, ma questo soltanto perché Cip&Ciop, l'Uomo Ragno, Pippicalzelunghe e Dragonball erano momentaneamente occupati. Non si esclude nemmeno la formazione di un quadriumvirato, in pratica un direttorio, in cui potranno progressivamente entrare anche altri candidati all'altezza, capaci anche loro di prendere a schiaffi Salvini come hanno fatto questi quattro leader indiscussi, eroi del momento, papi laici della izquierda unida che jamas sera vencida. Naturalmente, dopo aver trovato tutti questi personaggi capaci di sconfiggere la Lega in tv e sul palco dell'Ariston, manca solo l'ultimo passo: trovare gli elettori capaci sconfiggere la Lega anche nell'urna. Ma si sa, questo è soltanto un dettaglio trascurabile. Mal che vada, si fa ribaltare tutto dalla giuria di qualità. Presieduta, ovviamente, da Wanna Marchi.
Jose Mourinho (Getty Images)