2022-06-02
I lanciarazzi di Biden irritano Mosca ma si lavora al vertice Putin-Zelensky
Sergej Lavrov: «I nuovi missili americani possono far allargare il conflitto». Kiev: «Non li useremo per attaccare». La Turchia torna a mediare e ribadisce il no a Svezia e Finlandia nella Nato. Tony Blinken: «Scettico sulla pace».Crisi ucraina: si torna a parlare di un possibile incontro tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. «Nessuno esclude a priori un simile incontro. Tuttavia, deve essere preparato. Se Putin e Zelensky si incontrassero, sarà fatto esclusivamente per definire un determinato documento», ha dichiarato ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Ricordiamo che, due giorni fa, il presidente ucraino si era mostrato disponibile verso l’eventualità di un meeting con l’omologo russo, accogliendo la proposta di Recep Tayyip Erdogan di organizzare un vertice a Istanbul alla presenza delle alte sfere dell’Onu. Insomma, sembra proprio che la Turchia stia riguadagnando centralità nel tortuoso processo diplomatico tra Kiev e Mosca. Del resto, Sergej Lavrov ha reso noto ieri che Ankara organizzerà le attività di sminamento dei porti ucraini, con l’obiettivo di sbloccare i carichi di grano. Ankara, va detto, sta cercando di sfruttare questa rinnovata centralità anche per il proprio tornaconto. Non è infatti ancora venuto meno il veto di Erdogan sull’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. Giusto ieri, Stoccolma ed Helsinki hanno fatto sapere che stanno continuando le trattative con la Turchia per cercare di sbloccare la situazione. Reuters tuttavia ha precisato che non è stato reso noto se si stiano registrando progressi o meno sul tema. Il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha comunque annunciato che a breve si dovrebbe tenere un incontro a Bruxelles tra funzionari turchi, finlandesi e svedesi, per discutere della questione. È probabile che, con queste sue mosse, il sultano punti a tre obiettivi: acquisire maggior peso nella Nato, mantenere buoni rapporti con Mosca ed evitare contromosse occidentali in vista della sua imminente incursione militare in Siria contro i curdi. Tuttavia, se da una parte si intravede qualche spiraglio diplomatico, dall’altra la situazione generale resta tesa. È tornata infatti a crescere la fibrillazione tra Mosca e Washington. Joe Biden ha annunciato di voler fornire all’Ucraina un piccolo numero di sistemi missilistici a medio raggio, nell’ambito di un nuovo pacchetto di aiuti militari da 700 milioni di dollari: si tratta di missili che, secondo la Casa Bianca, aiuteranno Kiev a contrastare l’avanzata delle forze di Mosca nel Donbass, ma che non sono finalizzati a colpire il territorio russo. Il presidente americano sta infatti cercando un difficile bilanciamento tra chi gli chiede di fare di più a favore dell’Ucraina e chi lo esorta a evitare un’escalation: una dialettica, questa, che ha luogo al Congresso, nell’opinione pubblica statunitense e, probabilmente, in seno alla stessa Casa Bianca. Resta comunque il fatto che, come sottolineato dall’Associated press, se un missile venisse lanciato al confine, sarebbe in grado di raggiungere il territorio russo (sebbene non in profondità): è forse anche per scongiurare una simile eventualità che Biden invierà un numero esiguo di sistemi missilistici. La perplessità e la diffidenza americane devono d’altronde essere ben note a Kiev, visto che Zelensky ha dichiarato: «So che la gente negli Usa sta dicendo o qualcuno alla Casa Bianca sta dicendo che potremmo usare questi missili per attaccare la Russia. Non abbiamo intenzione di farlo». Come che sia, la mossa di Washington ha irritato profondamente il Cremlino. «Riteniamo che gli Stati Uniti stiano deliberatamente versando benzina sul fuoco», ha detto Peskov, che ha aggiunto di temere impatti negativi sui colloqui di pace. Lavrov, dal canto suo, ha ventilato l’ipotesi di un allargamento del conflitto. Tutto questo, mentre il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha espresso l’intenzione di fornire all’Ucraina il sistema di difesa aereo Iris-T. «Il governo tedesco ha deciso che l’Ucraina debba ottenere il sistema di difesa aerea Iris-T: con esso mettiamo il Paese in condizioni di proteggere grandi città da attacchi aerei russi», ha detto. Scettico su un imminente accordo di pace si è mostrato il segretario di Stato americano, Tony Blinken, secondo cui il conflitto potrebbe durare ancora per mesi.Nel frattempo, Lavrov si è recato a Riad, dove ha incontrato il suo omologo saudita, Faisal bin Farhan, mentre secondo quanto riferito da Bloomberg News oggi avrà un vertice con i ministri degli Esteri del Consiglio di cooperazione del Golfo. Mosca punta insomma a rafforzare i propri legami soprattutto con Arabia saudita ed Emirati arabi uniti, cercando probabilmente di approfittare dei freddi rapporti che attualmente intercorrono tra la Casa Bianca (da una parte) e Riad e Abu Dhabi (dall’altra). Sauditi ed emiratini non hanno d’altronde mai apprezzato l’apertura di Biden all’Iran e le sue posizioni sulla guerra nello Yemen: un fattore, questo, che ha permesso al Cremlino di guadagnare terreno in questi Paesi. È anche per questo che, nelle ultime due settimane, il presidente americano ha tentato di correre ai ripari, provando a organizzare un incontro con il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman. Il duello tra Washington e Mosca passa anche dal Medio Oriente.