2020-10-22
I giallorossi s’azzuffano sul Mes. E in Europa il M5s vota con la Lega
Alleati divisi sulla risoluzione Ue pro Fondo. È ora che Giuseppe Conte porti la questione in Aula.Il dibattito politico a proposito del Mes ha, ormai, del grottesco e dell'irreale. Se ne discute da mesi ed è ormai evidente a tutti, anche ai sassi, che c'è una distanza abissale tra ciò che dicono al governo e ciò che realmente pensano. Discutono del Mes ma, in realtà, discutono del governo. Cosa fare per restare in piedi? Come utilizzare la discussione sul Mes per fare male gli uni agli altri: Pd verso M5s, M5s verso Pd, Italia viva contro tutti? Come fare a tenere unito il Movimento 5 stelle con Luigi Di Maio possibilista e altri completamente contro, tipo Alessandro Di Battista? Ma soprattutto, la domanda delle domande, che Giuseppe Conte credo si faccia ogni cinque minuti - quindi, presupponendo che dorma sette ore per notte, 204 volte al giorno: cosa mi conviene fare per rimanere attaccato al seggiolone?Detto questo conviene anche fare due conti. Ma se era così urgente disporre di soldi freschi per venire incontro alle esigenze di spesa della sanità, intanto che si discuteva sul Mes, non si poteva dirottare su di essa una parte di quei 200 miliardi extra deficit che il governo ha destinato a tutto ciò che si poteva pensare, a partire dai 100 milioni per biciclette e monopattini? E ancora, se è vero quello che ha detto ieri il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni, portatore sano di ragionevolezza nel Movimento 5 stelle, e che cioè sono stati stanziati già oltre 4 miliardi aggiuntivi sulla sanità e ce ne sono fermi altri 12, per un totale di 16, cosa si aspetta ad adoperarli? Ci vuole la terza ondata? Di ondata ce ne vorrebbe una, in realtà, che porti via con sé tutta quella massa di incompetenti e di improvvisati che sta gestendo la materia. Non ne facciamo i nomi per due motivi: il primo che gli italiani li conoscono a memoria, il secondo che in tempo di Covid è bene non auto procurarsi l'orticaria. Ora si è creato anche un intergruppo parlamentare Camera-Senato dove ci sono dentro alcuni dei 5 stelle, ex parlamentari grillini, Forza Italia, Italia viva, alcuni del Pd, Noi con l'Italia di Maurizio Lupi e Riccardo Magi di +Europa. Ma facciamo un passo indietro e torniamo alla questione economica. Lasciamo perdere il momento dell'emergenza e teniamo in considerazione solo quella marea di discorsi che ci hanno fatto per prepararci alla seconda fase. Sempre ieri, il commissario straordinario all'emergenza Covid-19, l'ineffabile Domenico Arcuri, in una lunga intervista ha detto che «ci stiamo attrezzando per chiudere il gap tra domanda e offerta» di tamponi (tempo futuro), «daremo alle Regioni molto presto la possibilità di arrivare a 200.000 tamponi al giorno» (tempo futuro), «stiamo chiudendo l'offerta pubblica per i test rapidi antigenici» (tempo futuro), «ne compreremo 10 milioni, non più 5» (tempo futuro), «li distribuiremo alle Asl, ma anche nelle scuole, nei porti, negli aeroporti, e ai medici di base» (tempo futuro). Sono tutte cose che andavano fatte, spendendo i soldi che ci sono e si sarebbe dovuto utilizzare il tempo al passato, anzi al passato prossimo «abbiamo fatto». Non è questione di grammatica, è questione di decenza.Quindi, rivolgendoci al governo: finitela con questa pagliacciata. Conte, sia nobile almeno in questo gesto, porti la questione in Parlamento, se ne discuta e si voti. E il Parlamento decida. Altrimenti invece dei tamponi qui si continuano a tamponare gli italiani, da dietro, su argomenti per i quali ne va della vita delle persone, delle loro relazioni sociali, dello sviluppo economico del Paese. Certo, i rischi per lei ci sono: ieri, all'Europarlamento, i grillini hanno votato insieme alla Lega, in disaccordo con i dem, contro una risoluzione che includeva il Salvastati tra le misure anticrisi. Ma se il voto d'Aula la facesse cadere dal seggiolone, la questione sarebbe sua, non nostra. Sa quante natiche sono pronte a sostituire le sue? Un'infinità.
Jose Mourinho (Getty Images)