2019-05-31
I francesi e il Parmigiano, un’altra Parmalat
La multinazionale Lactalis compra Nuova Castelli, primo esportatore del re dei formaggi, e farà marketing con i soldi del Consorzio. Per l'agroalimentare italiano è una sconfitta sistemica, con inevitabili ricadute sul prezzo del latte. Come sanno bene gli allevatori.Scegliete voi chi tra gli industriali, il mondo agricolo o il governo debba fare la parte di Calandrino, impegnato a cercare l'elitropia, la pietra che rende appunto invisibili, mentre l'Italia diventa per la Lactalis il paese di Bengodi. Stavolta le cose sono finite davvero in burla dell'italiano Calandrino e in massimo godimento dei francesi: hanno scoperto che a Bengodi «eravi una montagna di Parmigiano grattugiato». Come ai tempi della svendita operata da Romano Prodi di Cirio Bertolli De Rica che determinerà poi la crisi della Parmalat cavallo di troia dell'arrivo semimonopolista dei francesi di Lactalis sul mercato italiano del latte e dei formaggi, il gruppo cooperativo Granarolo è stato beffato sul filo di lana. E questa è per l'agroalimentare italiano una sconfitta sistemica. Non stiamo qui a innalzare la bandiera sovranista - anche se ogni tanto sarebbe il caso - per protestare perché i francesi hanno conquistato la Nuova Castelli, ci risponderebbero «è il mercato bellezza». Stiamo qui a domandarci quali saranno le conseguenze di questo affare. Due dati di fatto e tre cifre per comprendere. I dati di fatto sono che Nuova Castelli è il primo esportatore di Parmigiano reggiano (ne vende circa 150.000 forme all'anno), con Alival è leader nella produzione e vendita di pasta filata (mozzarelle per capirci) e con la North Coast il primo operatore caseario sui mercati dell'Est. È cioè un presidio fondamentale nel mercato dei formaggi in Italia.Il secondo dato di fatto è che il fondo inglese Charterhose che ne deteneva la proprietà da tempo aveva fatto sapere attraverso l'advisor Rothschild che voleva o un partner finanziario forte o vendere. Magari Rothschild un occhio di riguardo per i francesi l'ha avuto, ma era da mettere in conto e bisognava prevenire. Le cifre sono che Nuova Castelli vale circa 460 milioni di euro, che la produzione di Parmigiano nel 2018 è stata di 3,7 milioni di forme (record) di cui il 40% va all'estero per un valore al consumo di 2,4 miliardi. Un business assai consistente governato dal Consorzio di tutela che quest'anno, tanto per dirne una, spenderà 24 milioni in comunicazione. E tutti sanno, a cominciare dal presidente del Consorzio medesimo, Nicola Bertinelli, che la gallina dalle uova d'oro si chiama esportazione visto che si è superata la quota del 40% del venduto con un prezzo medio in costante ascesa (cinque anni fa l'export era sotto il 34%) e che ci sono da presidiare e rafforzare i mercati più importanti «Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Canada». Ma volete sapere chi è il primo cliente estero del re dei formaggi? Indovinato: la Francia. Ed ecco che la famiglia Besnier (la Lactalis ha sede a Laval in Mayonne controllata con una serie di scatole cinesi dal clan di monsiuer Emmanuel, uno dei 200 uomini più ricchi del pianeta) diventa il primo esportatore in Francia del primo formaggio italiano. È esattamente la fotocopia dell'affare Parmalat. Romano Prodi vendette Cirio De Rica Bertolli a Saverio Lamiranda che non aveva un soldo rifiutando l'offerta delle cooperative. Il latte finì a Sergio Cragnotti che lo girò a Calisto Tanzi a un prezzo esorbitante determinando il crac di Parmalat. Enrico Bondi fu chiamato a salvarla ma quando tentò di darla agli italiani arrivò la Lactalis. Che otto anni dopo ha smembrato la Parmalat e s'è presa Galbani, Invernizzi, Cademartori, Vallelata, Locatelli. Cosa significa lo sanno bene gli allevatori italiani che hanno visto il prezzo del latte scendere fino ai 28 centesimi al litro. Oggi i francesi fanno formaggi italiani col latte francese, usano i soldi del Consorzio italiano per fare marketing all'estero, Francia compresa. Inutile parlare di filiere, di difesa dei marchi, di made in Italy, se non si tutela l'intera catena del valore: dalla stalla al negozio. Il ministro Gian Marco Centinaio forse dovrebbe occuparsene, mentre i francesi brindano con Champagne e Parmigiano: abbinamento impeccabile?
Alice Weidel (Getty Images)