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I conti in tasca a chi dà le pagelle all’Italia

I conti in tasca a chi dà le pagelle all’Italia
ANSA
  • Nonostante il clamoroso abbaglio con il fallimento Lehman Brothers, le «tre grandi» agenzie del rating monopolizzano i giudizi su Paesi e colossi finanziari. Quasi sempre sono pagate dalle istituzioni che devono monitorare. Fatturati in crescita anche del 17%.
  • Jean Claude Juncker fa l'offeso per le critiche di Matteo Salvini e torna a minacciare: «Valuteremo la finanziaria il 15 e, nel caso, proporremo delle modifiche». La replica gialloblù: «Questa Europa alle prossime elezioni verrà licenziata».
  • Le visite di Mario Draghi da Sergio Mattarella sono sempre più frequenti. Il presidente, nonostante due collaboratori dedicati, cerca consigli da chi tiene il polso dei mercati finanziari.

Lo speciale contiene tre articoli.

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Difesa europea sotto pressione: i numeri che smentiscono l’autonomia del Vecchio continente
Getty Images
La nuova strategia Usa rilancia il tema dell’autonomia militare europea. Tra basi americane, deterrenza nucleare, spese per la difesa e limiti strutturali degli eserciti nazionali, i dati mostrano un continente ancora largamente dipendente dall’ombrello statunitense.

La pubblicazione della nuova Strategia per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump, dai toni esplicitamente duri verso l’Europa, ha riacceso un interrogativo che da anni viene rinviato: il continente è realmente in grado di garantire da solo la propria sicurezza militare? Il documento, analizzato da Le Figaro, evidenzia una frattura sempre più evidente tra ambizioni politiche europee e realtà operativa sul terreno.

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(Totaleu)

Lo ha detto il Ministro per gli Affari europei in un’intervista margine degli Ecr Study Days a Roma.

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Dal momento che ci piacciono le sfide e non amiamo stare con le mani in mano, vi proponiamo un nuovo progetto, una nuova scommessa trascinante che si chiama #informazione online. Saremo diversi e controcorrente anche sul #Web.#LaVerità
La partita del pride? Egitto-Iran
Getty Images
Clamoroso autogol della Fifa: ai mondiali americani il match che cade nella data dell’orgoglio arcobaleno vede di fronte due nazioni in cui l’omosessualità è illegale.

Un autogol di quelli più divertenti e nello stesso tempo più pesanti, un gollonzo in piena regola: la partita del Mondiale che avrebbe dovuto celebrare l’orgoglio Lgbtq+ sarà… Egitto-Iran. Ben gli sta, e scusate la franchezza. L’idea che i Mondiali debbano celebrare un pride game per omaggiare l’omosessualità (nel senso più largo del termine, comprendendo perciò anche le politiche contro omofobia e quant’altro) è la solita forzatura retorica dove per certi temi sono previste corsie preferenziali. Tra l’altro i temi «pride» sono sempre gli stessi e - guarda caso - coincidono con fasce di consumatori big spender. Insomma i pride Lgbtq+ sono un business ed è per questo che conviene a tutti inserirli nelle manifestazioni.

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