2025-11-23
I Pro Pal feriscono 16 agenti. Il Pd se la prende con la polizia
Col pretesto della partita di basket Virtus-Maccabi, attivisti e centri sociali si scontrano con le forze dell’ordine. Il sindaco Lepore condanna il Viminale, ma la questura replica: tra i violenti sigle ospitate nei locali comunali.«Durante la manifestazione contro la partita Virtus-Maccabi sono state lanciate numerose bombe carta imbottite di chiodi: un poliziotto è stato colpito ai genitali, un altro è rimasto gravemente ferito a un piede. Questo non è più dissenso, ma una strategia del terrore messa in atto con la volontà di causare lesioni anche gravi alle Forze dell’Ordine». Racconta così, Domenico Pianese, segretario del Sindacato di Polizia Coisp, quanto accaduto venerdì sera a Bologna, dove per l’ennesima volta negli ultimi mesi, è esplosa la violenza antagonista. Stavolta la scusa era una partita di basket che vedeva sul campo la squadra israeliana sfidare la Virtus in Eurolega e che, secondo i Pro Pal, non si doveva giocare.Il bilancio è di 16 agenti feriti e il centro della città devastato dalla furia dei violenti dei centri sociali che il Comune di Bologna non solo conosce, ma spesso blandisce e, da tempo, sostiene. A formare il corteo partito da Piazza Maggiore nel tardo pomeriggio, infatti, c’erano 5.000 persone e di queste - a contrario di quanto sostenuto dal sindaco della città, Matteo Lepore che ha provato a scaricare la responsabilità di quanto accaduto sul Viminale - solo cento venivano da fuori regione.Alla manifestazione, che già da giorni reclamizzava la sua carica violenta, hanno aderito sigle più che note all’amministrazione locale: da Potere al Popolo al Sindacato Usb, dai Giovani Palestinesi fino agli antagonisti di Osa, Plat, Cua, Labas e Tpo, tutti centri sociali che hanno sede in città, due dei quali in locali concessi in uso dal Comune di Bologna.I facinorosi, quelli che hanno messo a ferro e fuoco la città e ferito uomini e donne della Polizia che presidiava la zona rossa intorno all’impianto sportivo PalaDozza dove le due squadre erano impegnate a confrontarsi, non erano pochi infiltrati venuti da chissà dove, ma ingrossavano a pieno titolo le fila del corteo che, dopo essere partito da Piazza Maggiore al grido di «fuori i sionisti da Bologna» e «Meloni stiamo arrivando», trovandosi davanti i reparti antisommossa nei pressi del palazzetto, si è diviso scientemente in due parti. Una ha proseguito per il tracciato concordato, l’altra, ben nutrita, ha assalito le forze dell’ordine con lacrimogeni, bombe carta, bottiglie e sassi trovati nei cantieri stradali scatenando una vera e propria guerriglia urbana durata ore.«Solo negli ultimi tre mesi a Bologna ci sono state sette aggressioni alle forze di Polizia durante manifestazioni di piazza e questo dovrebbe far capire a chi ha responsabilità istituzionali che qualsiasi atteggiamento giustificazionista nei confronti di questi soggetti, come avvenuto nei giorni scorsi, è da irresponsabili», ha sottolineato ancora il sindacato di polizia Coisp.Il riferimento è al sindaco Lepore che invece di puntare il dito su chi ha commesso le violenze, ancora una volta (esattamente come aveva fatto un anno in occasione della guerriglia urbana scatenata dai centri sociali contro una manifestazione di CasaPound e poi ieri abbandonando lo stadio di Udine) ha attaccato il governo e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, accusandolo di una «gestione sconsiderata dell’ordine pubblico». Nei giorni che hanno preceduto la partita, infatti, Lepore aveva provato a fare lo scaricabarile chiedendo al Ministro di spostare l’incontro di basket nell’impianto sportivo Unipol Arena, che si trova nel Comune di Casalecchio di Reno, polemizzando poi, a più riprese, davanti al suo diniego.«Ora si capisce il nervosismo del sindaco che, in vista della partita, non ha trovato di meglio che alzare un polverone di polemiche - ha sottolineato Igor Iezzi, vicecapogruppo della Lega alla Camera - tra i manifestanti c’erano molti affiliati ai centri sociali bolognesi che beneficiano di locali concessi in comodato dal Comune e, dunque, tutto serviva per coprire le connivenze che caratterizzano la sua permanenza a Palazzo d’Accursio». Per l’europarlamentare bolognese di Fratelli d’Italia, Stefano Cavedagna, «un sindaco così dovrebbe dimettersi» mentre per il sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni «questa sottomissione di Lepore agli antagonisti e ai violenti dimostra che la sinistra ormai ha preso una deriva ideologica estremista che rappresenta la negazione dei valori di convivenza e rispetto su cui si fonda la nostra civiltà». Nonostante gli oltre 100.000 euro di danni provocati dai facinorosi alle strutture pubbliche della città, a cui vanno aggiunti quelli a carico di privati, tuttavia Lepore non ha mollato la presa e, ancora ieri a scontri finiti senza una parola chiara di condanna verso i violenti, ha ribadito: «Bologna si è trovata in mezzo a uno scontro testosteronico fra un gruppo di estremisti e il ministro dell’Interno. Avevo chiesto di usare la testa e non i muscoli e questo purtroppo è il risultato». E mentre il Pd cittadino si è schierato tutto a sostegno del sindaco, un sussulto di coscienza sembra arrivare dal senatore Pd, Graziano Delrio: «Ricompare la violenza estremista che ha tratti eversivi ed antisemiti, nemica della democrazia e dei valori costituzionali - ha commentato con una nota -. Il sostegno alla causa palestinese non ha nulla a che vedere con i comportamenti di antisemitismo più che raddoppiati in Italia dal 2023. Oggi il 75 per cento dei cittadini italiani ebrei evita di indossare simboli religiosi in pubblico e questo significa che per una parte della popolazione si sono ridotti gli spazi di libertà e di rivendicazione della propria identità culturale e religiosa».
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Edmondo Cirielli corre in Campania con Fdi (Ansa)